
L’ennesima notizia di strage di cristiani è finalmente “scoperta” da alcuni mezzi di stampa italiani che finora non avevano dimostrato grande attenzione (come ad es. il Corriere della sera e Il Sole 24 Ore) ma continua ad essere distorta e “anestetizzata” da altri ultralaicisti mass media (come ad es.
Nei giorni successivi, la notizia è, come spesso accade in questi casi, del tutto scomparsa, dimenticando come “in Nigeria come in altre parti d’Africa si intravede un disegno di guerra di conquista islamica. Che va fermata. Non con violenza in nome di Dio, ma con la politica in nome della libertà di onorare Dio” (Davide Rondoni, Nigeria, chi uccide in nome di Dio uccide Dio e gli uomini, Il Sole 24 Ore, 9 marzo 2010).
In genere sui mass media quello che si vuole evitare di vedere e di riferire è che in tutti i paesi islamici i cristiani e le altre religioni sono discriminate e perseguitate, mentre da nessuna parte i cristiani perseguitano i musulmani. Spetta come sempre a Benedetto XVI denunciare questa ennesima tragedia, che ha investito fra l’altro in grande maggioranza cristiani-protestanti (i cattolici in Nigeria sono infatti circa 12 milioni, il 10% della popolazione, concentrati nel Sud Est del Paese). Il pensiero del Papa alle uccisioni avvenute nel Paese africano è giunto al termine dell’udienza generale di mercoledì 10 marzo: “La violenza non risolve i conflitti - ha affermato Sua Santità - , ma soltanto ne accresce le tragiche conseguenze”. “Faccio appello - ha aggiunto - a quanti nel Paese hanno responsabilità civili e religiose, affinché si adoperino per la sicurezza e la pacifica convivenza di tutta la popolazione. Esprimo, infine, la mia vicinanza ai Pastori e ai fedeli nigeriani e prego perché, forti e saldi nella speranza, siano autentici testimoni di riconciliazione” (cit. in AsiaNews, 10 marzo 2010).