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OTTANT'ANNI DI PANNELLA. PERSA L'ENNESIMA OCCASIONE PER STARE ZITTO


da ANSA del 11.5.2010


Pannella: ho amato tre o quattro uomini

11 maggio, 18:54

ROMA - ''Sono legato da 40 anni a Mirella (Paracchini, ndr), ma ho avuto tre, quattro uomini che ho amato molto. Non c'e' mai stata alcuna gelosia con lei. Potevamo avere, e avevamo, anche altre storie''. Marco Pannella, tra gli storici fondatori del Partito radicale nel 1955, racconta in una lunga intervista rilasciata al direttore del Tg5 Clemente Mimun, pubblicata sul numero di ''Chi'' in edicola domani, mercoledì 12 maggio, alcuni dei momenti più intensi dei suoi 80 anni.

''Non mi sono mai sposato, ma arrivai alle pubblicazioni con Bianca, una ragazza che conobbi a Pavia. Però era troppo innamorata, pendeva dalle mie labbra, non poteva funzionare''. E sulla mancata paternità confida: ''Con Mirella ci abbiamo riflettuto tanto ad avere un figlio. Ma io non ne ho mai avuto voglia. Anche se ho un forte dubbio su una ragazza che conobbi tanti anni fa, Gabriella. Chissà se non ci sia un cinquantenne in giro che mi somiglia fin troppo".


BREVE COMMENTO

di Paolo Deotto

Giacinto Pannella, detto Marco, ha compiuto ottant’anni, e la prima cosa che verrebbe da dire è “chi se ne frega?”. Ma purtroppo non ci è consentita questa libertà, perché Pannella è un personaggio che “vende”, ed ecco che allora giornali e riviste, nonché Agenzie di stampa, ci danno l’irrinunciabile notizia, condita dall’immancabile intervista.

E qui cadiamo in uno squallore infinito. Arrivato a ottant’anni un uomo, normalmente, fa il bilancio della propria vita perché, non foss’altro per ragioni statistiche, ha davanti di sicuro molti meno anni di quanti ne ha già vissuto. Ma Pannella non riesce più a uscire dal personaggio che si è costruito: e così, alla sua veneranda età, si sente in diritto/dovere di comunicarci i particolari della sua vita sessuale, circa la quale avremmo tutto il sacrosanto diritto di non essere informati.

Infatti un tempo, quando esisteva ancora un po’ di civiltà, si usava non trattare pubblicamente della propria vita intima. Né questo era moralismo: aveva il nome di buon gusto, buon senso e rispetto della libertà altrui.

Oggi purtroppo prima ci si cava le mutande e poi si parla e si straparla. Esiliato ormai il cervello, le argomentazioni principali vengono fatte da altri organi. E perché parlavamo di squallore infinito? Perché questo vecchio ci racconta una serie di cose che sanno solo di animalesco. Rapporti casuali, con uomini e/o donne, coppia che non è una coppia, figli “di cui non ha mai avuto voglia”. Come si trattasse di un gelato o di una sigaretta. Però, però, forse c’è un figlio in giro, chissà, forse in un accoppiamento con tale Gabriella c’è scappata pure la fecondazione, ma lui se ne frega, un figlio è un fatto casuale, lui si accoppiava a casaccio. Tanto più questi discorsi mettono una tristezza infinita in bocca a un vecchio, che d’un colpo sa perdere tutta quella dignità e compostezza che la vecchiaia sa dare, quella saggezza che ci trasmettevano i nostri nonni, ai quali si affidavano i bimbi.

In quell’affermazione “Chissà se non ci sia un cinquantenne in giro che mi somiglia fin troppo'' c’è una cinica volgarità, un vuoto umano e morale che lasciano senza fiato.

Giustamente in un articolo sul Giornale di oggi, Alessandro Gnocchi dice che Pannella non è riuscito a fare alcuna “provocazione”, perché ormai il marasma morale e familiare è divenuto cosa comune. Verissimo. Però vorrei aggiungere alcune brevi considerazioni.

Come lettore mi sento offeso: compro uno o più quotidiani per informarmi sulle cose più importanti (e di questi tempi non ne mancano…). Perché devo spendere i miei soldi per leggere i deliri sessuali di un vecchio? Ho tutto il diritto, il sacrosanto diritto, di non ricevere notizie sulla vita sessuale di chicchessia. Se tornando a casa il portinaio vi spiegasse i particolari della sua vita sessuale, che fareste? Per lo meno ne provereste un intenso fastidio. Né Pannella ha più importanza di un portinaio, proprio lui che fa l’egualitario a tutti i costi.

Come genitore mi sento offeso: se ho in casa figli ancora in età giovanile, magari proprio in quel momento delicatissimo della vita in cui il fanciullo diviene adolescente, devo portare il giornale in casa nascostamente, perché le folli affermazioni di bi-pan-sessualismo possono turbare un’educazione che, come genitore, ho il diritto ma soprattutto il dovere di dare ai miei figli.

Queste sono lesioni della libertà di tutti, a favore della libertà, se così vogliamo chiamarla, di un vecchio a raccontarci le sue storie squallide. Capita a volte, soprattutto nella stagione calda, che poveri dementi si denudino, e allora le persone civili si affrettano a coprirli.

E in questa vicenda una grande parte di responsabilità spetta anche alla Stampa, che antepone al dovere di informare il cittadino la preoccupazione di vendere il più possibile. E si sa che si ha una folla ai propri piedi (lo diceva già Hitler nel Mein Kampf) sollecitandone gli istinti più volgari. Si vende di più, né si rischia di non essere “in”.

E infine, piantiamola di definire il Pannella come il grande “provocatore”, l’uomo della “grandi battaglie”. Anzitutto è uno dei migliori esempi di conformismo, ha sempre saputo posizionarsi dove tirava il vento, scegliendo il mestiere più semplice del mondo, quello della protesta sistematica, sapendo con sicurezza che mai avrebbe avuto responsabilità nella guida del Paese. Ma stipendio da parlamentare, sì.

Ma soprattutto, al di là del “folclore” di portare in Parlamento una Ilona Staller (sempre meglio, del resto, di un Toni Negri…), questo vecchio ottantenne ha alle spalle una scia di morte ed i sangue.

Le sue “battaglie civili” si chiamano aborto, eutanasia, divorzio, diffusione della droga (con l’infame bugia delle “droghe leggere”). Da che esiste la legge 194 sono già stati ammazzati CINQUE MILIONI di italiani. E Pannella, con la sua degna collega Bonino, è stato uno dei vessilliferi di questo vero e proprio massacro. Che continua. Ha contributo a sfasciare la famiglia, a rincretinire generazioni di giovani col cervello cotto dalla cannabis, a uccidere bimbi. E il tutto sempre fatto con la iattanza di chi si sente investito della Verità Assoluta. Non a caso i “non violenti” radicali sono personaggi violenti e prevaricatori. Anche le SA e le SS erano convinte di essere il Giusto e il Vero.

Come cristiani possiamo solo pregare per questo povero vecchio. Gli auguriamo ancora lunga vita, e magari il prossimo compleanno potrebbe passarlo in un sano e riflessivo silenzio, ripensando a quanto ha fatto nella sua lunga vita. Non è mai troppo tardi, per la Misericordia di Dio.


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