IL BLOG DI RISCOSSA CRISTIANA

IL CECCHINO - 10

QUALCOSA NON QUADRA


di Autore Ignoto



Già, qualcosa non quadra, oppure sono io che non arrivo a vette di pensiero abbastanza sublimi.

Ordunque, apprendiamo che il sig. Calisto Tanzi è stato condannato a diciotto anni di reclusione. Il Tanzi senza dubbio ha fatto qualche marachella pesante, causando danni a non pochi risparmiatori e commettendo vari reati, tutti di natura economica. L’anno scorso si era beccato un’altra condanna a dieci anni per aggiotaggio.
mi raccomando, non rubare!
Se consideriamo che Tanzi ha 72 anni, pur augurandogli lunga vita, si è beccato, praticamente l’ergastolo.

E fin qui, tutto bene. Chi le combina troppo grosse, è giusto che paghi.

Sennonché, andando a scorrere un po’ di cronache passate, apprendiamo che il giovane Mauro “Omar” Favaro il 3 marzo di quest’anno ha riguadagnato la libertà, avendo usufruito di indulto e sconti per buona condotta. Si trovava nelle patrie galere dal 23 febbraio 2001 per scontare una condanna a 14 anni di reclusione.
Per cosa era stato condannato? Roba da nulla, ragazzate. Aveva solo ammazzato a coltellate, in concorso con la dolce fidanzatina, Erika De Nardo, la madre di quest’ultima e il fratellino, di anni undici. Decine di coltellate, un delitto bestiale e immotivato, una ferocia disumana.

Se la matematica non è un’opinione, questo bravo figliolo ha fatto nove anni e otto giorni di galera.

Saremo anche nella piena legittimità, visto che il Favaro all’epoca dei fatti era minorenne. Ma è impossibile non soffermarsi sul fatto che non aveva fatto la sciocchezzuola, la ragazzata, che so, il furtarello. No, aveva dimostrato impressionanti attitudini alla ferocia. Ma la legge è indulgente coi minori…

Ergo, riassumendo: Tanzi ha imbrogliato a destra e a manca, ha falsificato bilanci, scritture contabili, ha truffato. Anni diciotto di galera. Sono tanti, specie per un uomo anziano.
Favaro ha avuto la bestiale capacità di infilare decine di volte un coltello nel corpo di una povera donna e di un bambino. Anni quattordici di galera, di cui solo nove scontati.
Se la pena è proporzionale alla gravità del crimine, Tanzi ha commesso qualcosa di più grave di ciò che ha commesso Favaro, minorenne o meno che fosse all’epoca dell’orribile delitto.

Ma allora i “danè” valgono più della vita umana?

È lecito pensare che una “civiltà” e una “cultura” che producono simili mostruosi cortocircuiti morali e logici, abbiano qualcosa che non quadra


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