IL BLOG DI RISCOSSA CRISTIANA

DOPO LA CONVENTION DI "FUTURO E LIBERTA' "

Fini, la parodia di Erostrato


per intanto, sfasciamo quella che c'è...

di Piero Vassallo


    








Il distruttore antico rappresentava la scimmia della fede religiosa. Il pastore di Efeso, Erostrato, contemplava l'immortalità nelle rovine prodotte dalla cieca violenza.
   Il distruttore moderno, invece, ignora l'immortalità e si abbandona al piacere della distruzione chiusa nel breve giro del piacere. Affacciato alla finestra della megalomania nutre l'odio contro l'umanità che egli reputa soggiacente e ingombrante.
   Jean Paul Sartre sostiene che il delirio del nuovo Erostrato nasce dalla convinzione che gli altri siano incapaci di resistere al suo sguardo dall'alto. Ai suo occhi allucinati gli altri sono il disturbo abitante in basso. La vertigine della superiorità esalta l'invidia e la rovescia nella decisione di scendere tra la folla per colpire a caso.
  Il devastatore moderno non ha altro fine che umiliare gli uomini che fanno ombra alla sua immaginaria eccellenza. Armato di pistola o di chiacchiera velenosa, il moderno Erostrato scende in campo per spianare la strada alla propria piccolezza. Insegue il successo nella sventura delle personalità sovrastanti.
  Chi contempla la storia moderna in filigrana non ha difficoltà a riconoscere l'assiduo lavoro di tanti piccolo imitatori di Erostrato, i rivoluzionari.
  Ultimo della serie rivoluzionaria, Gianfranco Fini. Che sia uomo di perpetuo insuccesso lo rivela la dipendenza dei suoi successi dall'altrui merito: da Almirante a Tatarella, dall'apprendista stregone Martinazzoli a Berlusconi. La storia di Fini è una storia di dipendenze.
   E' naturale, è secondo copione che, stanco del successo, Fini scenda le scale dell'immeritata fortuna per colpirne l'artefice Berlusconi. Il risultato? La splendida grandezza di Biancaneve Tulliani in mezzo ai sette nani: Granata - Brontolo, Campi - Dotto, Briguglio - Eolo, Ronchi - Cucciolo, Barbareschi - Mammolo, Dallavedova - Gongolo, Peppenanni - Pisolo. In mezzo a una tale compagnia Fini può recitare la parte del principe azzurro. La carriera del distruttore finisce sempre nel ridicolo. 

=======================================================


NAUSEA ED EMERGENZA


di Paolo Deotto


Già, anzitutto nausea,. Perché non si era mai vista una maggioranza votata e riconfermata due volte (dal 2008 al 2010), che trova al suo stesso interno i suoi disgregatori. Una più vergognosa dimostrazione di menefreghismo verso gli elettori (quel famoso popolo “sovrano” di cui all’art. 1 della sempre osannata Costituzione) non si era mai vista.
Nausea, perché questa piccola congiura da bassissimo impero è partita da un omarino della politica, da quel Gianfranco Fini che senza Berlusconi sarebbe ancora impegnato a fare qualche saluto romano in raduni di nostalgici e a vivacchiare ai confini del grottesco “arco costituzionale”.
Invece, ecco finalmente il suo trionfo. Il mediocre, l’uomo del vuoto pneumatico culturale intellettuale, che finalmente si scopre e dice, senza più alcun pudore, tutto il suo rancore verso l’uomo di cui sarebbe sempre stato l‘eterno secondo. E ciò accadeva non tanto perché Berlusconi impedisse a Fini di essere il primo, ma perché per Fini essere secondo era già una conquista impensabile.

Quali sono i contenuti della proposta politica di Fli? Non l’ho capito. Eppure alcuni mi dicono che, oltre a una solida cultura, ho anche un briciolo di intelligenza. Ho letto una montagna delle solite banalità, di argomenti triti e ritriti, ma in alcun punto sono riuscito a capire:
1)      perché Fini abbia messo in piedi tutto questo can can
2)      cosa, in definitiva, voglia, proponga, progetti.

Probabilmente non lo sa neppure lui. Fini, se sono convinto, l’ho già scritto e lo confermo, è il piccolo killer di quelle forze ben più grandi e potenti, che da anni vogliono eliminare Berlusconi, il quale, piaccia a non piaccia, donnaiolo o non donnaiolo, rappresentava comunque (e tuttora rappresenta) un comune sentire popolare, un ostacolo alla massificazione nel delirio dell’uomo nuovo che deve essere a-religioso, a-sessuato, a-famigliato. Un delirio che ha radici ben lontane, di oltre due secoli, che ha celebrato i suoi fasti nel Terrore, che ha poi trovato i suoi campioni in personaggi come Hitler, Stalin, Pol Pot, che trova il suo costante alimento (e le sue enormi risorse finanziarie) nella Massoneria.
Fini sarà anche stato “iniziato” alla Massoneria, chi se ne frega. Ma Fini sarà sempre un nulla (che del resto si circonda di microcefali a lui adatti – si pensi a un Bocchino…), e proprio per questa sua natura è l’uomo adatto per sfasciare, lasciando libero spazio ai suoi desideri di vendetta, al suo bisogno di primeggiare.

Fini ha decretato: “Berlusconi deve dimettersi”. Se si è deciso a dirlo con chiarezza (il killerino non è mai stato un esempio di gran coraggio), è perché di certo gli hanno promesso qualcosa di tosto.
L’ultima vicenda dell’ultima ragazza con cui Berlusconi avrebbe fatto follie, si inserisce armoniosamente nel modo attuale di far politica. Berlusconi subisce un assedio giudiziario addirittura grottesco, ma con questo non si riesce a incastrarlo. In perfetto stile mafioso gli viene dato “l’avvertimento”, mandando allo sbaraglio in piazza Duomo, a Milano, un povero demente incaricato di spaccargli la faccia. Ora si mette in dubbio anche l’uso della sua scorta, forse è troppa e troppo efficiente, sicché fargli la pelle è impossibile. Meglio allora trovare l’ennesima donna, meglio ancora se ragazza, da gettargli tra i piedi. E invitarlo a dimettersi, con un coro che ha del surreale, se si pensa che proviene da difensori di transessuali, omosessuali, trisessuali, e tutto ciò che attiene al libero uso dell’inguine e di altre strumentazioni in zona.
Berlusconi si scoccia e sbotta: “Meglio donnaiolo che gay”. Apriti cielo! Ha bestemmiato definitivamente, ora va punito. E chi gli chiede ora le dimissioni? Il suo già fedele alleato, il “leader” di una delle componenti del PdL. Peccato che sia il leader di quattro gatti, anche se, con l’antico vizio italico da post 25 luglio, i micetti sono un po’ aumentati, nella speranza di saltare sul carro del vincitore.

È una crisi che non ha alcun senso dal punto di vista politico, che non porta in sé alcun progetto alternativo, salvo i soliti gargarismi di “nuovi modi di far politica”, di “legalità”, e di tutto quell’armamentario.
Una sinistra allo sfascio plaude al piccolo killer, anche se ci rifiutiamo di credere che un uomo intelligente come Bersani possa pensare a una collaborazione con Fini. Fini gongola, si dice contrario ai papocchi, dice che questa legge elettorale fa schifo, ma nel contempo chiede le dimissioni del governo. A che pro? Per rabberciare una nuova maggioranza, rifare la legge elettorale, e andare alle urne? Forse, ma neppure questo è certo, perché, per quanto limitato a livello cerebrale, Fini sa benissimo che anche per lui le elezioni sarebbero una incognita, e grossa.

È una crisi al buio, da cui può trarre sicuro danno l’ultimo soggetto che sembra interessare il piccolo killer: l’Italia, questa nostra povera Patria che il governo se lo era già scelto, e che di fronte a una crisi potrebbe seccarsi e vedere il partito degli astenuti divenire il partito di maggioranza.
Fini odia tutti salvo Fini. Berlusconi deve dimettersi, la Lega ha sfasciato l’Italia, ma ora, meno male, è arrivato lui, ha fondato Fli, e salverà l’Italia. Ci dichiara subito il suo amore incondizionato per tutti, immigrati, omosessuali, mussulmani, bianchi, neri, gialli e verdi, e così via.

E quando Berlusconi si sarà dimesso, cosa accadrà? Molto semplice: non ci sarà un altro leader, potremo avere una nuova esaltante stagione in cui papocchiare ben bene. Cerchiamo di non essere buffoni fino in fondo, indicando “astri emergenti” come un Vendola, o merce del genere. Quello che abbiamo di fronte è una società allo sfascio, che baserà la sua politica sul galleggiamento, senza più alcun valore morale di riferimento.
Infatti, mi si consenta, un Berlusconi super donnaiolo è enormemente più affidabile, sotto il profilo morale, di questi quattro squallidi gatti, difensori di invertiti, sfasciatori di famiglie, promotori dell’aborto e, perché no?, dell’eutanasia. Il tutto, parola del Gianfranco, in nome di una “vera libertà”.

Fini, ne sono arcisicuro, morirà (politicamente) sgretolato dai miliardi di decibel prodotti da pernacchie a non finire.

Ma non è lui che ci interessa. Ci interessa l’Italia, le sue famiglie, le sue tradizioni, i valori senza i quali non c’è progetto politico che tenga. I valori da sempre difesi dalla Chiesa cattolica.

È il momento che noi cattolici smettiamo di stare alla finestra, o di partecipare, per essere alla moda, al coro antiberlusconiano. Cerchiamo di essere franchi con noi stessi: abbiamo, non per nostro merito, ma per Grazia, la chiarezza dei valori, ma non abbiamo leader veri e popolari, che possano assumere la guida del Paese. Abbiamo di fronte due strade; la prima da percorrere immediatamente, è l’appoggio serio e leale ai leader che possano garantire quantomeno un argine ai progetti di sfascio paganeggiante della nostra Società. La seconda strada, che si percorrerà nel medio – lungo periodo, è quella di tornare a occuparci seriamente di politica, formare persone capaci di essere le future guide del Paese, che difendano quei valori che (repetita iuvant) sono i soli a poter garantire la vita di una Società.
Ha senso e prospettiva parlare di un nuovo partito cattolico? Non lo so. Di sicuro ha senso parlare di un partito che si dia come fondamenti quei valori, cattolici e quindi umani e razionali, che per decenni sono stati accettati e condivisi anche da chi si definiva non-credente.

Solo in questo modo l’Italia ha prospettive di sopravvivenza. Il resto è fuffa, gorgoglio di parole vuote, piccole beghe di piccolissimi uomini, che inseguono i loro minuscoli scopi e le loro squallide rivalse.


PS: bisogna però dare atto a Fini di una nota comica, di certo involontaria (fare vera comicità è da persone intelligenti), laddove dichiara: ''Credo che questo decadimento (il decadimento morale, ndr) sia la conseguenza della perdita di decoro e rigore di quelli che sono i comportamenti di chi è chiamato a essere di esempio, perché se si è personaggi pubblici - rimarca - si è obbligati a essere d'esempio''.
Una frase di questo tipo, detta un uomo anziano che si è fatto infinocchiare dalla solita donna che per ragioni anagrafiche potrebbe essere sua figlia, che ha piazzato fratello e mamma ed altri parenti della sullodata “compagna”, che ha un metodo tutto suo di curare le compravendite immobiliari, e che, non scordiamolo, ha tradito amici, elettori, tradizioni, una frase così, dicevamo, può solo far ridere (o singhiozzare…)



Vuoi scrivere un commento su questo articolo? Clicca qui

Vuoi tornare a RISCOSSA CRISTIANA – home? Clicca qui