IL BLOG DI RISCOSSA CRISTIANA

ANALISI DELLA SITUAZIONE POLITICA, DA WEIMAR A FUTURO & LIBERTÀ




Elezioni rinviate, ma Berlusconi ha capito tutto…

Presto o tardi alle urne, o per lui sarà la fine


di Marino Solfanelli


fonte: Newsletter di Abruzzopress


La volontà certamente sincera di terminare la legislatura o, quanto meno, l’attuazione del programma elettorale, ma andare alle elezioni – dopo che i “picciotti” di Bossi (e non solo loro) avranno maturato il periodo pensionabile – vorrà dire per Silvio Berlusconi rompere l’accerchiamento. La situazione è più seria di quanto si potesse immaginare, e prescinde dallo scorretto velleitarismo di Gianfranco Fini, strumento non so dire quanto consapevole di una strategia di dominazione internazionale. La salvezza politica di Berlusconi risiede solo in un altro successo elettorale.

La situazione è analogia a cosa già accaduta – dirò quando – che rivela un antico disegno.

Certo, Fini ambizioso e scorretto, un Mida all’incontrario che sfascia tutto ciò che tocca e rinnega tutto ciò in cui ha fatto credere di “credere”: dal Mussolini “più grande statista del mondo” al “Fascismo male assoluto”; e poi il falso giuramento di fedeltà alla causa del Fascismo moderno davanti alle spoglie di Almirante; la moglie “rubata” al camerata di partito, che con un pugno sul viso gli mutò i connotati; l’abbandono della moglie per l’amante di Gaucci; la dissoluzione del MSI prima e di AN dopo, ed ora il tentativo di disfacimento del Pdl.

Perché tutto questo? Per quanto ambizioso e senza scrupoli Fini non è uno stupido, è sa benissimo che la sua azione apparentemente inspiegabile non approderebbe a nulla se fine a se stessa, con quell’esercito di lanzichenecchi che si ritrova intorno, da Bocchino a Barbareschi, che egli intimamente disprezza.

E allora? Per trovare il bandolo della matassa bisogna seguire attentamente le campagne di quelle che rappresentano le nostrane “punte di diamante” della “occulta strategia della guerra senza con confini”, nell’ordine di importanza: Corriere della Sera, Repubblica, Partito Radicale, quest’ultimo spelacchiato cane ringhioso che ogni giorno, attraverso radio radicale, inveisce contro il patto “scellerato” tra i “dittatore libico” e Berlusconi e D’Alema. Perché anche D’Alema? Perché in ripetute occasioni ha espresso le proprie simpatie per il “depredato” (a dir poco) popolo palestinese.

Facciamo un passo indietro.

Mussolini sosteneva che, perché sia veramente libera, una Nazione deve produrre nel proprio ambito territoriale tutto ciò di cui il suo popolo ha bisogno: grano, stoffa, cuoio, energetici, ecc., in una parola: “Il mercato organico” o, più semplicemente, l’autosufficienza. Il suo pensiero, che si diffondeva in altri Stati europei, andava oltre, sino ad ipotizzare l’ Eurafrica, un grande mercato organico intorno al bacino del Mediterraneo, che avrebbe recato benessere a molte Nazioni occidentali con la fusione tra tecnologia europea e ricchezza energetica africana. Idea certamente geniale, da “grande statista”, come avrebbe detto Fini, ma che cozzava con gli interessi economici delle potenze all’epoca definite “demo-plutocratiche-massoniche” cui si sottraeva il mercato europeo, con qualche inconveniente (per loro): chi non ricorda la grave crisi americana del 1929? E fu la guerra…

Torniamo a Bomba, come avrebbero detto i filosofi Silvio e Beltrando Spaventa, che di quando in quando a Bomba, Comune della nostra provincia, loro paese natio, tornavano veramente.

Qual è l’argomento ricorrente in questi giorni e sul quale insistono le tre “punte di diamante” di cui abbiamo detto (Corsera, Repubblica e Partito Radicale)? La venuta di Gheddafi in Italia, con i suoi accordi di espansione energetica, che vengono subdolamente indicati come affari personali di Berlusconi, che fanno il paio con gli accordi unilaterali energetici con la Russia di Putin.

Accordi di interesse nazionale, della nostra nazione, interessi che però non coincidono con di quelli delle potenze egemoniche che hanno la loro maggiore forza nella “disorganicità dei mercati” (altrui), quelle “plutocrazie” oggi più semplicemente definite “poteri forti”. I nostrani “cantori” della faziosità, che tanto fanno finta di scandalizzarsi, non ebbero nulla da ridire quando i soldi del “dittatore libico” affluivano copiosamente nelle casse della Fiat e nei forzieri della Banca d’Italia.

In altra epoca i conflitti economici scaturiti dalla economia nazionalista italiana furono risolti – si fa per dire – con Hitler: quattro consociate della G.M. riuscirono a riarmare la Germania, la repubblichetta di Weimar, in meno di dieci anni, facendone – da nazione debellata, decolonizzata, economicamente distrutta – una delle potenze più grandi del mondo. Per quale scopo? Fecero credere al dittatore nazista (che era uno di loro - V. il Giornale del 26 Agosto ’10) che avrebbero riunito l’Europa sotto il pangermanesimo, ma era un inganno, e le conseguenze (comprese le reazioni di Hitler), sono note.

Proporzioni a parte, per porre un margine alla attuale politica energetica italiana (accordi con Russia e Libia) vi sono stati diversi tentativi, persino quello di abbattere moralmente e fisicamente Berlusconi; tentativi finora tutti falliti: le avversioni giornalistiche del Corsera, le campagne scandalistiche di Repubblica, le escort, i continui attacchi di Radio Radicale, addetto ai servizi meno nobili… Evidenti persino le ragioni per cui il Giacinto Pannella attacca ogni giorno Massimo D’Alema (gli hanno persino portato il nemico dentro il partito), associandolo quasi sempre a Berlusconi…

Tornando a Berlusconi, le continue iniziative della Magistrature, le aggressioni fisiche, gli attacchi continui, non riescono a demolirlo, per via dei successi elettorali a non finire, una opposizione allo sbando inconcludente e inconsistente… Figurati, con Parisi e Rosy Bindi, povera sinistra…

Infine la soluzione: Gianfranco Fini, il suo ingresso nella Massoneria (cui credo non sia estranea la nuova compagna), la visita ad Israele, lo “zucchetto”, la continua logorante azione contro il leader e il suo governo, che si rivelò in tutta la sua subdola verità con il “fuorionda” con il magistrato di Pescara, quando faceva il tifo per il super assassino mafioso Patuzza…

Sembra proprio non vi sia dubbio: Fini è l’Hitler della situazione, il grimaldello scelto per scatenare la guerra nell’interno della maggioranza… speriamo solo non faccia la stessa fine del dittatore tedesco…

Per salvarsi dalla congiura Berlusconi ha una sola possibilità: appena possibile alle elezioni, rimettersi nelle mani del corpo elettorale, di quel popolo che ha sempre creduto in lui, e lo ha sempre gratificato con larga messe di voti. Se saprà ancora parlare al popolo, “quelli lì” non prevarranno, almeno per questa volta!...

Mussolini diceva che se uno Stato non è etico per governarlo basta un Consiglio d’Amministrazione. Ebbene, ritengo che quello in carica sia un buon C.d’A., con un presidente imprenditore e ministri pragmatici che hanno dimostrato di saper far di conto. Chi altro sennò: chi, come si dice da noi: “non ha mai alzato un ceppo da terra”?


UN BREVE COMMENTO


di Paolo Deotto


Non ho mai avuto gran passione per la “dietrologia”, sport tutto italiano, in genere praticato da chi non sa rassegnarsi alle spiegazioni ovvie e normali di un evento. Ma leggendo questo articolo dell’amico Solfanelli mi ha colpito la lucidità di analisi, che dimostra che non di “dietrologia” si tratta, ma di lettura di dati di fatto in sé stessi poco chiari, e sui quali l’Autore cerca una spiegazione logica.

Personalmente sono convinto che nel comportamento di Fini giochi comunque una ambizione smodata, associata a una incapacità di capire e accettare i propri limiti. Quindi mi sento di dissentire da Solfanelli che generosamente dice che Fini “non è uno stupido”. Si potrebbe facilmente notare che chi riesce a scegliersi come portavoce un individuo della statura intellettuale da criceto come Bocchino, tanto intelligente non può essere. Ma non è azzardato pensare che anche per questi suoi limiti Fini possa essere lo strumento, consapevole (per quanto gli riesca) di un gioco internazionale ben più grande di lui. Pensando a Fini ai suoi mille tradimenti, alle sue ambiguità, oltretutto nei confronti dell’uomo che lo ha portato a una ribalta politica che da solo poteva soltanto sognare, mi viene in mente la famosa spia “Cicero”, nome in codice dell’albanese Elyesa Bazna, che trasmise ai tedeschi molte importanti informazioni nell’ultima guerra, e alla fine fu compensato con la bella somma di 300.000 sterline. Però erano false…e Cicero, se fosse stato napoletano, poteva definirsi “cornuto e mazziato”.

Vedremo quale sarà il guiderdone del buon Gianfranco. Di certo la continuità ossessiva dell’attacco a Berlusconi, sia dall’Italia, sia da diversi organi di stampa esteri, trova le sue origini nell’anomalia politica che è sempre stato il nostro Capo del Governo. Un politico non “di professione” che ha saputo conquistare una grande popolarità, e avviare una politica che ha pestato e pesta i piedi a tanti, massoni, grandi capitali internazionali, nonché (non sottovalutiamolo), lobby potenti come quelle degli omosessuali e degli abortisti, portatori, ognuno a loro modo, di quel messaggio di morte che comunque infesta il mondo. Berlusconi è stato sottoposto ad attacchi inauditi sotto tutti i fronti, con un accanimento che avrebbe logorato un bisonte. Per nostra e sua fortuna, il Presidente è di tempra dura, e si direbbe che dagli attacchi ricavi ulteriore forza.

Concordo con Solfanelli sul fatto che comunque la situazione sia tutt’altro che risolta. L’impegno di Fli ad appoggiare il governo è alquanto strampalato. Se Fli si considera ancora parte della maggioranza (almeno, così ha detto il Premio Nobel Bocchino), che bisogno c’era di costituirla? Mistero. Le grane verranno ancora fuori, e con ogni probabilità Berlusconi dovrà di nuovo fare ricorso alle urne.

Ma prima (e sperando che nei confronti di Berlusconi nessuno tenti una soluzione col metodo Mattei-Bascapè…) ci sono due passi a mio avviso essenziali:

- spiegare al popolo italiano, senza alcun rispetto o ritegno, perché si va di nuovo a votare. In effetti il cittadino, che ha nel 2008 votato per il centrodestra, e che ha dato chiarissime riconferme nelle Europee del 2009 e nelle amministrative di quest’anno, avrebbe tutto il diritto di essere stufo. Il partito degli astenuti rischia di allargarsi sempre più.

- Realizzare, prima di eventuali elezioni, una seria e incisiva riforma dell’ordine giudiziario, perché le recenti esperienze nelle amministrative di quest’anno, col tentativo di privare del diritto di voto milioni di elettori tra Lombardia e Lazio, devono pur insegnare qualcosa. Il partito dei magistrati va fermato; è il più pericoloso, perché sa di non pagare mai per i propri errori e di non essere sottoposto al giudizio degli elettori.

In tutto questo pasticcio, c’è la sicurezza che comunque Fini è finito (mi si scusi il gioco di parole involontario). Non a caso ricordavo sopra la spia Cicero: i traditori sono sempre disprezzati, anche da coloro per i quali lavorano, e quindi, prima o poi, scaricati. Potrà sempre ritirarsi a Montecarlo.

Ciò detto, e sperando comunque che la legislatura possa invece durare sino alla sua scadenza naturale, mi si consenta una maligna domanda: Solfanelli scrive, a proposito di Fini “speriamo che non faccia la fine del dittatore tedesco”. Perché no? Quanto meno, se parliamo della fine fatta nel bunker di Berlino…


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