IL BLOG DI RISCOSSA CRISTIANA

L'ITALIA TRA BANCAROTTA E INSURREZIONE



di Piero Vassallo




E' una verità ovvia quella che Vittorio Feltri scrive nel “Giornale”: se il governo italiano non provvede alla sollecita chiusura del rubinetto dello spreco, la bancarotta, provvisoriamente in sosta dietro l'angolo, travolgerà tutti.

Sulla classe politica incombe il dovere d'impugnare le forbici del rigore e cominciare i tagli alla spesa.

Se non che i tagliatori corrono il rischio di sollevare proteste e violente agitazioni di piazza.

I recenti fatti di Atene dimostrano che è facile l'insinuazione della violenza criminale fra le righe della legittima e ordinata protesta.

E' inutile invitare il popolo alla calma, se il messaggio è lanciato da pulpiti traballanti. Per disarmare l'estremismo dei forsennati, per allontanare il disagio della gente comune dal fanatismo degli anarchici, in attesa di pretesti per scatenare la violenza, occorre che la “casta” dia finalmente segni di sensibilità morale ed avvii il programma dei sacrifici iniziando dalla riduzione dell'esorbitante costo della politica.

Sono necessari, anzi urgenti immediati, drastici tagli agli spechi, a cominciare dagli stipendi e dai rimborsi faraonici a vantaggio di parlamentari e faccendieri. Non può tardare una feroce riduzione dello scandaloso parco delle strombazzanti e irritanti macchine blu.
Occorre inoltre avviare con sollecitudine di un progetto inteso a sfoltire la pletora dei deputati e dei senatori. Una classe politica che vive arroccata nello sfarzo e nello spreco non ha titoli per chiedere sacrifici ai lavoratori e ai pensionati.

L'egoismo cieco e l'invincibile stupidità dei penoes parcheggiati nelle stanze del privilegio, devono cedere al buon senso e rassegnarsi alla realtà, oggi rappresentata dai due corni del dilemma: o tagli progettati onestamente o una bancarotta accompagnata dalla sollevazione della piazza violenta.

I politici non infettati dalla sciocca vanità hanno già capito che la crescita del partito astensionista contiene un'invincibile antipatia verso la casta pletorica, vociante e, in larga misura inutile.

Coloro che per intelligenza, educazione e sensibilità prendono le distanze dalla mandria politicante devono agire senza indugio: la minoranza costituita dagli anarchici insurrezionalisti sa come approfittare del malcontento e della disistima che investe la casta.

Solo una classe politica capace di attuare il necessario sfoltimento e di ridurre drasticamente i propri privilegi può passare indenne tra l'incombente rischio di bancarotta e l'incubo della violenza anarchica.

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