IL BLOG DI RISCOSSA CRISTIANA

LETTERA APERTA AI GIOVANI MANIFESTANTI

Milano, 14 maggio 1977

di Paolo Deotto




Cari ragazzi,
                       diventando vecchi non si diventa più saggi. Molto semplicemente, c’è stato il tempo per vedere un certo numero di porcherie in più, e diviene così doveroso avvisare chi nelle stesse porcherie sta cadendo.
Perdonatemi se uso parole non delicate. Ma è una porcheria usare, per i propri fini, politici, economici, o quel che siano, i giovani, ossia coloro che più facilmente hanno un legittimo desiderio di miglioramento, che “vorrebbero fare qualcosa” per migliorare la Società.
Vedete, questa lettera è indirizzata a 990 di voi. Non è indirizzata a quei dieci, mestieranti della rivolta, ben pagati dai partiti che li organizzano, che stanno in testa al corteo che domani farete. Quelli sono mascalzoni, che vi usano. Nel “mitico” sessantotto avevo diciannove anni, facevo la quinta liceo. Ero, insomma, nell’occhio del ciclone, e ricordo benissimo i compensi che venivano offerti per picchettare le scuole, oppure per organizzare cortei, fino alle “mancette” che venivano elargite anche per la sola partecipazione, per fare massa.
Allora le fila le tirava il Partito Comunista, che aveva un’organizzazione efficiente e disponeva di molti fondi. Ebbe l’ottima idea di “inventare” il Movimento Studentesco, ottimo strumento per non sporcarsi direttamente le mani, e per poter scegliere con comodo chi mandare allo sbaraglio, chi scaricare, o a chi (i più disciplinati e inquadrati, ossia i meno intelligenti: un ottimo esempio è Baffodiferro Massimo D’Alema) favorire carriere politiche. Gli altri, erano semplice carne da cannone.

Domani, leggo sulla stampa, voi, cari ragazzi, sarete impegnatissimi a manifestare e a far cortei contro la riforma Gelmini (ma l’avete mai letta?), contro il governo Berlusconi, e, se non erro, anche contro il precariato (ma sapete di preciso cosa sia?).
Oggi un manipolo di nazistelli (perché tale si può definire chi vuole impedire agli altri di parlare liberamente) ha fatto irruzione nell’auditorium dove si teneva la presentazione di un libro del segretario generale della CISL, Raffaele Bonanni.
Domani, cosa vedremo? Nei giorni scorsi abbiamo visto cose di estrema gravità, tipo l’irruzione in ministeri, respinta dalla Polizia. Poi non sono mancati i soliti corollari di automezzi danneggiati, lancio di fumogeni, lancio di pietre, eccetera.

Voi, cari 990 ragazzi, domani vivrete la doppia avventura di una bella bigiata di massa (e in quella vi capisco: ma perché non ne approfittate per andare a spasso con la morosa?) e di un gioco della guerra che si fa ogni giorno più pericoloso. Vedete, sono in tanti a volere la testa di Berlusconi, e non credo che siate così ingenui da pensare che la vogliano per alti motivi ideali. Uno di quelli che più strepitano sull’onestà è quel tale Di Pietro che non ha un armadio pieno di scheletri, ma almeno un intero guardaroba. Vogliono la testa di Berlusconi perché il potere attualmente lo ha lui (bene o male), perché ha pestato i calli a tanti.
Non voglio farvi qui l’apologia di Berlusconi e del suo governo. Vi fanno schifo? Liberissimi. Se avete già diciotto anni alle prossime elezioni potrete darvi da fare per eliminarlo dalla scena politica.

Ma, scusate tanto, perché adesso dovete fare da truppa d’assalto per chi vuole far cadere il Governo e, con la situazione politica ultra confusa che c’è in Parlamento, cerca altri strumenti: scioperi generali (la signora Camusso replica il “modulo Epifani”: dire di no a tutto), disordini di piazza e, perché no, un bel morto?

Il morto va sempre bene, nella politica dei mascalzoni. Se il morto sarà uno di voi, sarà usato come martire, se sarà un poliziotto servirà a dimostrare che questo Governo non sa più gestire l’ordine pubblico.

Quelli che vi stanno usando, che su di voi investono (ma credete che non costi nulla organizzare cortei, con altoparlanti, striscioni, fumogeni a gogò, automobili, stampati da distribuire, magliette con slogan, eccetera?), da voi si aspettano un ritorno. È ovvio, si investe per avere un ritorno.

Così voi venite usati. Vi si insegna a odiare, a prevaricare, ad essere violenti. Se la farete troppo grossa, tanto meglio. Ma sarete lasciati da soli a cavarvela, vi accorgerete d’incanto di far parte di quella “piccola parte di provocatori” che neppure sapevate che esistesse. Quelli veri, i provocatori di professione, pagati per farlo, sanno come cavarsela. Diverrete utili politicamente, e poi sarete lasciati nei guai. Ci sono alle spalle decine di storie di giovani che si sono fatti anni di galera dopo aver obbedito ai mascalzoni che li hanno usati come truppe di assalto.

Vi lascio una foto interessante: ritrae un giovane, Mario Ferrando, che sta sparando con una pistola. Era il 14 maggio 1977, via Carducci a Milano. Quel colpo di pistola uccise il vicebrigadiere di Pubblica Sicurezza Antonio Custra, di anni venticinque.
Quel giovane, Mario Ferrando, fu a un tempo assassino, uccidendo il poliziotto Custra, e vittima dei mascalzoni che lo avevano usato in piazza.
La violenza è una cosa pericolosa, non si sa mai come vada a finire, iniziando a giocarci. Se volete farlo per vostro conto, liberissimi.

Ma farlo, oltretutto, per conto terzi, non vi sembra un po’ sciocco?

Pensateci.


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