IL BLOG DI RISCOSSA CRISTIANA

LO STRAPPO E LE MANOVRE - Eutanasia e unioni gay. Esordio laicista per Fli



Un breve commento agli articoli pubblicati su Avvenire di oggi, 10 agosto 2010

di Paolo Deotto

Il giornale della CEI, Avvenire, pubblica oggi un articolo, a firma di Marco Iasevoli, dal titolo “LO STRAPPO E LE MANOVRE - Eutanasia e unioni gay - Esordio laicista per Fli

In calce all’articolo, che potete leggere cliccando qui

vengono proposti una intervista a Luca Volontè, deputato UdC

e un commento di Gianfranco Marcelli, “Non c’è proposta senza chiarezza” ,


Questi articoli nascono dalle dichiarazioni di Benedetto Della Vedova - vice capogruppo della neonata formazione Futuro e libertà alla Camera - di presentare una «iniziativa parlamentare sulle coppie di fatto anche gay», fare «un passo indietro sul biotestamento» e «rimettere mano» alla «assurda legge» sulla procreazione assistita.

L’origine del caso è nell’intervista rilasciata dal deputato ex radicale sul canale Youtube del massmediologo Klaus Davi. «È grottesco che l’Italia resti l’ultimo paese d’Europa che non ha una legge civile sulle coppie di fatto anche gay», aveva dichiarato. E ancora: «Suggeriamo un disarmo bilaterale, un passo indietro» per quanto riguarda il testo sul biotestamento, già approvato dal Senato e in attesa di essere discusso alla Camera. Infine, Della Vedova sulla web tv propone di modificare, allargando le maglie, la legge 40.

Insomma, la neo formazione finiana, nata col proposito di costruire il “terzo polo”, esordisce con argomenti alquanto triti e ritriti nella peggior logica di sinistra, e soprattutto in quella logica (si fa per dire), secondo la quale il politico “segue l’onda”, disposto a vendere anima e coscienza per qualche voto in più (anche se, in questo caso, ma lo vedremo più avanti, c’è un errore di calcolo…).

Leggiamo poi sull’articolo di Iasevoli: “I primi a restare perplessi erano stati, da subito, alcuni fuoriusciti dal Pdl come Souad Sbai e Catia Polidori. «Cosa sto a farci in questo gruppo?», si è chiesta la parlamentare marocchina invocando l’intervento chiarificatore del leader Fini. Malumori che adesso cerca di placare il portavoce Silvano Moffa, provando a far tacere i «falchi»: «I temi che attengono alla libertà di coscienza non sono ora i più rilevanti, ci sono questioni più urgenti, dobbiamo porre l’attenzione sullo sviluppo». Parole che hanno raccolto il plauso del democratico Luigi Bobba e dell’Udc (ed ex Pd) Enzo Carra”

Segue l’intervista a Luca Volontè, che esordisce dicendo: “non è sorprendente che Benedetto Della Vedova (ex radicale, ndr) rilanci sulla legge 40 (procreazione medicalmente assistita) e sulle coppie di fatto. È sorprendente però che nessuno intervenga nel suo gruppo, lascia spazio agli equivoci”. Così – sostiene il deputato dell’Udc – la cosiddetta area di responsabilità rischia di partire col piede sbagliato

Nei successivi passaggi Volontè esprime l’auspicio che le affermazioni di Della Vedova siano fatte a titolo personale, non senza rimarcare come la conferma di queste posizioni da parte di Fini metterebbe in discussione la possibilità di una collaborazione con l’UDC.

Infine Gianfranco Marcelli, nel suo commento, sottolinea che il “terzo polo” rischia di partire con le stesse patologie di altre ammucchiate politiche (vedi le maggioranze di Prodi, unite solo dall’antiberlusconismo, e totalmente in confusione su un vero programma di governo)

Naturalmente qui abbiamo dato delle brevi sintesi, e pertanto invitiamo il lettore a leggere i testi completi, avvalendosi dei link sopra forniti.

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Ci permettiamo solo un breve commento, anche perché, in verità, ciò che in questa vicenda più stupisce è lo stupore dell’Avvenire.

Già la partenza del “terzo polo” non poteva far presagire nulla di concreto, perché l’unione di gruppi che non hanno assolutamente nulla in comune (se non la disperata volontà di riemersione dei rispettivi leader) non può né potrà portare ad alcunché di positivo e di concreto. Come la sinistra ha candidamente confessato la sua totale mancanza di progetto politico (l’affermazione di Bersani, secondo cui il problema attuale è eliminare Berlusconi la dice lunga. E poi? Mistero!), così questo neonato centro, o che diavolo sia, non ha forse l’isteria totale antiberlusconiana, ma nasce solo come progetto di potere, nella speranza di poter divenire l’ago della bilancia, ossia quella manciatina di voti da poter vendere al miglior offerente.

La vicenda politica e umana di Fini è paradigmatica: frustrato dal complesso dell’eterno secondo, se ne frega del fatto che lui stesso e il suo partito senza Berlusconi sarebbero ancora ai margini della politica, confinati fuori dall’umoristico “arco costituzionale”. E soprattutto se ne frega delle scelte dell’elettorato. È agitato da una disperata voglia di emergere,e questo gli fa fare di tutto. Non c’è da stupirsi se oggi Fini manifesti delle opinioni, soprattutto sui grandi temi etici, difformi da quelle a cui diceva di aderire ieri o ieri l’altro. Fini è la dimostrazione scientifica di come il nulla, culturale e intellettuale, possa antropomorfizzarsi, e di come il nulla possa essere però spocchioso quando, inciampato (lui, il grande moralista) in una vicenda di sottane e case a Montecarlo, si sdegni di tanto chiasso di fronte a vicende da lui “sapute per caso”.

Verrebbe da dire “parce sepulto”, perché Fini si sta scavando la fossa politica. Non a caso, tra le sinistre e questo eccentrico centro è diffusa una gran paura di eventuali elezioni anticipate; sanno bene (almeno questo lo sanno) che ne uscirebbero con le ossa rotte.

Piuttosto siamo convinti che questo bell’esordio del gruppo “Futuro e libertà per l’Italia” (per inciso, adesso siamo nel passato e nella prigionia?) farà ben riflettere un uomo di spessore cultuale e intellettuale di molto superiore a Fini. Pierferdinando Casini non può non rendersi conto che si sta imbarcando in una operazione che, lungi dal dargli nuovo rilievo politico, gli alienerà i pochi voti cattolici che ancora raccoglie. Questa nuova ammucchiata non ha nulla di preciso da proporre o da difendere. Di sicuro però l’unico che rischia di perdere del tutto l’identità è proprio il gruppo dell’UDC, che non può far comunella con chi esordisce proponendo temi che sono del tutto contrari con l’ispirazione cristiana del partito di Casini e Cesa. Se “Futuro e libertà” si avvia sulla strada (peraltro prevedibilissima) dell’ennesimo gruppetto radical chic, gregario dei deliri senili di un Pannella, liberissimo di farlo. Ma seguirlo sarebbe suicida.

Il Governo Berlusconi non sarà l’eccellenza, ma in politica spesso chi vuole la perfezione trova solo il nulla. Ma è comunque un governo che ha fin qui lavorato bene, e che non ha dato spazio a proposte politiche violentemente anticattoliche, come il precedente governo del “cattolico” Prodi. Quando Casini si deciderà ad accorgersi di ciò? O preferisce la sua orgogliosa solitudine, con consiglieri fraudolenti quali Michele Vietti, responsabile di quel clamoroso abbaglio che fu l’appoggio in Piemonte all’abortista Mercedes Bresso?

Mi rendo conto che non ho parlato di Rutelli, il numero tre di questa singolare associazione dei cavalieri erranti (intesi come coloro che fanno un sacco di errori). Ma il fatto è che Rutelli ispira una gran tenerezza. Bell’uomo, lo sguardo malinconico, da una vita si sta chiedendo chi è e cosa debba fare. E’ uno specialista in saltini da un partito all’altro, nè vogliamo credere che ciò non avvenga per serio tormento interno. Però all’elettorato bisogna pur proporre qualcosa, e quindi bisogna avere almeno una vaga idea sulla propria identità.

Insomma, per chiudere, vorrei dire che Avvenire ha perfettamente ragione nel manifestare tutte le perplessità per l’esordio radical chic del nuovo gruppo. Ci limitiamo solo a notare che stupisce lo stupore. Dal nulla non può nascere che il nulla, e di questo ci si poteva accorgere da un pezzo. E c’è anche una notazione da fare: Fini e i suoi ascari si gettano sulla scia radicale. Liberissimi di farlo. Ma forse non si sono accorti che, mentre nei salotti chic si discute su come uccidere Berlusconi, qualcosa sta cambiando nel Paese. Le famiglie a cui manca il fiato per arrivare a fine mese, i nuovi disoccupati, i nuovi poveri, hanno come prima urgente necessità la regolarizzazione delle unioni tra omosessuali? Né mancherebbero altri esempi sulle non poche urgenze che affliggono il Paese. E poi forse Fini & C. non sono al corrente del fatto che sono in netta crescita i medici che si dichiarano obiettori alle norme sull’aborto (a prescindere dal fatto che siano o meno credenti), che vengono reclamate misure a sostegno delle famiglie tradizionali, che la gente è stanca di tante piccole sconcezze divenute pane quotidiano. Insomma, il calcolo politico rischia di essere sbagliato. Il tempo dirà chi ha ragione… ma per ora dice di sicuro chi è nella confusione.

PS: non è mai bello fare i Pierini che dicono “Io l’avevo detto!”. Ma in certi casi è vero. Il destino di una destra senza idee, Riscossa Cristiana l’aveva già visto da tempo. Così, per curiosità, provate a rileggervi questi articoli:

Fare futuro, il passato di un abbaglio,

- Lettera aperta a Marcello Veneziani,

- Crisi della destra, aspetti culturali e politici


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