IL BLOG DI RISCOSSA CRISTIANA

BELLE LETTERE E BUONE LETTURE



di Rita Bettaglio


In quest'estate lunga e dal tempo incerto ho avuto modo di bighellonare per la rete alla ricerca di libri interessanti. Mi sono dedicata alla narrativa ma, poichè da tempo le belle lettere sono sempre più rare e, comunque, nascoste, mi dò all'archeologia o quasi.

Il mio sogno, da qualche anno, è di compilare una sorta di topografia del buon scrivere cattolico: non per appiccicare a tutti i costi un'etichetta a un autore o per amor di campanile, ma per il piacere di disegnare una mappa di un territorio ignoto ai più, ma colmo di gradevoli sorprese.

I miei primi ringraziamenti vanno a Totus Tuus che, nella sezione di libri scaricabili gratis, mette a disposizione diverse, validissime opere.

Inoltre ho scoperto, sul sito http://blog.messainlatino.it/2010/03/echi-tridentini-in-letteratura-gertrud.html , un'interessantissima rassegna dal titolo “Echi tridentini in letteratura”, in cui sono segnalati brani di autori, cattolici e non, in cui si rappresenta la Messa di San Pio V: ci sono moltissimi scrittori, anche di grandissima tiratura, come la cattolica e godibilissima regina americana del giallo, Mary Higgins Clark (ne parleremo diffusamente in prossimo futuro).

Nella mia 'spigolatura' della rete, mettendo, come Pollicino,un indizio dietro dietro l'altro ho disegnato il mio piccolo sentiero e vorrei farvene parte: non solo perchè vi possa essere utile, ma perchè voi stessi lo continuiate e il raccolto possa essere maggiore.

Ho trovato parecchi autori ed opere pregevoli, più o meno noti, e intendo sciorinarveli, un po' per volta: ognuno poi potrà prendere il via per conto proprio. E' mirabile come, leggendo, per associazione si passi da un testo all'altro e si disegnino percorsi imprevisti in cui all'improvviso convergono interessi e argomenti di varia provenienza: è come uno di quei giochini della settimana enigmistica in cui si devono unire i puntini e si vede, alla fine, un disegno. Insomma, quest'estate ho fatto il cane da tartufi e qualcosa ho scovato.

Non me ne vogliano gli autori più noti, per i quali non è necessaria alcuna mia promozione, perchè se ne fanno una ottima da sè e non potrei altro che appesantirli di parole banali.

Per conto mio un libro di narrativa merita di essere letto se presenta almeno una di queste due caratteristiche: contenuto interessante e prosa di valore. Trovare entrambe le cose sarebbe il massimo, ma è anche assai raro in questi tempi. Un altro elemento che mi condiziona molto, non so voi, è l'incipit: se un libro 'decolla' subito, bene; sennò cade nel dimenticatoio come un soldato di belle speranze, ma 'riformato'.

In questo un po' disordinato festival partirei da un romanzo poco noto, ma davvero interessante: si tratta di “Uomini nel tramonto” di Rodolfo Caroselli (Edizioni Interculturali, Roma, 2004, pag.330, euro 14).

La vicenda prende inizio nelle campagne presso Heraclea di Lucania nel VI secolo dopo Cristo: l'Italia è in preda al più forte, l'ordine costituito, l'impero, è qualcosa di inefficace e ridotto al fantasma di sè. Le campagne, cuore vivo e produttivo quando Roma era Roma, ora sono in balia dei disordinati e oscuri istinti degli individui, siano essi barbari invasori che italici ormai senza bussola.

Per Felice, figlio del proprietario terriero Massimo, la vita sta per cambiare radicalmente: dedito allo studio, di animo sensibile ma poco pratico, egli si trova improvvisamente alla mercè dell'arroganza e crudeltà dei propri servi. “Felice era dunque un giovane retore, ma la sua cultura libresca non poteva aiutarlo nell'affrontare i grossi guai che gli approntavano il luogo e i tempi in cui si trovava a vivere. Non era ignaro della propria inadeguatezza”.

Nella villa i servi, guidati dall'infido Spino, avvelenato Massimo, s'apprestano a eliminare anche il padroncino. Spino, “paludato nelle più ricche vesti di suo padre, la faccia volgare tagliata da un sorriso ipocrita, i piccoli occhi crudeli”, incita la servitù ad impiccare Felice. Mentre la situazione volge al peggio irrompe sulla scena Unulf, barbaro salvatore. “Un gigantesco guerriero dai capelli biondi e con una grande barba, protetto da una corazza, correva verso di loro brandendo una specie di spada corta e uno scudo rotondo”. Per Felice è la salvezza e l'inizio di un'amicizia decisiva per la vita futura. Il gigante, che poi si rivelerà un principe longobardo alla ricerca di giustizia, lo issa sul proprio cavallo e inizia la fuga. I due uomini passeranno attraverso le situazioni più disparate e troveranno l'uno la decisione e il carattere e l'altro la pacatezza e la pietà.

“Uomini nel tramonto” non è solo un bel romanzo storico, un affresco di un'epoca dimenticata eppure così importante, ma, direi, un romanzo di formazione, la formazione di due persone, venute da mondi antitetici, che s'incontrano e maturano nella comune prova.

La vicenda, ovviamente, è di fantasia ma lo scenario storico è accurato e delineato con precisione: in esso incontriamo la grande figura di Cassiodoro, politico, letterato e storico, già collaboratore di Teodorico e fondatore di un monastero, il Vivarium, presso Scyllacium (Squillace).

“Uomini nel tramonto” non è un'opera isolata ma è stata concepita dal suo autore come prima parte di un ciclo di almeno 6 libri, purtroppo non ancora pubblicati. A Rodolfo Caroselli, quindi, un ringraziamento per questo romanzo davvero coinvolgente, e l'invito a dare un'accelerata e farci leggere presto il seguito. Ne vale la pena. Coraggio, Rodolfo, scrivi!

La prossima volta ci occuperemo di un altro narratore di pregio. Vi lascio alcuni indizi (come nei telequiz): italiano, militare, del secolo scorso.

Alla prossima.


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