IL BLOG DI RISCOSSA CRISTIANA

RASSEGNA STAMPA - 11

dall'Italia, dal Mondo  -  8 dicembre 2010 





a cura di Rita Bettaglio




VESCOVI CINESI DEPORTATI PER PARTECIPARE ALL’ASSEMBLEA PATRIOTTICA

 Pechino, 07/12/2010 (AsiaNews) – Fonti di AsiaNews affermano che decine di vescovi della Chiesa ufficiale sono stati deportati a forza nella capitale per costringerli a partecipare all’Assemblea dei rappresentanti cattolici cinesi, che secondo il papa è inconciliabile con la fede cattolica.

L’Assemblea si è aperta oggi a Pechino ed è circondata dal segreto e da un profilo basso: è impossibile contattare chiunque e perfino la Xinhua non ha dato alcuna notizia dell’evento. Essa dovrebbe portare all’elezione del presidente nazionale dell’Associazione patriottica e del presidente del Consiglio dei vescovi cinesi, due organismi inaccettabili per i cattolici perché mirano all’edificazione di una Chiesa indipendente, staccata dal papa. “È solo una riunione per una nuova tornata di leader”, ha spiegato Liu Bainian, vicepresidente dell’Ap e regista dell’Assemblea. In realtà, il raduno è “l’organismo sovrano” della Chiesa ufficiale cinese, in cui i vescovi sono una minoranza, fra rappresentanti cattolici e governativi. In essa si prendono decisioni ecclesiali a colpi di elezioni manipolate. Prima del raduno di oggi, tutti i partecipanti hanno ricevuto da Liu Bainian le indicazioni di cosa fare e di cosa votare.

L’Assemblea è stata rimandata per almeno quattro anni perché i vescovi ufficiali, in obbedienza alle indicazioni della Santa Sede, hanno sempre rifiutato di parteciparvi.

Fonti di AsiaNews comunicano che molti vescovi da diverse province, per evitare di essere trascinati a Pechino, si sono nascosti o si sono dati per malati. Altri sono stati presi da rappresentanti governativi e trascinati all’Assemblea contro il loro volere. Altri ancora, che sapevano di non poter sfuggire, hanno accettato di venire a Pechino, ma hanno deciso di non concelebrare le messe all’Assemblea, essendo presenti alcuni vescovi scomunicati.

Le stesse fonti affermano che vi sono comunque vescovi che non hanno opposto alcuna resistenza. La diocesi di Pechino, nel suo bollettino, ha pubblicato due articoli per onorare l’evento.
Le violenze più gravi ed evidenti sono avvenute a Hengshui (Hebei), dove mons. Feng Xinmao è stato sequestrato da circa 100 poliziotti e rappresentanti del governo, che hanno lottato per ore contro i fedeli e i sacerdoti che facevano scudo al vescovo per garantirgli la libertà. Negli scontri un fedele è stato ferito alla spalla. Nei giorni scorsi il vescovo era stato tenuto in isolamento, lontano dalla sua casa. I fedeli erano riusciti a strapparlo al controllo dei poliziotti e a portarlo in episcopio. Dopo ore di assedio, il vescovo è stato di nuovo sequestrato e ieri sera alle 20.30, mons. Feng Xinmao è stato trascinato a Pechino per partecipare all’Assemblea. Uno dei fedeli, piangente, mentre il vescovo si allontanava scortato, ha commentato: “Il nostro povero vescovo non ha alcuna libertà”.

Un altro prelato, mons. Li Lianghui di Cangzhou (Hebei) è scomparso per sfuggire all’incontro di Pechino. La polizia ha minacciato la diocesi che se il vescovo non si consegna, sarà ricercato in tutto il Paese come “un pericoloso criminale”.

L’Assemblea e la deportazione dei vescovi gettano un’ombra buia sui rapporti fra Cina e Vaticano, dopo anni di stand by. La situazione è precipitata nelle scorse settimane, dopo l’ordinazione illecita di p. Guo Jincai a vescovo di Chengde, lo scorso 20 novembre. In essa, l’Ap ha obbligato otto vescovi ufficiali a prendere parte alla cerimonia, contro il volere della Santa Sede che ha condannato l’accaduto come “una grave violazione alla libertà religiosa”.



I VESCOVI FILIPPINI CERCANO IL DIALOGO SULLA LEGGE DI PIANIFICAZIONE DELLE NASCITE
Manila, 07/12/2010 (AsiaNews/ Agenzie) – I vescovi delle Filippine si dicono pronti al dialogo sulla contestata legge di salute riproduttiva. Oggi a Manila, mons. Nereo Odchimar, presidente della Conferenza episcopale filippina ha incontrato insieme ad altri i membri della Philippiline Medical Association (Pma) la più importante organizzazione di medici del Paese. Secondo Mons. Odchimar la Chiesa desidera sentire anche l’opinione dei laici in materia e il consulto con esperti in materia servirà per individuare quei punti che potranno essere oggetto di discussione con il governo e con i promotori della legge.
“La nostra linea – afferma mons. Odchimar – è basata sulla morale e desideriamo in questo anche l’appoggio dei laici  e di tutti coloro che possono aiutarci con le loro competenze”.  Il prelato sottolinea che i vescovi valuteranno le proprie mosse anche in base agli aspetti giuridici, economici, demografici e medici trattati all’interno della legge di salute riproduttiva. 
Il dibattito sulla Reproductive Health è in corso da quattro anni. La legge rifiuta l’aborto clinico, ma promuove un programma di pianificazione familiare, che invita alle coppie a non avere più di due figli, ma di fatto sanziona il personale medico e funzionari che si oppongono e  favorisce la sterilizzazione volontaria. Chiesa e associazioni cattoliche sostengono invece il Natural Family Programme (Nfp), che mira ha diffondere tra la popolazione una cultura di responsabilità e amore basata sui valori cristiani.
Tuttavia, non tutti i cattolici sono concordi con linea dura portata avanti da alcuni prelati.  In questi mesi, infatti, il dibattito ha rischiato di trasformarsi in uno scontro frontale fra i vescovi e il neopresidente Benino Aquino. Questi è tra i principali sostenitori del provvedimento di pianificazione familiare e vi è il timore che la legge passi senza tenere conto del parere contrario di gran parte della popolazione cattolica.
Per favorire il dialogo tra cattolici e istituzioni, i membri della Pma hanno offerto le proprie competenze  scientifiche anche al governo. "I medici – afferma Oscar Tinio presidente del Pma -  sono i principali interlocutori per questioni che riguardano leggi di pianificazioni delle nascite e il benessere della nostra Nazione e dovrebbero coinvolgerci in tutte le discussioni che riguardano questi problemi”.
Arthur Catli, direttore esecutivo del Pma,  sottolinea invece la comunanza di vedute tra medici e Conferenza espiscopale su problematiche come aborto clinico e utilizzo di pillole abortive. “Il Pma – afferma – è contro l’aborto e così i vescovi. Noi medici abbiamo giurato di proteggere la vita umana, che include quella dei nascituri e non c’è dubbio che la Conferenza episcopale appoggi questa posizione”.  



CONTINUA LA RASSEGNA DI DONNE ESEMPLARI NELLE UDIENZE DEL MERCOLEDI'

S.S. Benedetto XVI, richiamandosi (e richiamandoci) alla Mulieris Dignitatem, rende omaggio al genio femminile in seno alla Chiesa. Dal 1° settembre 2010 le udienze del mercoledì presentano figure femminili di grande spessore e spesso poco conosciute anche dai cattolici. Vi invitiamo a leggere i testi che trovate alla sezione 'udienze' di Benedetto XVI sul sito www.vatican.va
Riportiamo le parole del Papa in occasione dell'ultima udienza del 1 dicembre, che ha per tema la figura di Giuliana di Norwich.


Cari fratelli e sorelle,
ricordo ancora con grande gioia il Viaggio apostolico compiuto nel Regno Unito nello scorso settembre. L’Inghilterra è una terra che ha dato i natali a tante figure illustri che con la loro testimonianza ed il loro insegnamento abbelliscono la storia della Chiesa. Una di esse, venerata tanto dalla Chiesa Cattolica quanto dalla Comunione anglicana, è la mistica Giuliana di Norwich, di cui vorrei parlarvi questa mattina.
Le notizie di cui disponiamo sulla sua vita – non molte – sono desunte principalmente dal libro in cui questa donna gentile e pia ha raccolto il contenuto delle sue visioni, intitolato Rivelazioni dell’Amore divino. Si sa che è vissuta dal 1342 al 1430 circa, anni tormentati sia per la Chiesa, lacerata dallo scisma seguito al ritorno del Papa da Avignone a Roma, sia per la vita della gente che subiva le conseguenze di una lunga guerra tra il regno d’Inghilterra e quello di Francia. Dio, però, anche nei tempi di tribolazione, non cessa di suscitare figure come Giuliana di Norwich, per richiamare gli uomini alla pace, all’amore e alla gioia.
Come ella stessa ci racconta, nel maggio del 1373, probabilmente il 13 di quel mese, fu colpita all’improvviso da una malattia gravissima che in tre giorni sembrò portarla alla morte. Dopo che il sacerdote, accorso al suo capezzale, le mostrò il Crocifisso, Giuliana non solo riacquistò prontamente la salute, ma ricevette quelle sedici rivelazioni che successivamente riportò per iscritto e commentò nel suo libro, le Rivelazioni dell’Amore divino. E fu proprio il Signore che, quindici anni dopo questi avvenimenti straordinari, le svelò il senso di quelle visioni. “Vorresti sapere cosa ha inteso il tuo Signore e conoscere il senso di questa rivelazione? Sappilo bene: amore è ciò che Lui ha inteso. Chi te lo rivela? L’amore. Perché te lo rivela? Per amore ... Così imparai che nostro Signore significa amore” (Giuliana di Norwich, Il libro delle rivelazioni, cap. 86, Milano 1997, p. 320).
Ispirata dall’amore divino, Giuliana operò una scelta radicale. Come un’antica anacoreta, scelse di vivere all’interno di una cella, collocata in prossimità della chiesa intitolata a san Giuliano, dentro la città di Norwich, ai suoi tempi un importante centro urbano, vicino a Londra. Forse, assunse il nome di Giuliana proprio da quello del santo cui era dedicata la chiesa presso cui visse per tanti anni, sino alla morte. Potrebbe sorprenderci e persino lasciarci perplessi questa decisione di vivere “reclusa”, come si diceva ai suoi tempi. Ma non era la sola a compiere tale scelta: in quei secoli un numero considerevole di donne optò per questo genere di vita, adottando delle regole appositamente elaborate per esse, come quella composta da sant’Aelredo di Rievaulx. Le anacorete o “recluse”, all’interno della loro cella, si dedicavano alla preghiera, alla meditazione e allo studio. In tal modo, maturavano una sensibilità umana e religiosa finissima, che le rendeva venerate dalla gente. Uomini e donne di ogni età e condizione, bisognosi di consigli e di conforto, le ricercavano devotamente. Quindi non era una scelta individualistica; proprio con questa vicinanza al Signore maturava in lei anche la capacità di essere consigliera per tanti, di aiutare quanti vivevano in difficoltà in questa vita.
Sappiamo che anche Giuliana riceveva frequenti visite, come ci è attestato dall’autobiografia di un’altra fervente cristiana del suo tempo, Margery Kempe, che si recò a Norwich nel 1413 per ricevere suggerimenti sulla sua vita spirituale. Ecco perché, quando Giuliana era viva, era chiamata, com’è scritto sul monumento funebre che ne raccoglie le spoglie: “Madre Giuliana”. Era divenuta una madre per molti.
Le donne e gli uomini che si ritirano per vivere in compagnia di Dio, proprio grazie a questa loro scelta, acquisiscono un grande senso di compassione per le pene e le debolezze degli altri. Amiche ed amici di Dio, dispongono di una sapienza che il mondo, da cui si allontanano, non possiede e, con amabilità, la condividono con coloro che bussano alla loro porta. Penso, dunque, con ammirazione e riconoscenza, ai monasteri di clausura femminili e maschili che, oggi più che mai, sono oasi di pace e di speranza, prezioso tesoro per tutta la Chiesa, specialmente nel richiamare il primato di Dio e l’importanza di una preghiera costante e intensa per il cammino di fede.
Fu proprio nella solitudine abitata da Dio che Giuliana di Norwich compose le Rivelazioni dell’Amore divino, di cui ci sono giunte due redazioni, una più breve, probabilmente la più antica, ed una più lunga. Questo libro contiene un messaggio di ottimismo fondato sulla certezza di essere amati da Dio e di essere protetti dalla sua Provvidenza. Leggiamo in questo libro le seguenti stupende parole: “Vidi con assoluta sicurezza ... che Dio prima ancora di crearci ci ha amati, di un amore che non è mai venuto meno, né mai svanirà. E in questo amore Egli ha fatto tutte le sue opere, e in questo amore Egli ha fatto in modo che tutte le cose risultino utili per noi, e in questo amore la nostra vita dura per sempre ... In questo amore noi abbiamo il nostro principio, e tutto questo noi lo vedremo in Dio senza fine” (Il libro delle rivelazioni, cap. 86, p. 320).
Il tema dell’amore divino ritorna spesso nelle visioni di Giuliana di Norwich che, con una certa audacia, non esita a paragonarlo anche all’amore materno. È questo uno dei messaggi più caratteristici della sua teologia mistica. La tenerezza, la sollecitudine e la dolcezza della bontà di Dio verso di noi sono così grandi che, a noi pellegrini sulla terra, evocano l’amore di una madre per i propri figli. In realtà, anche i profeti biblici a volte hanno usato questo linguaggio che richiama la tenerezza, l’intensità e la totalità dell’amore di Dio, che si manifesta nella creazione e in tutta la storia della salvezza e ha il culmine nell’Incarnazione del Figlio. Dio, però, supera sempre ogni amore umano, come dice il profeta Isaia: “Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se costoro si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai” (Is 49, 15). Giuliana di Norwich ha compreso il messaggio centrale per la vita spirituale: Dio è amore e solo quando ci si apre, totalmente e con fiducia totale, a questo amore e si lascia che esso diventi l’unica guida dell’esistenza, tutto viene trasfigurato, si trovano la vera pace e la vera gioia e si è capaci di diffonderle intorno a sé.
Vorrei sottolineare un altro punto. Il Catechismo della Chiesa Cattolica riporta le parole di Giuliana di Norwich quando espone il punto di vista della fede cattolica su un argomento che non cessa di costituire una provocazione per tutti i credenti (cfr nn. 304-314). Se Dio è sommamente buono e sapiente, perché esistono il male e la sofferenza degli innocenti? Anche i santi, proprio i santi, si sono posti questa domanda. Illuminati dalla fede, essi ci danno una risposta che apre il nostro cuore alla fiducia e alla speranza: nei misteriosi disegni della Provvidenza, anche dal male Dio sa trarre un bene più grande come scrisse Giuliana di Norwich: “Imparai dalla grazia di Dio che dovevo rimanere fermamente nella fede, e quindi dovevo saldamente e perfettamente credere che tutto sarebbe finito in bene…” (Il libro delle rivelazioni, cap. 32, p. 173).
Sì, cari fratelli e sorelle, le promesse di Dio sono sempre più grandi delle nostre attese. Se consegniamo a Dio, al suo immenso amore, i desideri più puri e più profondi del nostro cuore, non saremo mai delusi. “E tutto sarà bene”, “ogni cosa sarà per il bene”: questo il messaggio finale che Giuliana di Norwich ci trasmette e che anch’io vi propongo quest’oggi. Grazie”.








“UOMINI DI DIO”: LA TESTIMONIANZA DEI MARTIRI TRAPPISTI D'ALGERIA

E' ancora nelle sale il film Des Hommes et des Dieux (Uomini e Dei) di Xavier Beauvois. La pellicola, che narra il martirio di sette monaci trappisti in Algeria, a Tibhirine, avvenuto nel 1996, nei mesi scorsi ha avuto grande successo di pubblico in Francia e dal 22 ottobre è uscito in Italia. Selezionato per il Festival di Cannes, il film è stato salutato da lunghi appalusi sia dalla stampa ceh dal pubblico. Ha ricevuto anche il Gran Premio della giuria, presieduta da Tim Burton.
Ispirato dal libro Più forti dell’odio di Christian de Chergé (Edizioni Qiqajon), il priore di Tibhirine, Des Hommes et des Dieux era apparso subito sotto buoni auspici.
Il film racconta i tre anni precedenti la strage dei monaci di Tibhirine («giardinetto» in lingua cabila), avvenuta nell’Algeria del 1996, dilaniata dal terrorismo islamista, dalla sua repressione e dalle fratture che essa provocava nel governo, nelle forze armate e nelle relazioni internazionali.
Non ho visto ancora visto il film, lo confesso e quindi non vi so dire molto, ma vorrei richiamare l'attenzione sulle vicende che lo hanno ispirato.
Il martirio dei 7 trappisti, come ogni martirio, non è stato vano e i frutti già germogliano.
La comunità trappista femminile di Valserena (nei pressi di Cecina) ha fondato, nel 2005, un monastero ad Aleppo, in Siria. Come leggiamo nel sito di Valserena (www.valserena.it) “Punto di partenza di questo cammino è stato il desiderio di raccogliere l’eredità dei sette monaci di Tibhirine, i nostri sette fratelli uccisi in Algeria nel 1996. Ciò che ci hanno lasciato, più forte della morte, è la testimonianza della loro vita, tutta dedicata a Dio, e offerta con amore a tutti i fratelli che li circondavano, sia cristiani che musulmani”. Mentre vi invito a visitare il sito delle monache, che hanno anche una fondazione in Angola, e, magari, a dar loro un aiuto, riporto il testamento spirituale del padre priore di Tibhirine.




Testamento spirituale del Padre Christian de Chergé, priore di Tibhirine
aperto la domenica di Pentecoste 26 maggio 1996
Quando si profila un ad-Dio
Se mi capitasse un giorno (e potrebbe essere anche oggi) di essere vittima del terrorismo che sembra voler coinvolgere ora tutti gli stranieri che vivono in Algeria, vorrei che la mia comunità, la mia Chiesa, la mia famiglia si ricordassero che la mia vita era donata a Dio e a questo paese. Che essi accettassero che l’unico Padrone di ogni vita non potrebbe essere estraneo a questa dipartita brutale. Che pregassero per me: come potrei essere trovato degno di tale offerta ? Che sapessero associare questa morte a tante altre ugualmente violente, lasciate nell’indifferenza dell’anonimato.

La mia vita non ha più valore di un’altra. Non ne ha neanche meno. In ogni caso, non ha l’innocenza dell’infanzia. Ho vissuto abbastanza per sapermi complice del male che sembra, ahimé, prevalere nel mondo, e anche di quello che potrebbe colpirmi alla cieca.

Venuto il momento, vorrei avere quell’attimo di lucidità che mi permettesse di sollecitare il perdono di Dio e quello dei miei fratelli in umanità, e nel tempo stesso di perdonare con tutto il cuore chi mi avesse colpito.

Non potrei auspicare una tale morte. Mi sembra importante dichiararlo. Non vedo, infatti, come potrei rallegrarmi del fatto che un popolo che amo sia indistintamente accusato del mio assassinio.

Sarebbe un prezzo troppo caro, per quella che, forse, chiameranno la "grazia del martirio", il doverla a un algerino chiunque egli sia, soprattutto se dice di agire in fedeltà a ciò che crede essere l’islam.

So il disprezzo con il quale si è arrivati a circondare gli algerini globalmente presi. So anche le caricature dell’islam che un certo islamismo incoraggia. È troppo facile mettersi a posto la coscienza identificando questa via religiosa con gli integralismi dei suoi estremisti.

L’Algeria e l’islam, per me, sono un’altra cosa; sono un corpo e un’anima. L’ho proclamato abbastanza, credo, in base a quanto ne ho concretamente ricevuto, ritrovandovi così spesso il filo conduttore del Vangelo imparato sulle ginocchia di mia madre, la mia primissima Chiesa, proprio in Algeria e, già allora, nel rispetto dei credenti musulmani.

Evidentemente, la mia morte sembrerà dar ragione a quelli che mi hanno rapidamente trattato da ingenuo o da idealista: "Dica adesso quel che ne pensa!". Ma costoro devono sapere che sarà finalmente liberata la mia più lancinante curiosità.

Ecco che potrò, se piace a Dio, immergere il mio sguardo in quello del Padre, per contemplare con lui i suoi figli dell’islam come lui li vede, totalmente illuminati dalla gloria di Cristo, frutti della sua passione, investiti del dono dello Spirito, la cui gioia segreta sarà sempre lo stabilire la comunione e il ristabilire la somiglianza, giocando con le differenze.

Di questa vita perduta, totalmente mia, e totalmente loro, io rendo grazie a Dio che sembra averla voluta tutta intera per quella gioia, attraverso e nonostante tutto.

In questo grazie, in cui tutto è detto, ormai, della mia vita, includo certamente voi, amici di ieri e di oggi, e voi, amici di qui, accanto a mia madre e a mio padre, alle mie sorelle e ai miei fratelli, e ai loro, centuplo accordato come promesso!

E anche te, amico dell’ultimo minuto, che non avrai saputo quel che facevi. Sì, anche per te voglio questo grazie e questo ad-Dio profilatosi con te. E che ci sia dato di ritrovarci, ladroni beati, in paradiso, se piace a Dio, Padre nostro, di tutti e due. Amen! Insc’Allah

Algeri, 1º dicembre 1993

Tibhirine, 1º gennaio 1994

+Christian






I VESCOVI SVIZZERI IN DIFESA DEL CROCIFISSO E DEI FRATELLI CRISTIANI IN IRAQ


Radio Vaticana, 06/12/2010. - La solidarietà ai cristiani iracheni perseguitati e i simboli religiosi nei luoghi pubblici sono i due principali temi al centro dei lavori della 290.ma assemblea ordinaria della Conferenza episcopale svizzera (Ces), svoltasi a Viège. I presuli, citati dall’Osservatore Romano, hanno denunciato “una forte ostilità manifestata contro i simboli religiosi nei luoghi pubblici”. Si tratta di una “corrente d'opinione che vuole confinare la religione alla sfera privata. È con soddisfazione che la Ces — hanno proseguito — ha preso atto che la maggioranza della popolazione sostiene la presenza dei simboli cristiani, in particolare i Crocifissi, nei luoghi pubblici”. La maggioranza, inoltre, riconosce che “con l'abolizione di questi simboli si corre il rischio di minare le fondamenta cristiane della nostra società e del nostro modo di vivere insieme senza costrizione”. Ne consegue il diritto di testimoniare pubblicamente e di vivere la fede attraverso segni visibili. “La libertà di credo e di coscienza — hanno aggiunto — è garantita solo se le espressioni di fede e i loro segni sono tollerati. Il divieto di esporre il Crocifisso nei luoghi pubblici non sarebbe espressione di tolleranza, ma di intolleranza poiché impedisce in pubblico l'espressione della fede cristiana”. La Conferenza episcopale svizzera ha poi espresso preoccupazione per le condizioni in cui sono costretti a vivere i cristiani in Iraq e hanno espresso la loro profonda solidarietà. “Siamo scioccati dalla situazione dei cristiani in Iraq”, si legge in un messaggio dell'episcopato elvetico, nel quale si parla dell'attacco sanguinoso avvenuto il 31 ottobre nella chiesa siro-cattolica di Nostra Signora del Perpetuo Soccorso di Baghdad, a causa del quale hanno perso la vita 58 fedeli. “L'attacco sembra rappresentare il culmine di una lunga serie di attentati contro la vita dei cristiani e di altre minoranze religiose. Questi atti di persecuzione — prosegue il comunicato della Ces — non sembrano volersi fermare. La vita dei cristiani in Medio Oriente, purtroppo, continua a peggiorare e a essere continuamente minacciata”. I vescovi svizzeri hanno ricordato il Sinodo speciale dei vescovi per il Medio Oriente dello scorso ottobre, fortemente voluto da Papa Benedetto XVI, a margine del quale è stato lanciato un accorato appello alla giustizia, alla pace, al rispetto dei diritti umani e alla libertà religiosa in tutto il Medio Oriente. La Conferenza episcopale ha quindi ringraziato tutte le organizzazioni umanitarie che assistono i cristiani cattolici che si trovano in Iraq e anche quelli costretti ad andare in esilio nei Paesi vicini, come Giordania, Libano e Siria. Infine, i vescovi hanno ribadito che il più forte sostegno che si può offrire ai cristiani iracheni è la preghiera e hanno invitato le parrocchie a celebrare la messa o altre funzioni liturgiche per tutti i perseguitati e i martirizzati a causa della loro fede.



POLEMICHE SULL'ULTIMO EPISODIO  DE “LE CRONACHE DI NARNIA”

Roma, 7 Dicembre 2010 - E' polemica su alcune dichiarazioni di Liam Neeson, a proposito di 'Le Cronache di Narnia: Il Viaggio del Veliero'. In alcune interviste, l'attore, che da la voce al Gran Leone Aslan, ha paragonato il suo personaggio ai profeti e ai leader spirituali, come Buddha e Maometto.
"Aslan - ha detto il 58enne attore nordirlandese- non è solo un simbolo del cristianesimo, potrebbe essere Maometto, Buddha o qualsiasi altro profeta o altra grande figura spirituale. Aslan per i bambini rappresenta un mentore".
Scoppia subito la rivolta dei fan su internet, ma molte anche le prese di posizione di alcuni giornali cattolici: William Oddie, editore del quotidiano Catholic Herald, ha definito le dichiarazioni dell'attore "una vergognosa distorsione del racconto di Lewis".
Lo stesso portavoce dell’autore C.S. Lewis, Walter Hooper, ha respinto le parole di Neeson affermando: "Narnia non c’entra niente con l’Islam. Lewis avrebbe negato tutto dicendo che la storia di Narnia è su Cristo. Non conosco Liam Neeson e non so di cosa parli, ma quello che dice non riflette in alcun modo il pensiero di Lewis"
(Fonte: Quotidiano Nazionale)

IL VATICANO E GLI ALIENI

Poichè i tg hanno dato molta enfasi a una supposta apertura del Vaticano agli alieni, riportiamo l'articolo incriminato apparso sull'OR del 5 dicembre 2010.

SE QUALCUNO RESPIRA ARSENICO


di José G. Funes
L'astrofisica è una scienza che riserva sempre sorprese. La ricerca esige uno sforzo quotidiano, spesso nascosto, ma non di rado viene premiata con risultati significativi. Questa settimana i media hanno riferito di scoperte che senza dubbio provocheranno molte domande e apriranno nuovi filoni di studio.
La prima riguarda le "nane rosse", stelle piccole (30 per cento della massa del nostro sole) e di scarsa brillantezza. Pieter van Dokkum, della Yale University, e Charlie Conroy, dello Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics, hanno pubblicato su "Nature" un lavoro riguardante otto galassie ellittiche - osservate con il telescopio Keck i di Mauna Kea, nelle isole Hawaii - che si trovano a una distanza compresa tra i 50 e i 300 milioni di anni luce. Com'è noto, l'universo è fatto di circa cento miliardi di galassie, che in base alla loro forma si classificano in ellittiche, spirali e irregolari. La nostra Via Lattea è una spirale.
Utilizzando potenti strumenti, van Dokkum e Conroy sono riusciti a ottenere spettri che corrispondono a nane rosse. Da qui l'ipotesi che nelle galassie ellittiche queste stelle siano molto più abbondanti di quello che si pensava. Vorrei rilevare che i nuovi risultati dipendono dai modelli di sintesi di popolazione stellare, che permettono di fare la "somma" della luce di tutti i miliardi di stelle che formano una galassia. Dunque, solo studi ulteriori potranno confermarli.
In ogni caso, se questa ipotesi fosse dimostrata, avrebbe delle conseguenze per la nostra comprensione dell'universo. Nel senso che aumenterebbe il numero delle stelle, mentre diminuirebbe la proporzione di materia oscura nelle galassie. Dalla cosmologia sappiamo attualmente che l'universo è fatto per il 4 cento di atomi, per il 73 di energia oscura e per il 23 di materia oscura.
Dovremo allora cambiare queste proporzioni? Se ci sono più stelle nelle galassie ellittiche, aumenta molto probabilmente il numero di pianeti. E con essi cresce la probabilità di vita nell'universo. Anche se forse non lo sapremo mai. Si tratta di galassie troppo lontane per poter osservare le singole stelle. Neppure la fervida fantasia degli autori di Star Trek e Star Wars ha immaginato la possibilità di esplorare altre galassie.
Ma facciamo una tappa meno remota nel nostro viaggio extragalattico. Sul sito di "Nature" si può leggere un articolo dedicato alla scoperta di un'atmosfera su una cosiddetta super earth ("super terra"). Il pianeta gj 1214b orbita intorno a una stella nana rossa distante 42 anni luce, con un periodo di 38 ore. La massa del pianeta è 6,5 volte quella della Terra. Le nuove osservazioni spettroscopiche - effettuate con il Very Large Telescope in Cile dal team guidato da Jacob Bean, dello Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics - suggeriscono che l'atmosfera di gj 1214b è composta di vapore acqueo o, comunque, è dominata da dense nubi.
La ricerca sulle super earths è molto interessante. Questi corpi, che non esistono nel nostro sistema solare, rappresentano una situazione intermedia tra i pianeti terrestri, come Venere e Marte, e i pianeti gioviani, come Urano e Nettuno. La comprensione della formazione di altri sistemi stellari ci aiuterà a capire meglio la formazione del nostro. E forse ci consentirà di arrivare a un modello che permetta di spiegare in un modo "universale" la formazione dei pianeti che orbitano intorno ad altre stelle.
Lo studio di pianeti extrasolari con atmosfera ripropone la domanda sulla possibilità di vita nell'universo. Un gruppo di ricercatori della Nasa ha scoperto, nel Mono Lake in California, il primo microrganismo conosciuto capace di crescere e riprodursi utilizzando una sostanza tossica come l'arsenico. Questo essere vivente sostituisce l'arsenico al fosforo nei componenti delle cellule. In poche parole, è un microbo che respira arsenico. È evidente che se cerchiamo forme di vita nell'universo, dobbiamo almeno sapere cosa cercare:  cioè definire che cosa è un essere vivente. Questa nuova scoperta sicuramente contribuirà ad allargare i nostri orizzonti concettuali in materia.
E chissà se, in una lontanissima galassia ellittica, qualcuno che abita su una "super terra" orbitante intorno a una "nana rossa" e respira arsenico, in questo momento si sta facendo le stesse domande.
(Fonte: Osservatore Romano)

iTUNES PRO O CONTRO UNIONI OMOSESSUALI?
New York City, N.Y., 3/12/2010 (catholicnewsagency).- Dopo che Apple Inc. ha rimosso da iTunes   l'applicazione Manhattan Declaration (MD), con l'accusa di contenere materiale offensivo, ha preso il via  la protesta dei firmatari della  MD.
L'applicazione Manhattan Declaration per iPhone e iPad era stata eliminata lo scorso mese quando gli attivisti del gruppo Change.org avevano raccolto 7mila firme in calce a una petizione che sosteneva che l'applicazione promuovesse 'omofobia' e 'intolleranza'.
La Dichiarazione, composta nel 2009 da un gruppo cristiano di ortodossi, cattolici ed evangelici, in difesa della libertà religiosa, del matrimonio tradizionale e del diritto alla vita, ha circa 500mila sostenitori. Essa, dapprima accettata da Apple e catalogata 4+, cioè sicura quanto a contenuto, è stata eliminata, secondo i sostenitori della MD, “a seguito di un piccolo numero di proteste espresse a voce da parte di sostenitori di matrimoni omosessuali e aborto”. Nessuna acrimonia contro i gay, ma forte disappunto.
Chi volesse curiosare sulla vicenda può visitare il sito http://www.manhattandeclaration.org/home.aspx ricordando che nel 2008 Apple ha donato 100.000$ al movimento in favore delle unioni omosessuali.



Vuoi segnalare articoli, notiziari, che reputi di particolare interesse? Clicca qui

Vuoi tornare a RISCOSSA CRISTIANA – home?Clicca qui