IL BLOG DI RISCOSSA CRISTIANA

RALPH INERNY SUL VATICANO II


Che cosa è andato storto?


di Piero Vassallo

In un saggio pubblicato recentemente, monsignore Brunero Gherardini pur riconoscendo che “il respiro soprannaturale è tutt’altro che assente dal Vaticano II”, sostiene che, fra le righe dei documenti conciliari, sono talora insinuate espressioni equivoche e contorte che, lette alla falsa luce emanata dalle infurianti teologie di De Lubac, Congar e Rahner, inducono a credere che una benefica rivoluzione abbia elevato la fede cattolica adattandola allo spirito dei tempi.

L’illustre teologo, pertanto, suggeriva di trarre le debite conseguenze dall’ermeneutica della continuità esposta da Benedetto XVI al fine di sciogliere i diffusi e tormentosi dubbi sul concilio stabilendo una volta per tutte che si deve riconoscere al Vaticano II un’indole dogmatica solamente dov’esso ripropone come verità di Fede dogmi definiti in precedenti Concili”.

Differente è la strategia a difesa del Vaticano II elaborata dal filosofo americano Ralph Inerny, strategia esposta in un saggio del 1998, “Vaticano II Che cosa è andato storto?” che è finalmente pubblicato in Italia dalla casa editrice veronese Fede e Cultura.

Inerny non ha difficoltà ad ammettere che le speranze risposte nel Concilio sono state deluse, specialmente in America, dove era in atto una forte crescita del cattolicesimo: “I cattolici si aspettavano un grande balzo in avanti e pensavano che una situazione già per sé brillante sarebbe diventata ancor più brillante. Ciò non accadde. Accadde qualcosa di molto simile al contrario. … Si può far finta di credere che le cose siano migliorate? Ci sono alcune zone luminose, ma è innegabile che la fede dei cattolici sia stata scossa e che il modo di vivere dei cattolici non si distingue più da quello degli altri americani”.

Pur riconoscendo che l'esito sconsolante dello spirito del concilio, risultato che Paolo VI associò all'ingresso del fumo di satana nella Chiesa, Inerny assolve con formula piena il Vaticano II. Sostenne, infatti, che in nessun modo i cattolici possono rifiutare un concilio: “È il Papa che convoca un concilio ecumenico: egli controlla il lavoro dei vescovi riuniti in assemblea; ed egli promulga i documenti che esprimono il giudizio dei vescovi. Quando il Papa fa questo, quei documenti diventano la misura della nostra fede. Ciò che rende valido il Vaticano II è ciò che rende valido il Vaticano I, il Concilio di Trento, e ogni altro concilio. Accettare un concilio equivale ad accettarli tutti, rifiutarne uno equivale a rifiutarli tutti”.

La condivisibile affermazione dell’obbligo di accettare tutti i concili non esclude tuttavia la liceità della ricerca, nei documenti conciliari, dei segni che rimandano alle insidie costituite dalla surrettizia circolazione delle tesi eterodosse nelle pieghe dei documenti approvati dai protagonisti del Vaticano II.

L’interpretazione “restrittiva” che del Vaticano II propone monsignor Gherardini, pertanto, sembra più affidabile e aggiornata di quella formulata da Inerny.

Interessante e condivisibile senza incertezza è invece l’elenco, puntualmente compilato da Inerny, degli errori che, in nome di un concilio immaginario, hanno generato la rivolta dei teologi contro il papa e il riassunto delle leggende intorno allo spirito rivoluzionario, che, secondo la vulgata progressista, avrebbe animato il concilio della rifondazione cristiana.

Il pretesto dell’aperta insurrezione dei novatori contro l’autorità del papa e contro la verità, secondo Inerny, fu la pubblicazione dell’enciclica “Humanae vitae”, scritta da Paolo VI per confermare la contrarietà del magistero nei confronti delle pratiche intese al controllo delle nascite.

Sulla base dell’affermazione scritta in un documento del Vaticano II, la costituzione “Lumen gentium, secondo cui il collegio episcopale non ha autorità se non lo si concepisce unito al pontefice, Inerny non ha difficoltà a confutare e smentire i contestatori di Paolo VI: “A nessun gruppo nella Chiesa è conferita la facoltà di accettare o rifiutare l’insegnamento papale e di dire ai fedeli che possono rifiutare legittimamente il magistero del Papa”.

Grazie alle apparizioni mariane del XIX e del XX secolo, i cattolici conoscono, peraltro, le infedeltà (per non dire le eresie) delle quali si sono macchiati e si macchiano i sacerdoti del partito progressista, i quali, agitati dalla smania di obbedire allo spirito dei tempi, hanno negato e negano ostinatamente le verità di ragione e di fede.

Il saggio di Inerny conferma puntualmente le rivelazioni mariane e, pertanto, si raccomanda specialmente ai cattolici, che manifestano la loro perplessità, il loro disagio e il loro turbamento di fronte allo spettacolo di vescovi, teologi e preti d’assalto che si oppongono alle verità tradizionali e rifiutano l’insegnamento e il governo di Benedetto XVI.


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