IL BLOG DI RISCOSSA CRISTIANA

RASSEGNA STAMPA - 8





DOPO TRE ANNI RIAPRE LA BIBLIOTECA VATICANA

CITTA' DEL VATICANO - Un milione e 600mila volumi a stampa, 80mila manoscritti e 100mila unita' archivistiche, 8mila400 incunaboli circa, 300mila tra monete e medaglie, 150mila tra stampe, disegni e matrici, oltre 150mila fotografie. Sono alcuni dei numeri della 'biblioteca dei papi' che ha riaperto al pubblico il 20 settembre scorso dopo tre anni di lavori straordinari.

In occasione della riapertura attesa dai tanti studiosi che qui sono a casa (circa 20mila l'anno), la Biblioteca Apostolica Vaticana si racconta al grande pubblico attraverso una mostra, allestita in Vaticano nel Braccio di Carlo Magno, e intitolata 'Conoscere la Biblioteca Vaticana', una storia aperta al futuro, che verra' inaugurata l'11 novembre e restera' aperta per tutto il mese di gennaio.

Si affianca a questa iniziativa, il convegno di studio '
La Biblioteca Apostolica Vaticana come luogo di ricerca e come istituzione al servizio degli studiosi
', che si svolgera' dall'11 al 13 novembre. La mostra, organizzata dalla Biblioteca e dall'Opera romana pellegrinaggi, si avvale di mezzi multimediali che consentono la visione di spazi 'interni' altrimenti inaccessibili'.

Convegno e mostra vengono presentati in sala stampa vaticana dal bibliotecario di Santa Romana Chiesa, cardinale Raffaele Farina, dal prefetto della Biblioteca mons. Cesare Pasini, dal viceprefetto Ambrogio Piazzoni , dalla curatrice della mostra Barabara Jatta e dall'amministratore delegato dell'Opera romana pellegrinaggi, padre Cesare Atuire.
La mostra, ha spiegato la curatrice Barbara Jatta, 'vuole renderla accessibile al grande pubblico, comprese le scolaresche' e cosi' prevede accanto alle sezioni tradizionali, un percorso multimediale fatto di videocomputer e audiovideo multilingue che ne raccontano la storia, l'organizzazione, i suoi tesori. In due laboratori, di restauro e di fotografia, gli esperti della Biblioteca compiranno parte del loro lavoro ordinario, a portata di mano per i visitatori, che potranno fare domande e ricevere spiegazioni su come si restaurano o rilegano antichi codici e pergamene.

Il prefetto della Biblioteca, mons. Cesare Pasini, ha annunciato che per in occasione della riapertura, Papa Benedetto XVI visitera' la Biblioteca il prossimo 18 dicembre.
(Fonte: Ansa)
 






SPOT PRO-EUTANASIA 'CENSURATO' IN AUSTRALIA ARRIVA SULLA TV ITALIANA
Milano, 9 nov. (Adnkronos/Adnkronos Salute) - Capelli rasati, qualche ruga sul viso e profonde occhiaie. Il primo piano di un uomo che racconta la sua storia: "Io ho scelto di fare l'università, di studiare ingegneria - dice - Ho scelto di sposare Tina e avere due figli splendidi, ho scelto che macchine guidare, la maglietta che indosso, il taglio di capelli. Quello che non ho scelto è di diventare un malato terminale". Esordisce così lo spot pro-eutanasia realizzato in Australia, dove la programmazione è stata bloccata, e visibile su Internet da oggi in versione italiana (su Youtube e sul sito dell'associazione Luca Coscioni che ne ha curato 'l'importazione').
Una rete televisiva locale, Telelombardia, si è dichiarata disponibile a trasmetterlo (sarebbe la prima in Italia), previa autorizzazione dell'Autorità garante per le comunicazioni come prescrive la legge, e oggi a Milano ha presentato il video in anteprima alla stampa.
Protagonista un attore di mezza età. Quando l'inquadratura si allarga lo si vede seduto sul letto, maglietta bianca e pantaloni del pigiama a righe, una donna dietro di lui si avvicina con un vassoio, lo poggia e si siede accanto alla finestra. L'uomo continua il suo racconto: "Non ho scelto di patire la fame perché mangiare mi fa male come ingoiare lamette da barba e certamente non ho scelto che la mia famiglia debba vivere questo inferno insieme a me. Ho fatto la mia scelta finale. Ho solo bisogno che il governo mi ascolti". Questo il messaggio rivolto alle istituzioni, nel video creato dal gruppo The Works di Sidney per l'associazione Exit international e rilanciato in Italia (messa in voce dall'attore Toni Garrani) dall'associazione Luca Coscioni e dal Partito radicale.
Il video si chiude con un passaggio del rapporto Eurispes 2010, che segnala come il 67% degli italiani sia favorevole alla legalizzazione dell'eutanasia. "Il nostro Governo no", chiosa il messaggio.
Segue il lancio della raccolta fondi per permettere la programmazione dello spot a favore della legalizzazione della 'dolce morte', oltre che su Telelombardia, anche su altre emittenti locali e nazionali.
"Bando alle ipocrisie", chiede Mina Welby, moglie di Piergiorgio, politico e attivista che nel 2006, malato terminale di distrofia muscolare progressiva, chiese di staccare la spina del respiratore che lo teneva in vita. "Piergiorgio - racconta durante la presentazione dello spot - voleva morire da uomo che può ancora guardare il sole, capace di intendere e di volere fino alla fine. Ma soprattutto voleva che gli fosse riconosciuto il diritto di uscire dalla sua condizione ormai intollerabile. Con dignità. La sua è stata una lotta per la vita, fino alla fine dei suoi giorni. Voler concludere la propria esistenza in modo buono e bello, così come si è vissuto voleva dire amare la vita, non disprezzarla".




SENTENZA STORICA IN TURCHIA: RESTITUITO L’ORFANOTROFIO DI BUYUKADA AL PATRIARCATO ORTODOSSO


Istanbul, 09/11/2010 (AsiaNews) - Storica sentenza di una corte di giustizia turca, la prima del genere: il tribunale  di Buyukada, sulla scia della sentenza della Corte dei diritti dell uomo di Strasburgo,  ha reso al Patriarcato ecumenico di Istanbul l’orfanatrofio di Buyukada. La corte ha comunicato al “Fanar” di aver dato ordine che avvenga la definitiva  restituzione al Patriarcato Ecumenico di Costantintinopoli dello stabile, sito sull’ Isola dei Principi. Inoltre ha ordinato la sua trascrizione al pubblico catasto a nome del “Rum Patrikanesi” (Il Patriarcato dei Rum, come sono chiamati i cristiani ortodossi in Turchia), riconoscendo de facto il suo status giuridico. Inoltre va sottolineato che con questa sua sentenza il tribunale di Buyukada rinnega una sua  precedente sentenza del 27 giugno 2005, con la quale, e su sollecitazione della Direzione delle Fondazioni Religiose, venivano tolti i diritti di proprietà sull'orfanotrofio al Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli.
Con questa sentenza, la prima e davvero storica di un tribunale turco,  si conclude cosi la lunga controversia che ha avuto inizio nell’anno 1999 tra il Patriarcato Ecumenico e la Direzione delle fondazioni religiose, espressione quest’ ultima  della Turchia Repubblicana che attraverso essa esercitava un attento controllo sulle minoranze. Usando strumenti di natura giuridica spesso discutibili. Nel 1999 quando la Direzione generale delle fondazioni religiose ha chiesto l’annullamento dei titoli di proprietà dell'orfanotrofio intestati al Patriarcato Ecumenico sin dal 1902 e confermati  nel 1929. Contemporaneamente la Direzione generale delle Fondazioni Religiose ha ordinato il passaggio dei titoli di proprietà alla fondazione religiosa ortodossa che si occupa dell'orfanotrofio, chiuso nel 1964 per presunta inagibilità.  
Il “Fanar”, esauriti senza successo tutti i mezzi giuridici a sua disposizione presso le autorità turche, ha fatto ricorso alla Corte dei diritti dell’uomo di Strasburgo, che il 15 giugno di quest’anno ha accolto le sue richieste. Resta però un ultimo passo da compiere: e cioè sciogliere lo status di “mazbut” dell'orfanotrofio, provvedere al dissequestro e occupazione  da parte della  Direzione generale delle Fondazioni e concedere la sua gestione a membri eletti dalla comunità cristiano-ortodossa di Istanbul. La sentenza apre la strada al possibile dissequestro di 23 monasteri in Turchia, ancora di proprietà dello Stato attraverso la Direzione generale delle Fondazione. L’ orfanotrofio, come ha detto il  Patriarca ecumenico Bartolomeo I, verrà adibito a centro mondiale interreligioso e a osservatorio per la protezione dell'ambiente .





CATTOLICO, PRO-LIFE E REPUBBLICANO IL  NUOVO SPEAKER DELLA CAMERA DEGLI STATI UNITI


Washington, DC, 04/11/2010 - Il nuovo Speaker (Presidente) della Camera degli Stati Uniti sarà John Boehner dell'Ohio. 60Enne, secondo di 12 figli di una famiglia cattolica della classe lavoratrice, fu il primo della sua famiglia a andare al college. Sposato, due figlie, è il primo cattolico pro-life e repubblicano a presiedere l'assemblea USA. Quest’anno è stato insignito dell’Henry J. Hyde Defender of Life Award, promosso dall’associazione Americans United for Life proprio per il suo impegno a impedire il finanziamento pubblico degli aborti.
Succede alla democratica Nancy Pelosi. Nominalmente cattolica, la Pelosi nelle proprie posizioni era però in aperto contrasto con gli insegnamenti della Chiesa, soprattutto in materia di difesa della vita. La sua attività a favore dell'aborto è stata criticata da alti esponenti della Chiesa cattolica negli Stati Uniti. A proposito ricordiamo che il 18 febbraio 2009, dopo una breve visita della Pelosi a Benedetto XVI al termine dell’udienza generale, un insolito Comunicato della Sala Stampa vaticana puntualizzò che il Papa nel colloquio aveva ricordato che la legge naturale e il costante insegnamento della Chiesa «impongono a tutti i cattolici, e specialmente ai legislatori» di cooperare «per promuovere un ordinamento giuridico giusto, inteso a proteggere la vita umana in ogni suo momento».
Altro esempio di solido cristiano pro-life è il senatore della Florida Marco Rubio, classe 1971, è un altro esempio di solido Cristiano pro-life. Figlio d'immigrati cubani è cresciuto nella Chiesa Cattolica, ma pare che oggi sia membro della Christ Fellowship di West Kendall, Florida. Sposato è padre di 4 figli.



VESCOVO

LANSING, MI (Catholic Online) – L'organizzazione Citizens for a Pro-Life Society ha annunciato che il vescovo Earl Boyea della diocesi di Lansing (Michigan) celebrerà la Messa funebre per 17 vittime di aborto e presiederà la loro sepoltura il 20 novembre p.v.

La messa verrà celebrata nella Cattedrale di St. Mary, 219 Seymour Avenue, a Lansing. L'organizzazione che ha promosso i funerali ha reso noto, tramite comunicato stampa, che i resti dei bambini abortiti erano stati rinvenuti nella spazzatura il 26 febbraio 2010. Essi erano presumibilmente frutti di aborti eseguiti nella clinica Woman's Choice e gettati nei contenitori dei rifiuti. I 17 sacchi contenenti i resti delle creature erano segnati col nome della madre e la data dell'aborto.

Non tutti sanno che in Italia c'è una legge nazionale che permette la sepoltura di bambini non nati facendone domanda alla A.S.L. Di competenza: è il D.P.R. 10 settembre 1990, n. 285 - Articolo 7.
 Dal punto di vista cristiano il funerale e la sepoltura delle spoglie mortali è un'opera di misericordia corporale e dovere del cristiano. Ciò viene insegnato dal Magistero della Chiesa, nel documento della Congregazione per la Dottrina della Fede Il rispetto della vita umana nascente e la dignità della procreazione (febbr.1987) nella parte I al numero 4: "i cadaveri di embrioni e feti umani volontariamente abortiti o non, devono essere rispettati come le spoglie degli altri esseri umani". Questi funerali sono previsti dalla legge italiana - DPR n. 285 del 10-9-1990, art. 7, comma 1,2,3,4 e art. 50, comma 1 - e sono abitualmente promossi dai gruppi di preghiera con la collaborazione di alcuni medici obbiettori, l'aiuto dei sacerdoti e il consenso dei vescovi.



A tal proposito pubblichiamo un articolo apparso il 6/11/2010 su La Valle dei Templi, quotidiano di Agrigento:

Cimitero dei bambini non nati

L’area c’è ma la convenzione no. Il cimitero per i bambini non nati, perché abortiti spontaneamente o con l’Ivg, l’interruzione volontaria della gravidanza, si trova dentro il camposanto di Piano Gatta. Il terreno è stato assegnato dal Comune all’associazione “Difendere la vita con Maria”, diretta da Paco Arnone. “L’ente ospedaliero non firma però la convenzione con la mia associazione e così i feti non ci vengono dati e non possiamo seppellirli a Piano Gatta- dice Paco Arnone – I responsabili a cui ci rivolgiamo ci dicono che devono essere mandati a Siracusa per gli accertamenti necessari. Capisco che bisogna fare accertamenti sugli aborti spontanei, per comprenderne la causa, ma non comprendo perché vengano fatti anche sui feti abortiti”. Una battaglia che l’associazione di Paco Arnone conduce da diversi anni. Fu il sindaco Piazza a firmare la convenzione tra il Comune e l’associazione cattolica agrigentina per assegnare un area del nuovo cimitero da destinare ai bambini non nati. Due anni fa sono state assegnate all’associazione di Paco Arnone due aree, una nel cimitero di Porto Empedocle e un’altra in quello di Agrigento. Ma non basta: i bambini non nati devono essere consegnati dalla struttura ospedaliera e per questo occorre che i responsabili firmino una convenzione con l’associazione “Difendi la vita con Maria”. Ogni sabato al san Giovanni di Dio sono da quattro a cinque le donne che fanno richiesta di aborto. Paco Arnone da tempo chiede che i feti gli vengano consegnati per dargli sepoltura. “Finiscono tutti in un centro di Siracusa e non so cosa succede dopo. Secondo la legge i familiari potrebbero fare richiesta per avere i corpicini e quindi seppellirli. Ma la gente non conosce questa legge e non fa alcuna richiesta. Né il personale dell’ospedale informa la famiglia che compilando quattro moduli può richiedere il feto abortito spontaneamente. Noi abbiamo diffuso dei depliant per informare su questo diritto. Ma gli ostacoli poi per realizzarlo sono tanti”, spiega Arnone. Nella Regione Lombardia, la giunta Formigoni ha disposto, nel gennaio 2007, che gli embrioni e i feti abortiti non devono più essere smaltiti dagli ospedali. Se la genitrice lo richiede possono essere sepolti privatamente. Altrimenti devono obbligatoriamente essere cremati e portati nei cimiteri.  Al XX consiglio comunale di Roma è stata avanzata una proposta analoga. Agrigento è stata però la prima città italiana in cui tale idea è maturata e la notizia fece molto scalpore in Italia.  Il DPR n. 285/90 stabilisce che “per la sepoltura dei prodotti abortivi di presunta età di gestazione dalle 20 alle 28 settimane complete e dei feti che abbiano presumibilmente compiuto 28 settimane di età intrauterina e che all’ufficiale di stato civile non siano stati dichiarati come nati morti, i permessi di trasporto e di seppellimento sono rilasciati dall’unità sanitaria locale”. Inoltre “a richiesta dei genitori, nel cimitero possono essere raccolti con la stessa procedura anche i prodotti del concepimento di presunta età inferiore alle 20 settimane”.
(*EDB*) Elio Di Bella





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