IL BLOG DI RISCOSSA CRISTIANA

IL MEETING, UN LUOGO DOVE LA STORIA PASSA IN ANTICIPO











dal sito www.meetingrimini.org

Sin dal suo esordio, il Meeting di Rimini è una manifestazione con un carattere marcatamente internazionale che lo rende un crocevia di testimonianze ed esperienze, unico nel panorama culturale del nostro Paese. Ripercorrendo i programmi delle varie edizioni, è frequente ritrovare personaggi, problemi e prospettive che in seguito sono saliti alla ribalta. Ne offriamo alcuni esempi.

1980. La pace e i diritti dell'uomo
Ampio spazio ai diritti dell’uomo: della situazione in Unione Sovietica parlano due dissidenti, Vladimir Bukovskj e Tatiana Goritcheva. Sul tema del dialogo tra differenti culture, interviene Mohammed Talbi, che nel 1997 riceverà a Torino il Premio Agnelli per il Dialogo tra Universi Culturali.

1981. L'Europa dei popoli e delle culture
Uno dei relatori è il giornalista Tadeusz Mazowiecki, che nel 1989 sarà premier del primo Governo non comunista della Polonia.


1982. Le risorse dell'uomo
Giovanni Paolo II visita il Meeting, vi pronuncia un discorso memorabile e risponde alle domande dei giovani.


1984. America americhe 1984: l'impossibile tolleranza?
La grande coreografa americana Martha Graham presenta al Meeting l’unico spettacolo italiano della sua tournée europea.

1985. La bestia parsifal & superman
Con Giulio Andreotti, Presidente del Consiglio, parla il ministro degli Esteri di Bonn, Hans Dietrich Genscher. L’incontro, moderato da Roberto Formigoni, affronta il tema delle relazioni italo-tedesche. Si comincia a parlare di Europa.


1987. Creazione arte economia
Mentre l’evento di maggior rilievo è certamente la visita di Madre Teresa di Calcutta, fa notizia l’archeologo italo-israeliano Emmanuel Anati che propone le sue tesi su Har Karkom come autentico monte Sinai.

1988. Cercatori di infinito costruttori di storia
Va in scena in anteprima mondiale, alla presenza degli autori, l’opera “Maximilian Kolbe”, musiche di Dominique Probst, libretto di Eugène Jonesco, regia di Krzysztof Zanussi.

1989. Socrate, Sherlock Holmes, Don Giovanni. Approccio, investigazione e possesso della realtà: nel paradosso
La direzione del settimanale “Il Sabato” chiama ad un pubblico confronto i suoi “padri” culturali, Augusto Del Noce e Giovanni Testori.


1990. L' ammiratore Einstein Thomas Becket
Interviene Lech Walesa, da pochi mesi presidente della Repubblica polacca.

1991. Antigone ritornata e il vecchio immigrato, tra gente di palazzo e nuovi distintivi
Invitato malgrado resistenze da parte del governo italiano, il Dalai Lama ha la parola nella più grande assemblea mai convocata per ascoltarlo.

1992. Il giallo, il nero, l' indio e il latino in cerca di americhe
Uno dei relatori è un ecologista militante, allora poco conosciuto, il “verde” Francesco Rutelli.

1993. Accade qualcosa da oriente
Mentre l’ospite che fa più notizia è il cancelliere tedesco Helmut Kolh, Feisal Husseini, alto dirigente dell’Olp, lascia trapelare alcune anticipazioni sull’accordo israelo-palestinese che verrà annunciato al mondo qualche giorno dopo.

1994. E il popolo esiliato continuò il suo cammino
Viene svelato al grande pubblico il caso dei testi evangelici ritrovati nei cosiddetti “rotoli di Qumrân”, una delle questioni più importanti e insieme più censurate dell’archeologia contemporanea.

1995. Mille anni sono come un turno di guardia nella notte
Le prospettive dell’economia russa sono presentate al pubblico del Meeting da un ministro del governo di Mosca che pochi conoscono: si tratta di Anatolij Chubais. Per la prima volta in Italia, è possibile ascoltare di persona Ernst Nolte. E si scopre che le sue tesi sono abbastanza diverse da quel che si racconta.

1996. Si levò un vento impetuoso da est e, sicuri della loro guida, navigarono sino ai confini della terra
Cesare Romiti esce dal suo tipico riserbo e pronuncia un discorso di ampio respiro politico. David Rosen, Rabbino di Gerusalemme, accetta di confrontarsi al Meeting sulle prospettive del rapporto interreligioso. Tornerà a Rimini l'anno seguente.

1997. Lo Starets rispose: "Davvero, tutto è buono e splendido perché tutto è verità
Renato Ruggiero, direttore generale del Wto, indica le linee della futura politica della sua Organizzazione; il cardinale di Sarajevo Vinko Pulic offre un’autorevole testimonianza diretta del dopoguerra in Bosnia.

1998. La vita non è sogno
Contro lo sciopero generale per l'occupazione, rivendicato al Meeting da Sergio D'Antoni, il commissario europeo Mario Monti lancia a Rimini una proposta provocatoria, “uno sciopero generazionale dei giovani per il lavoro” e accusa i sindacati di non rappresentare gli esclusi.

1999. L' ignoto genera paura, il Mistero genera stupore
Il neopresidente algerino Abdelaziz Bouteflika presenta all'opinione pubblica occidentale il suo programma politico; il leader kosovaro Ibrahim Rugova incontra pubblicamente, per la prima volta dopo la guerra, un leader politico serbo; il vicepremier iracheno Tareq Aziz, in un intervento video, svela la posizione del suo governo a proposito del progettato viaggio del Papa in Iraq.

2000. 2000 anni, un ideale senza fine

E' il “Meeting del Giubileo” perché segue, per pura coincidenza di date, il Giubileo dei giovani celebrato a Roma e perché, nel messaggio autografo inviato a Rimini, Giovanni Paolo II definisce la manifestazione “eco esplicita e consapevole del grande mistero che durante l'Anno Giubilare tutta
la Chiesa sta rivivendo: l'incarnazione del Figlio di Dio”. La circostanza sollecita sui media un'importante riflessione sul ruolo dei cattolici al volgere del terzo millennio. Una piccola mostra dedicata al Risorgimento apre un dibattito sul revisionismo storico che si protrae per mesi sulle prime pagine dei principali giornali italiani.

2001. Tutta la vita chiede l'eternità
Il Meeting 2001 inizia all'indomani del G8 di Genova. Il ciclo di incontri promosso dalla Compagnia delle Opere, “Sopra il G8. Opere alla prova”, dà voce a testimoni che da anni lavorano nei Paesi in via di sviluppo: si parla di Sierra Leone, Brasile, Kazakhstan, Uganda, Balcani, Kenya, Perù.



LE ULTIME EDIZIONI


2002. Il sentimento delle cose, la contemplazione della bellezza
Il Meeting si rivela un importante momento in cui cristiani e laici verificano, in un dialogo serio e positivo, le ragioni della propria esperienza personale del proprio contributo alla vita pubblica. Proprio un laico come il Presidente del Senato Marcello Pera parla di un terreno comune tra liberali cattolici e laici, uniti dal rifiuto per qualsiasi invadenza dello Stato nella società civile. Rincara la dose Giorgio Vittadini: “Lo Stato costruisca sul desiderio di compimento delle persone e sia amico del tentativo di felicità di tutti”.

2003. C'è un uomo che vuole la vita e desidera giorni felici?
Una nuova sede dopo 23 anni. Più bello e più grande, il Meeting si trasferisce dal Palacongressi al Nuovo Quartiere Fieristico di Rimini. Spazi più che triplicati, aree verdi, specchi d’acqua e sale più confortevoli. E’ l’edizione in cui si tocca il tetto delle 700.000 presenze.


2004. Il nostro progresso non consiste nel presumere di essere arrivati, ma nel tendere continuamente alla meta
Il Meeting si conclude proprio nei giorni in cui l’Italia è sulla scena internazionale per l’uccisione dei giornalista Enzo Baldoni. Di fronte a questo dramma che mostra come la situazione italiana e internazionale sia confusa, nei 25 anni dalla sua nascita, il Meeting si mostra come un gesto di amicizia reale. Di grande peso, gli incontri internazionali: da quello tra i ministri degli Esteri di Israele e Palestina, Silvan Shalom e Nebeel Shaat, regia di Franco Frattini, ministro degli Esteri italiano, a quello dedicato all’Africa, con Samson Lukare Kwaje, portavoce del Movimento di liberazione del Sudan, Ahmed Abdel Rahman Mohmed, rappresentante del governo sudanese, S.E. John Baptist Odama, arcivescovo di Gulu. La stampa definisce “storica” la visita del presidente di Azione Cattolica Paola Bignardi, che interviene con un saluto durante l’incontro con il Segretario Generale della CEI, Giuseppe Betori.


2005. La libertà è il bene più grande che i cieli abbiano donato agli uomini
Sono molti gli eventi cui la stampa dedica attenzione. Il primo Meeting senza don Giussani, scomparso a febbraio, sorprende gli osservatori per l’evidenza di una paternità che continua nel suo successore, Juliàn Carròn, accolto da un lunghissimo applauso. Ma la questione che più stupisce è l’amicizia con autorevoli rappresentanti della cultura laica che a Rimini si confrontano con un’ipotesi di ragione spalancata alla realtà in un terreno comune di difesa della libertà. Sono i “superlaici” come Marcello Pera e Giuliano Ferrara, Giorgio Israel e Magdi Allam, Ernesto Galli della Loggia, Eugenia Roccella e tanti altri: molti di loro torneranno l’anno successivo.

2006. La ragione è esigenza d’infinito e culmina nel sospiro e nel presentimento che questo infinito si manifesti
In un Meeting dedicato alla ragione come apertura all’infinito, accade qualcosa di straordinario. Viene presentata l’edizione araba di un libro di don Giussani, “Il senso religioso”, da due intellettuali egiziani, Farouq Wa’il, docente di Scienze Islamiche e lingua araba e Said Shoaib, giornalista. Il prof. Wa’il afferma che i concetti di ragione e realtà, così come li presenta l’autore, non hanno un corrispettivo nella cultura araba, dove la radice della parola “realismo” corrisponde a “cadere dal cielo” e implica l’assenza di libertà dell’uomo nel rapporto con il reale, e il significato della parola ragione è “incarcerare”. E conclude dicendo che questo libro favorisce “un vero dialogo tra le culture, perché recuperando l’esperienza elementare l’umanità potrà trovare un linguaggio comune con cui dialogare”. Nel comunicato finale, il Meeting sottolinea che “la ragione è incarcerata anche in Occidente: ridotta a misura di tutte le cose, finisce nel relativismo”. Pochi giorni dopo, Benedetto XVI pronuncia all’università di Regensburg un importante discorso che richiama ad un uso corretto della ragione, e subisce attacchi inauditi da parte di esponenti islamici e anche occidentali.


2007. La verità è il destino per il quale siamo stati fatti
Grande risalto viene dato alla giornata inaugurale con la presenza del Card. Bertone,che celebra
la S.Messa. Il Segretario di Stato nell’omelia afferma come, nel clima della società attuale,“si giunga sino a proclamare una radicale sfiducia nella possibilità di conoscere la verità”. Attraverso ebrei, cattolici, e mussulmani che dialogano in un clima di stima e rispetto, scienziati e teologi che parlano dell’amicizia tra fede e ragione, imprenditori e politici che cercano faticosamente la strada al bene comune al di là degli schieramenti, personalità internazionali che testimoniano un desiderio di pace, le sofferenze e le speranze di realtà come il Libano, l’Irlanda del Nord, i Paesi Baschi, il Venezuela, il Burundi, il Meeting ha mostrato come l’altro non è innanzitutto qualcuno da combattere, ma un aiuto a scoprire la verità. Migliaia di persone hanno incontrato la domanda sulla verità, facendo proprio l’appello ad allargare la ragione lanciato un anno fa a Regensburg e seguendo l’invito di Benedetto XVI pronunciato nel saluto al Meeting nell’Angelus di domenica 19 agosto: “Realizzare la più profonda vocazione dell’uomo: essere cercatore della verità e perciò cercatore di Dio”.

2008. O protagonisti o nessuno
Il Meeting ha mostrato come sia possibile vivere da protagonisti secondo il contenuto del messaggio del Santo Padre inviato all’inizio della manifestazione: “Il Meeting vuole ribadire che solo Cristo può svelare all’uomo la sua vera dignità e comunicargli l’autentico senso della sua esistenza… Ecco dunque il protagonismo… ci vuole suoi collaboratori per la realizzazione del suo Regno”.
Gli incontri dal titolo “Si può vivere così” hanno offerto la testimonianza di persone appassionate alla propria umanità, che hanno trovato una risposta al bisogno infinito del loro cuore e sono diventate perciò protagoniste: Vicky e Rose tra i malati di AIDS di Kampala, Cleuza e Marcos Zerbini tra i senza terra di San Paolo, padre Aldo Trento ad Asunción, Rosetta Brambilla a Belo Horizonte, suor Elvira della comunità “Il Cenacolo” e Margherite Barankitse dal Burundi, i detenuti che facevano da guida alla mostra delle carceri sono rimasti nella testa e nel cuore della gente, perché testimoniavano una chiarezza di sguardo sulla vita fino al riconoscimento di Cristo come una presenza reale.

Al Meeting inoltre si è rinnovato l’incontro con intellettuali e scrittori che hanno documentato come la cultura non sia un fenomeno da accademia, ma nasce all’interno di una appartenenza e si documenta come coscienza critica e sistematica di un’esperienza. Questo hanno testimoniato Aharon Appelfeld, Michael O’Brien, John Waters e Gianpaolo Pansa, Javier Prades, Enzo Bettiza e Ivanovna Ljudmila Saraskina.

2009. La conoscenza è sempre un avvenimento
Il Meeting ha documentato come la conoscenza non sia il risultato di un ragionamento logico deduttivo , ma un incontro tra un’energia umana e una presenza. A documentare questo le due relazioni principali sul tema, quella di don Julián Carrón, presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione che attraverso la figura di San Paolo ha testimoniato la verità del titolo scelto. E dall’altra parte, il filosofo Carmine Di Martino che ha mostrato la portata del tema dentro il percorso della modernità. La settimana riminese è stata un susseguirsi di testimoni, nuovi o noti: Amparito dell’Ecuador, gli amici del Rione Sanità di Napoli e Josè Berdini di Corridonia, padre Aldo Trento del Paraguay, Marcos e Cleuza Zerbini di San Paolo del Brasile, Rose e Vicky di Kampala, i carcerati di Padova. E ancora personalità del mondo culturale come Mary Ann Glendon, che ha introdotto il tema della “esperienza elementare” come radice dei diritti umani. O filosofi come Rémi Brague e Fabrice Hadjadj. Il Meeting dei trent’anni si è aperto con un evento internazionale eccezionale, favorito dal ministro Frattini: l’incontro di quattro leader di altrettanti Paesi africani, che hanno dialogato di pace e sviluppo. Assolutamente imprevista è stata la testimonianza umana e politica di Tony Blair, che è arrivata fino alla confessione pubblica delle ragioni della sua conversione al cattolicesimo: la scoperta del carattere universale della Chiesa.



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