IL BLOG DI RISCOSSA CRISTIANA

SOLIDARIETA’ A VITTORIO FELTRI

SOLIDARIETA’ A VITTORIO FELTRI


Abbiamo spesso avuto occasione di polemizzare con Vittorio Feltri, e di non condividere alcune sue scelte. Ancora pochi mesi fa, dalle pagine di Riscossa Cristiana, gli chiesi che senso avesse, sul Giornale, una rubrica tenuta da Mario Capanna. Resto del parere che spesso sul Giornale si è creata confusione tra i lettori, dando spazio ad autori di quella “neodestra” che tante volte abbiano criticato.

Ma queste sono le cose che capitano in un Paese libero: ci si può scontrare, essere su posizioni opposte, e avere il rispetto per l’avversario.

L’Ordine del giornalisti la pensa in modo diverso. Chi fa una stecca nel coro va punito. Vittorio Feltri è sospeso per tre mesi. Perfetto stile mafioso: per ora ti diamo una punizione, tutto sommato, leggera, ma guarda che se sgarri ancora, sarai distrutto.

La punizione a Feltri deriva dalle vicende del famoso “caso Boffo”. E qui ripeto, assumendomene tutte le responsabilità, quanto ho già detto – e scritto – più volte: proprio sul “caso Boffo” molti, e di sicuro tra questi molti ci sono quelli che hanno votato per la punizione di Feltri, sanno perfettamente che sarebbe opportuno stendere un velo pietoso. Anzi, una lapida pietosa.

Ma si sa, nelle mille piccole ma arroganti repubbliche dei soviet in cui è divisa l’Italia la verità è un optional, o meglio ancora, è verità tutto ciò che giova alla causa del partito.

La repubblica dei soviet dell’Ordine ha deciso che Feltri è un reprobo e lo ha punito. E così l’Ordine ha dimostrato, per l’ennesima volta, che il miglior servizio che potrebbe fare alla libertà di stampa sarebbe quello di non esistere.
Se un giornalista commette reati a mezzo stampa, esiste già la Magistratura per giudicarlo. L’Ordine, piccolo, ma potente, organo corporativo (figlio del fascismo, non scordiamolo), e che sempre più fa tutt’uno con la FNSI, si trasforma in organo di censura per le voci dissenzienti dal regime greve del conformismo.
Dotato di “ius vitae ac necis” sui giornalisti, decide chi è buono e chi è cattivo. C’è un solo termine per definire certa attività dell’Ordine: rappresaglia. In attesa di un sospirato diritto di censura preventiva, che per ora non c’è, ma che arriverà di sicuro, se verranno al potere le stesse parti politiche che attualmente hanno in mano l’Ordine dei giornalisti.

L’ISCRIZIONE ALL’ORDINE E’ OBBLIGATORIA SOLO PER SVOLGERE LE MANSIONI DI DIRETTORE RESPONSABILE. SPERIAMO, DOPO QUESTA VERA PORCHERIA, CHE FELTRI, COL QUALE MILLE VOLTE SIAMO STATI IN DISACCORDO, CONTINUI A SCRIVERE. COME PRIMA E PIU’ DI PRIMA, IN NOME DI UNA LIBERTA’ CHE NON PUÒ ESSERE A SENSO UNICO.



Paolo Deotto
Coordinatore di Riscossa Cristiana




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