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"SPECCHIO OSCURO"


di Dionisio di Francescantonio

(I libri del Peralto, pag.191, € 10)


recensione di Piero Vassallo

Cittadino della minoranza irriducibile alla concentrazione ideologica, il brillante, instancabile narratore Dionisio di Francescantonio vive e lavora nel cono d'ombra proiettato dall'accanimento gramsciano. Il passato dell'illusione comunista, infatti, esercita un potere escludente nei sontuosi palazzi dell'editoria di massa. Con il risultato di appiattire la letteratura su modelli scialbi e dozzinali.

L'ingiusta emarginazione esclude di Francescantonio dagli effimeri circuiti del successo e in tal modo lo protegge dalle tentazioni del pensiero copia-e-incolla, in rabbiosa circolazione nella letteratura che interpreta la disfatta del pensiero progressista.

Di Francescantonio opera in perfetta sintonia con l'intrepida officina degli oppositori genovesi al pensiero debole. In Genova, città untuosa e avvilente, che perpetua il coito surreale e mostruoso della trionfante finanza iniziatica con il naufragio della rivoluzione comunista, resiste, infatti, la scuola di letteratura controcorrente fondata dal tradizionalista cattolico Alessandro Massobrio e arricchita dai contributi ingenti di Raffaele Francesca, Emilio Biagini, Maria Antonietta Novara, Miriam Pastorino.

Il più recente prodotto di questa ostinata e affascinante "bottega", è Specchio oscuro, un'antologia di racconti stagionati nel "cassetto” perfezionista dell'autore, edita dalla genovese I libri del peralto.

Il titolo della raccolta rinvia al versetto paolino ("contempliamo un enigma in uno specchio opaco", Cor., XII,12) profetico ritratto dell'uomo moderno che insegue la sua figura riflessa nei rottami dell'ideologia.

I racconti interrompono la ruminazione dei pensieri intorno all'evoluzione, proponendo una puntuale fenomenologia della persona mandata fuori di sé dalle passioni inutili e dal folle progetto della massificazione.

Lo slogan demenziale - tu sei l'altro - grido di guerra alla persona umana e utopia intitolata all'alienazione, è rovesciato negli incubosi racconti del disagio sofferto dalla persona in uscita dalla propria identità per inseguire i fantasmi dei godimenti promessi dai banditori dell'uomo-massa.

Il libro, quindi, è apprezzabile quale ritratto impietoso della catastrofe antropologica in atto nella desolata geografia del collettivismo e del buonismo inteso a farsi altro.

La buona filosofia, soggiacente al racconto, corre, infine, tra le righe e si diffonde nell'esercizio di uno stile tanto facile quanto raffinato. Stile che traduce ed esprime elegantemente i pensieri alti e gli equilibrati stati d'animo dell'autore.


Per prenotazioni e informazioni sul libro ci si può rivolgere all'autore:


mailto:ddfrancescantonio@gmail.com


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