IL BLOG DI RISCOSSA CRISTIANA

I CATTOLICI E L’IMPEGNO POLITICO - L'INTERVENTO DEL DOTT. PIERLUIGI VINAI

Lorenzetti - Gli effetti del buon governo

di Paolo Deotto


La nostra Società si trova in una grande confusione di valori e di punti di riferimento, e il confronto politico, lungi dal realizzarsi in una dialettica tra diverse parti, con l’unico scopo del bene comune, si trasforma troppo spesso in una lotta senza quartiere, condotta con tutti i mezzi, contro il “nemico”.

In questa situazione Riscossa Cristiana ha ritenuto opportuno avviare un sondaggio tra diverse personalità del mondo della cultura e della politica per cercare di individuare le modalità che devono guidare un cattolico nell’impegno politico. Siamo infatti convinti che, al di là di programmi e di scelte operative, argomenti questo sempre soggetti a revisione, sia di fondamentale importanza riscoprire le ragioni più profonde ed essenziali che devono guidare l’azione politica.

Infatti non ci troviamo semplicemente di fronte a una crisi di gruppi di destra o di sinistra, bensì a una crisi profonda del concetto stesso di Stato e delle sue finalità. I cattolici non possono sfuggire alla responsabilità che hanno nel mondo. “Nessuno infatti accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma la porrà sul porta lucerne, affinché illumini tutti coloro che sono nella casa”

Speriamo così di dare il nostro contributo affinché i cattolici, pur in una dialettica che vede diversi partiti tra loro contrapposti, sappiano recuperare le vere e profonde ragioni del loro operare, per il bene della Chiesa e dell’Italia.




Ringraziamo vivamente il dott. PIERLUIGI VINAI, che per primo ha cortesemente risposto al nostro sondaggio, e qui di seguito riportiamo i Suoi autorevoli pareri:


Buongiorno,
                      a seguito di sollecitazione dell’amico Piero Vassallo, che mi ha lasciato alcuni appunti a firma del direttore del sito, mi permetto di farvi pervenire poche, semplici, sentite righe. Alcune frasi sono “da manuale” ma non potrebbe essere diverso.

Mi si chiede, sostanzialmente:

  • Quali sono i doveri di un cattolico impegnato in politica? 
Promuovere una società a servizio della persona, perseguendo, conseguentemente, il bene comune. Però, per fare ciò, deve offrire una coerente testimonianza cristiana, ogni giorno, con umiltà, spirito di servizio, sopportazione…anche sbuffando, ma resistendo al maligno. Diversamente non serve a nulla la sua enunciazione di principi che, poi, non vive. Lo so che è dura, durissima, talmente dura che sfido a trovarne uno nel panorama nazionale!

  • Quali sono le realistiche possibilità di operare? 
Apparentemente sembrerebbero poche giudicando lo scenario nazionale attuale, però non è così, e non lo dico solo per un moto di speranza. Ci sono molti operatori politici che si sforzano di portare avanti idee e testimonianza, però i media se li filano davvero poco, conseguentemente essi sono confinati nelle retrovie, tuttavia, se persevereranno e, tutti insieme, sapremo cambiare le “regole d’ingaggio”, non è detto che anche in tempi brevi non si possa emergere.

  • Quali devono essere i criteri perché un cattolico aderisca ad un partito, in assenza di un partito cattolico? 
L’esame dei programmi, dei fini, dei mezzi che siano coerenti col Vangelo. Poi, che la classe dirigente si sforzi di dare buona testimonianza individuale e collettiva.

  • L’attuale sistema politico può realmente garantire uno spazio espressivo e una possibilità di azione? Come? 
Certo che può. Bisognerebbe che i cattolici coinvolti nei vari partiti sapessero fare sentire la loro voce forte e chiara senza timori, ma, soprattutto, senza compromessi finalizzati a conservare od acquisire la “seggiola”; torniamo alla coerenza della testimonianza. Purtroppo ciò non si vede, anche perché, la naturale conseguenza di questa lotta sarebbe la loro fuoriuscita da contenitori vuoti per fondare, insieme, qualcosa di concretamente rappresentativo della presenza dei cattolici in politica. Però, per arrivare a ciò, ci vorrebbe anche un po’ più di coraggio da parte dei pastori della Chiesa che, finora, non incentivano per nulla questo processo di riaggregazione dei cattolici sotto un’unica bandiera.

  • Diversamente, in che modo i cattolici possono essere presenti nella società? 
Ognuno nel proprio ambito, nel lavoro quotidiano, stando “nel mondo” pur non essendo “del mondo” e facendo vedere questa differenza che si traduce nell’amare il mondo appassionatamente conquistandolo ed indirizzandolo anziché subendolo.

  • Quale giudizio sulla galassia di gruppi, movimenti cattolici, associazioni e sulla loro funzione nella costruzione della società? 
Prima di tutto bisognerebbe imparare una volta per tutte a non dividersi continuamente come “cane e gatto” facendosi ridere dietro dai non credenti e seminando confusione e smarrimento nei credenti. Sarebbe un grande passo avanti e rafforzerebbe l’efficacia del loro agire. In ogni caso è da considerarsi una ricchezza la pluralità di sfumature e di campi d’azione del loro intervento, purché tutto si riconduca all’unità che crea società.


Spero che le mie risposte siano adeguate alle vostre aspettative.
Grazie per il coinvolgimento e per l’attenzione.
Un caro saluto.
Pierluigi Vinai






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