IL BLOG DI RISCOSSA CRISTIANA

RASSEGNA STAMPA – 6

dall'Italia, dal Mondo                         4 novembre 2010


a cura di Rita Bettaglio

PAPA: SPAZZATURA NON E' SOLO IN STRADE MA ANCHE IN ANIME

Citta' del Vaticano, 3 nov. (Adnkronos) - "La spazzatura non c'e' solo in diverse strade del mondo, ma in diverse anime. Solo la luce del Signore ci pulisce, ci purifica e ci da' la retta via. Lasciamoci illuminare e pulire per imparare la vera vita". E' quanto ha detto il Papa questa mattina nel corso dell'udienza generale tenutasi nell'aula Paolo VI in Vaticano. Nella catechesi dedicata a santa Margherita d'Oingt, il Papa ha poi affermato: ''Abbiamo sentito che Margareta ha considerato il Signore come un libro, uno specchio nel quale appare anche la propria coscienza e da questo specchio e' entrata anche la luce nella propria anima''. ''Ha lasciato entrare le parole di Cristo - ha aggiunto Benedetto XVI - nel proprio essere e cosi' e' stata trasformata, la coscienza ha trovato i criteri, la luce. Proprio di questo abbiamo bisogno anche noi: lasciare entrare la luce di Cristo nella propria coscienza, in modo che capisca cio' che e' vero e cio' che e' male, perche' sia illuminata e pulita". 
(Fonte: AdnKronos)


IRAQ, AL QAEDA MINACCIA: I CRISTIANI SONO BERSAGLIO LEGITTIMO

Baghdad (AsiaNews/Agenzie), 3/11/2010- E' ormai scaduto l'ultimatum lanciato due giorni fa alla chiesa d'Egitto per la liberazione delle due donne musulmane che tengono prigioniere. Non abbiamo avuto alcuna risposta ed ora siete tutti coinvolti nella guerra all'Islam, per cui state attenti alle anime dei vostri seguaci". Il cosiddetto 'ministero della guerra' dello 'Stato islamico iracheno' (ISI) sigla dietro la quale si nasconde la cellula di al-Qaeda in Iraq ha diffuso sul web un comunicato per annunciare che è scaduto “l’ultimatum” rivolto alla Chiesa copta egiziana di lasciare libere due donne egiziane, Camilia Chehata e Wafa Constantine, mogli di sacerdoti copti, secondo i terroristi trattenute in un convento contro la loro volontà dopo essersi convertite all'Islam.  

La notizia della conversione è stata smentita da tutte le autorità religiose islamiche egiziane, e i “Fratelli musulmani” hanno attaccato duramente gli autori della strage di Bagdad. Al-Qaeda conferma però che tutti i cristiani e le loro chiese sono divenuti "obiettivi legittimi" del gruppo terroristico e sono quindi in pericolo.Il messaggio diffuso oggi dalla cellula irachena di al-Qaeda fa riferimento esplicito anche al Vaticano.  

Pur confermando la volontà di attaccare i cristiani, i terroristi sostengono di voler dare ancora una possibilità ai cattolici della Chiesa di Roma. Affermano che "il ministero della Guerra dello Stato islamico iracheno annuncia che a partire da oggi tutte le chiese e le organizzazioni cristiane ed i loro capi sono un obiettivo legittimo dei mujahidin”. Ma aggiungono: “Questi politeisti ed i loro capi nel Vaticano devono sapere che la spada non cadrà sulla testa dei loro seguaci se annunceranno la loro innocenza e prenderanno le distanze da quanto è stato fatto dalla chiesa egiziana". Al-Qaeda, chiede inoltre ai cattolici di "mostrare chiaramente ai mujahidin di sforzarsi per fare pressioni sulla chiesa egiziana in modo da ottenere la liberazione delle due donne loro prigioniere".  


CAUCASO RUSSO, ATTACCO AI CRISTIANI
Mosca (AsiaNews) – Il Caucaso settentrionale continua a bruciare e stavolta nel mirino delle violenze ci sono obiettivi religiosi. Incendi a chiese cristiane e aggressioni a esponenti musulmani sono avvenute tra l'1 e il 2 novembre in diverse parti della regione. I leader cristiani locali hanno tentato subito di non fomentare tensioni evitando di puntare il dito contro l’estremismo religioso, ma gli occhi di inquirenti e opinione pubblica sono tutti puntati in questa direzione.  
All’alba del 1 novembre, tre incendi si sono verificati in altrettante chiese nella Repubblica autonoma di Karachayevo-Cherkessia. Stando alle prime ricostruzioni, gli attentatori hanno messo a fuoco prima una chiesa ortodossa a Orjonikidzevsky, andata quasi distrutta, poi hanno proseguito con un’altra chiesa ortodossa e una battista. In tutti i casi, fondamentale è stato il pronto intervento dei responsabili dei luoghi di culto e dei parrocchiani che, dopo aver chiamato i vigili del fuoco, hanno iniziato da soli a spegnere le fiamme.
Secondo il portavoce del ministero dell’Interno della Karachayevo-Cherkessia, Kazim Baybanov, gli incendi - che non hanno registrato feriti - sono stati provocati da materiale infiammabile lanciato nelle chiese rompendo le finestre.
I leader cristiani sono subito intervenuti per frenare possibili tensioni con la comunità musulmana. La pista dell’estremismo religioso, che infesta il Caucaso russo, è stata la prima battuta da stampa e inquirenti. Stando alle dichiarazioni dell’arcivescovo di Stavropol e Vladikavkaz, Feofan, non ci sono presupposti per parlare di odio religioso nella regione: “Si tratta di una provocazione ben organizzata, ma non possiamo parlare di inimicizia interreligiosa, soprattutto tra fedeli ortodossi e musulmani”. “Non possiamo incolpare i musulmani, non si possono giudicare le persone da singoli incidenti. Anche poliziotti e mufti vengono uccisi e gli attentati hanno la stessa matrice: l’intenzione è destabilizzare l’armonia interreligiosa, ma non ci riusciranno”, ha aggiunto il vescovo ortodosso.
E a riprova delle parole delle sue parole, arriva la notizia dell’assassinio dell’imam di una moschea a Khasavyurt, nella Repubblica del Daghestan. Sull’uccisione, avvenuta in seguito a un colpo di pistola sparato alla testa, stanno investigando le autorità.  
L'OSSERVATORE ROMANO BOCCIA IL NUOVO LIBRO DI UMBERTO ECO
Riportiamo per intero, a beneficio di tutti i lettori e con viva preghiera di diffusione, la solenne stroncatura che l'OR ha tributato all'ultimo parto letterario di Umberto Eco. L'articolo, di Lucetta Scaraffia, è stato pubblicato nell'edizione del 30/10/2010.

Il voyeur del male

Forse anche questo libro sarà un successo stratosferico, milioni di copie vendute, traduzioni in tutte le lingue. E a una prima occhiata, sembra accattivante, con quel suo rimandare ironicamente a un feuilleton anche nelle illustrazioni, di puro stile popolare ottocentesco. Ma appena ci si immerge nella lettura, ecco la delusione. Il romanzo che Umberto Eco ha appena pubblicato (Il cimitero di Praga, Milano, Bompiani, 2010, pagine 526, euro 19,50) è noioso, farraginoso, di difficilissima lettura. Perfino per una persona come me, che forse capisce i suoi riferimenti storici. Del feuilleton non ha la trama avvincente, i personaggi appassionanti, l’intreccio abile da cui non ci si riesce a staccare. Su un unico personaggio, il goffo e antipatico Simone Simonini — il solo inventato del romanzo, spiega Eco — cade il peso di quasi tutti i complotti dell’Ottocento, almeno dei più noti. Simonini, notaio torinese nipote di un ammiratore del gesuita Barruel e figlio di un patriota mazziniano, si rivela precocemente abile nella creazione di documenti falsi, e dai testamenti passa rapidamente allo spionaggio: prima a favore del re di Sardegna, tallonando i Mille in Sicilia dove architetta, forse con un eccesso di zelo, la morte per naufragio di Ippolito Nievo che portava a Torino la documentazione economica dell’impresa. Poi a Parigi, in contatto con i servizi dell’Impero, che si prolungano senza soluzione di continuità in quelli della Repubblica. Simonini non solo obbedisce alle richieste che gli vengono fatte, ma è lui stesso fervido di fantasia e avido di soldi: il suo obiettivo è quello di costruire documenti falsi che si possano vendere al numero più alto possibile di acquirenti. È così che entrano in scena gli ebrei, odiati a destra e a sinistra, dai cattolici e in certi casi perfino dai massoni. Il nostro eroe collaborerà quindi a incastrare Dreyfus con un documento naturalmente falso, e contribuirà in varie fasi a costruire quel manoscritto che sarà poi noto come I protocolli dei Savi di Sion. Tutto questo passando da fetide cloache, inverosimili delitti, e intrecciando a questo massiccio plot i personaggi più discutibili del secolo: il massone traditore poi pentito Taxil, il prete fondatore di una setta satanica Boullan. Diciamo la verità, sul piano della morbosità Eco non si è negato niente:la descrizione della messa nera è un perfetto esempio di banalità già lette o viste al cinema centinaia di volte, e così è priva di verosimiglianza la freddezza omicida del protagonista. La debolezza della natura umana, infallibilmente orientata al male, appare in tutti. In tanto orrore sembra impossibile credere che gli ebrei non siano i vampiri della finanza mondiale che ordiscono complotti, sembra impossibile pensare che esistano esseri umani non coinvolti con le più orride bassezze, pronti a tradire e a vendersi per un pugno di monete, per un pranzo succulento in un ristorante di lusso. Naturalmente i cattolici, nel ruolo di persecutori — soprattutto i gesuiti, che sarebbero adusi a ogni bassezza — sono rappresentati come caricature mostruose, e non mancano neppure riferimenti ai pontefici, che rifulgono per stupidità e ottusa opposizione a tutto ciò che osi far pensare al progresso. Non si può però accusare Eco di una speciale antipatia verso la Chiesa: tutti coloro che compaiono, a vario titolo, nel romanzo, sono orrendi, sporchi e compromessi con il male. Anche i mazziniani, i socialisti, i repubblicani, i massoni. Il risultato è un libro pesante, in cui l’esilità della trama non riesce a sostenere il macigno di troppi complotti. Eco chiede di identificarci con un protagonista insensibile, privo di sentimenti e di morale, la cui unica nota umana sembra essere la golosità, e di appassionarci alle sue contorte vicende. Grave errore per un aspirante scrittore di feuilleton. Ma forse anche il feuilleton è un falso obiettivo: il lettore ha la sensazione — già provata del resto in altri romanzi di Eco — che all’autore non importi nulla di interessare, far riflettere e magari commuovere, perché il suo unico intento è fare sfoggio di una sterminata erudizione storico-letteraria e dare prova di abilità intellettuale nel mettere insieme dei pezzi di storia con episodi inventati. Niente di più lontano dalla genuina passione dello scrittore di feuilleton, dal suo amore per alcuni personaggi nei quali far identificare il lettore fin dalle prime righe, e soprattutto nessuna battaglia fra bene e male che, pur cambiando veste a seconda dello scrittore, è sempre il motore della trama. E qui sta il punto più debole del romanzo: denunciare l’antisemitismo mettendosi nella parte degli antisemiti non serve a smascherarli ma solo a suscitare un crescente disgusto per la narrazione. Del resto, smascherati gli antisemiti lo sono già, e da decenni, dalla storia: Eco saccheggia infatti il bel libro di Norman Cohn — questo di lettura avvincente come un romanzo — che ricostruisce minuziosamente la storia della fabbricazione dei Protocolli. Che senso ha, allora, questa ricostruzione che già è stata fatta? Non si può negare, invece, che le continue descrizioni della perfidia degli ebrei facciano nascere un sospetto di ambiguità, certo non voluta da Eco ma aleggiante in tutte le pagine del libro. A forza di leggere cose disgustose sugli ebrei, il lettore rimane come sporcato da questo vaneggiare antisemita, ed è perfino possibile che qualcuno pensi che forse c’è qualcosa di vero se tutti, proprio tutti, i personaggi paiono certi di queste nefandezze. C’è un solo commento che dà un po’ di spessore storico all’ostilità ottocentesca della Chiesa verso gli ebrei, quando il protagonista li accusa di essere nemici di ogni religione: è proprio l’assimilazione veloce e ben riuscita degli ebrei nei paesi dell’Europa occidentale, che nella maggior parte dei casi comporta un abbandono della religione originaria, a farli temere dalla Chiesa come un esempio di secolarizzazione per la borghesia di matrice cristiana. Anche se agli occhi di Eco si tratterà certo di una osservazione banale, la lettura di questo romanzo fa pensare che quando si evoca il male — almeno nella narrativa popolare che l’autore arieggia — bisogna subito affiancargli il bene che lo combatte, altrimenti si rimane coinvolti nel fango e si fatica a uscirne. La sua ricostruzione del male senza condanna, senza eroi positivi con cui identificarsi, acquista una parvenza di voyeurismo amorale, in cui ci si può impantanare. E alla fine l’obiettivo del libro si riduce a una affermazione politicamente corretta: «Ora il senso dell’identità si fonda sull’odio, sull’odio per chi non è identico. Bisogna coltivare l’odio come passione civile. Il nemico è l’amico dei popoli. Ci vuole sempre qualcuno da odiare per sentirsi giustificati nella propria miseria. L’odio è la vera passione primordiale. È l’amore che è una situazione anomala».

PRIMO ALBINO ELETTO NEL PARLAMENTO DELLA TANZANIA
Si chiama Salum Khalfani Bar'wani ed è il primo albino eletto al Parlamento della Tanzania in tutta la storia elettorale del Paese. "Questa è una vittoria non solo mia, ma di tutti gli albini di questo paese" ha detto alla Bbc. Bar'wani, 51 anni, del partito di opposizione Fronte civico unito (Cuf), è stato votato a Lindi, nel sud dello Stato africano e ha sconfitto il candidato della maggioranza che occupava il posto da ben 15 anni.
In aula, da due anni, è presente un altro albino, Al-Shymaa Kway-Geer, scelto dal presidente del Paese che il diritto di nominare 10 deputati. La decisione faceva parte di una campagna lanciata dal governo contro le violenze verso i 'diversi'.

Un'autentica rivoluzione in un Paese, come la Tanzania, che da secoli perseguita e massacra gli albini. Per la loro anomalia di pigmentazione, in Africa sono considerati portatori di sventure o vittime sacrificali, a seconda delle tradizioni locali. In Tanzania, da quando, circa tre anni, si è diffusa la convinzione che i loro organi abbiano poteri taumaturgici in grado di portare fortuna in amore e in affari, si è aperta la caccia all'uomo. Sono una sessantina le persone uccise in questi riti legati alla stregoneria.
Stessa triste sorte nel resto dell'Africa. Ad agosto, in Kenya, un uomo è stato condannato a 17 anni di carcere per cercato di vendere un albino. Il 23 ottobre, in Burundi, un bimbo albino di nove anni è stato rapito, ucciso e fatto a pezzi. I resti del suo corpicino sono stati ritrovati in un fiume al confine con la Tanzania.

L'albinismo è una anomalia ereditaria caratterizzata dalla mancanza di melanina nella pelle, nell'iride e nei capelli. Esiste anche tra gli altri mammiferi, i pesci, i rettili, in piante e fiori.

(Fonte: Libero)

ALLE DONNE SAUDITE È PROIBITO LAVORARE COME CASSIERE NEI SUPERMERCATI
Jeddah (Asianews/Agenzie), 02/11/2010 – I sauditi sono rimasti scioccati dopo che la commissione Scholarly Work e l’Ifta hanno pronunciato una fatwa che proibisce alle donne di lavorare come cassiere nei supermercati del regno. Il comunicato è uscito il 31 ottobre scorso. La disoccupazione tra le donne saudite è del 28%, ma ci sono posti disponibili negli stabilimenti di commercio al dettaglio, dove potrebbero essere impiegate.La fatwa recita così: “Non è consentito a una donna musulmana di lavorare in un ambiente misto con uomini che non sono loro parenti. È necessario tenerle lontane dai luoghi dove gli uomini si riuniscono. Le donne dovrebbero cercare un lavoro dignitoso che non renda loro possibile attrarre o essere attratte dagli uomini”. La sentenza, emessa dall’Ifta sotto il Consiglio degli studiosi (l’autorità superiore per le questioni islamiche nel regno), è arrivata dopo che un predicatore conservatore ha chiesto il boicottaggio dei supermercati che hanno cassiere donne tra i dipendenti. Gli esercizi commerciali in questione sono: la vendita al dettaglio della catena di abbigliamento Ted Tag, con base a Los Angeles, e i supermercati Azizia Panda e Marhaba.
Molte persone hanno reagito con sgomento alla sentenza, definendola senza senso e ingiusta per quelle donne che hanno bisogno di lavorare. Abdulrahman Fakhri, un imprenditore di 32 anni, ha dichiarato: “È chiaro che le persone che hanno emesso questa fatwa non hanno visto in che condizioni lavorano queste donne. Inoltre, queste donne hanno bisogno di denaro, altrimenti non farebbero questo lavoro”.
Haneen Kelani, una casalinga, ha detto: “Le donne si mischieranno con gli uomini sia se restano dietro la cassa che davanti. Vado sempre a fare la spesa in supermercati che hanno cassieri uomini, e di solito sono da sola. Questo è da considerare mescolamento? Che male c’è se io e il cassiere maschio ci scambiamo il posto?”.
Nayef Abdulaziz sostiene che queste cassiere non lavorano in condizioni che violano le regole islamiche: “Una volta sono andato al supermercato per vedere come lavoravano queste donne: c’è un divisore di vetro che le separa dai clienti. Sono coperte e non socializzano con nessuno. Ho cercato di andare da una donna – continua – ma sono stato fermato e indirizzato da un cassiere uomo: questo significa che i datori di lavoro hanno pieno controllo su quanto accade nei supermercati, e non permettono a uomini e donne di entrare in contatto”.


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