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CHE NE È DEL DDL SU FINE VITA?








da un lettore di Riscossa Cristiana

Cari amici,
avete notato che il ddl sulla fine vita, approvato al Senato nel marzo 2009, alla Camera sembra non dover approdare mai? Ho trovato un articolo di Avvenire del 26 marzo dell'anno scorso che nel dare la notizia dell'approvazione al Senato dice "adesso il provvedimento passa alla Camera per la seconda lettura." Un altro articolo, del 15 maggio 2009, sempre di Avvenire, informa che il ddl aveva terminato l'iter della Commissione Affari sociali
della Camera e "si prevede che possa andare in aula a Montecitorio alla fine di giugno."

Da allora è passato non solo quel giugno, ma anche il giugno di quest'anno, e nessuno ne parla più.

In tutto questo tempo il Presidente della Camera, Gianfranco Fini, non ha mai trovato modo di metterlo all'ordine del giorno.

Tutto questo fa pensare che sia questa la vera posta in gioco nelle vicende che stanno lacerando la politica di questo Paese: si vuole fare di tutto per guadagnare tempo fino a riuscire a cambiare la maggioranza che
approvò il ddl al Senato con 150 sì, 12 no e astensioni, e intanto dare modo alla macchina propagandistica radical - massonica di far dimenticare Eluana, mandando papà Englaro in giro per le scuole a tenere conferenze.

Il testo di legge approvato al Senato esclude tassativamente l'eutanasia e il rifiuto dell'alimentazione. Per gli attivisti della cultura di morte che, finanziatissimi, stanno battendosi per fare approvare o depenalizzare l'eutanasia e il suicidio assistito in tutto il mondo, è vitale bloccare questa legge, che potrebbe essere di esempio ad altri e svegliare le coscienze dei cattolici.

Perché il Presidente della Camera si presterebbe a questo gioco? E' bene ricordare che Fini è quello la settimana dopo aver approvato la legge 40 sulla bioetica dichiarò di volerla sottoporre a referendum. (E secondo me, uno che nella vita ha fatto solo politica, cioè non ha mai diretto nulla se non le posizioni del partito, probabilmente non ha granché voglia di fare il Presidente del Consiglio: molto meglio puntare a diventare Presidente della Repubblica e continuare per il resto della vita a lavorare ai bei discorsi. Per arrivare a questo però non basta l'appoggio del proprio, pur maggioritario, schieramento: ci vuole l'appoggio anche dell'opposizione....)

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Una nota della Redazione:

Queste interessanti riflessioni portano inevitabilmente alla questione dell’appartenenza, un po’ più che “presunta”, di Fini alla Massoneria, trattata nell’articolo “Gli inquietanti elogi dell’Economist per Fini”

La Massoneria, nemica della Fede e della Chiesa Cattolica, avrebbe così nel Presidente della Camera una quinta colonna di sicura affidabilità, data l’ambizione e l’evanescente moralità del personaggio



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