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ANGELO GATTI


Rita Bettaglio, fedele alla sua promessa, ci fa conoscere, o ricordare, un altro grande narratore, ingiustamente dimenticato. Si tratta di Angelo Gatti, autore, tra l’altro, di ILIA e ALBERTO, un romanzo quasi autobiografico, che descrive il cammino alla scoperta del bene, attraverso l’esperienza di un dolore profondo e lacerante.

Ogni quindici giorni la serie BELLE LETTERE, BUONE LETTURE verrà arricchita da Rita Bettaglio con un nuovo articolo, sempre alla ricerca dei grandi Autori. Il prossimo appuntamento è quindi fissato sul Sommario del num.12 di Riscossa Cristiana, che sarà in Rete il 30 settembre.

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PD

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ANGELO GATTI


di Rita Bettaglio.


Bene, eccoci pronti per un nuovo autore. Chissà se qualcuno l'aveva indovinato dagli scarni indizi lasciati.

Il Nostro è Angelo Gatti, nato a Capua il 9 gennaio 1875 e deceduto nel 1948. Di padre astigiano e madre siciliana il Gatti si formò alla Nunziatella a Napoli e all'Accademia di Modena. Uscitone sottotenente a 18 anni, si diede alla carriera militare che svolse in varie città del nord Italia e a Palermo. Insegnante dal 1912 alla Scuola di Guerra di Torino, fu collaboratore della Gazzetta del Popolo di Torino e del Corriere della Sera.

Visse da protagonista il primo conflitto mondiale al seguito di Cadorna nell'invidiabile posizione “super partes” di storiografo ufficiale del Comando Supremo. Da quest'esperienza nacque il volume

CAPORETTO, DIARIO DI GUERRA (Maggio-Dicembre 1917) (Il Mulino, 2007), in cui viene illustrata con la vivacità del cronista, la serietà dello storico e la riflessione di un profondo conoscitore dell'animo umano, non solo la tragica disfatta, ma l'intera conduzione della Grande Guerra da parte del Comando. In quest'opera il Gatti chiarisce le responsabilità militari e confuta la tesi di Cadorna che addossava l'insuccesso alla truppa e alle numerose defezioni. In questo diario emerge la scrittura di alta qualità e non comune profondità che caratterizzerà il Gatti narratore.

Dal 1937 fu accademico d'Italia. Ma è del narratore ingiustamente dimenticato che qui ci vogliamo occupare. Egli fu autore di diverse opere narrative tra cui ricordiamo: Ilia e Alberto (1939), L'orecchio di Dionigi (1902), Il mercante di sole (1942), Vincenzo Vela (1944) e L'ombra della terra (1945). Purtroppo di esse oggi troviamo in commercio solo due romanzi: Ilia e Alberto (edito da Bur nella collana “I libri dello spirito cristiano”, euro 10,80) e Il mercante di sole (per i tipi di SE.DI.CO- Gribaudo, Asti, 2008, euro 15). Forse voi sarete più fortunati di me e riuscirete a scovare anche gli altri volumi su qualche bancarella.

Ilia e Alberto, il romanzo più noto, ripercorre una vicenda dal sapore squisitamente autobiografico: nella Milano degli anni Trenta Alberto Garelli è uno storico, militare in congedo che vive una vita incredibilmente felice con la propria moglie Emilia, detta Ilia. Ella, ammirata e virtuosa dama della borghesia cittadina, illumina la giornata del marito colla sua vivacità, il suo gusto di vivere le piccole cose come gioielli preziosi.

“Tutto ciò che in Alberto era ragionamento, in Ilia era intuizione; e ciò che in Alberto era teoria, in Ilia era pratica. Ad Ilia, quindi, il genere umano, in astratto, non incuteva lo smisurato rispetto che al marito, ma gli uomini, in carne ed ossa, davano più da pensare, sia per difenderli sia per difendersi da loro. Non negava la virtù, e anzi la riveriva; però giudicava che con tanti uomini, e così poche virtù, doveva finire col toccarne poco a ognuno; sebbene, giunta a questa conclusione, non disdegnasse i suoi simili, anzi li aiutasse con tutto il cuore; perché Ilia aveva il dono doloroso e mirabile di soffrire con chi soffriva” (pag. 67).

Ma una tremenda sciagura s'abbatterà sulla coppia e ne sconvolgerà l'equilibrio: Ilia perisce, vittima di un infido male e per Alberto comincia un cammino di disperazione, sofferenza e redenzione. In esso viene naturale intravvedere la lotta di Giobbe con Dio: come lui Alberto non trova conforto al proprio dolore, nonostante gli innumerevoli aiuti che gli amici gli offrono e non può sottrarsi a una lenta e sofferta maturazione. “Non appena Alberto ripeteva chiaramente:”Ilia è morta”, provava dentro quel dolore lacerante, che i divenuti di recente monchi provano alle membra perdute: e lo sguardo gli correva al fianco, dove la donna non era, come quello guardano il posto della mano e del piede,che sono stati loro tagliati. Ma la notte era più aspra e contrastata del giorno. Ogni volta che le palpebre stanche gli si accostavano, il dolore erompeva insopportabile, e Alberto si ridestava di soprassalto” (pag. 255). Il processo sarà lungo e profondo, illustrato con perizia, delicatezza e poesia rare. Ciò che ho apprezzato maggiormente è la scrittura: ricca, imponente e lenta come lo scorrere di un grande e antico fiume. Nello stesso tempo soffusa come un acquerello, semplicemente realistica e umilmente colta. Da tempo non leggevo una prosa tanto avvolgente e piacevole disegnare il dramma di un uomo, così personale e universale.

Alberto non è solo il devoto marito di Ilia, il militare che ben conosce gli uomini, lo storico che ne racconta le vicende, ma è una persona di fronte all'esperienza fondante e ineludibile della vita: la sofferenza. Un viandante che in questo turbine trova la propria strada: “Alberto vide finalmente che anche il bene, per innumerevoli strade e in innumerevoli modi, formava l'ossatura del mondo, e stava dappertutto conto il male. Era meno rumoroso di questo, e non si mostrava interamente; aveva molti lineamenti ridicoli, molte debolezze e non di rado era fatto così, da non parere subito nemmeno bene: Per un impulso naturale, alcune creature, le migliori, difendevano le altre; Ilia, senza troppi ragionamenti e senza pretese di perfezione, era stata tra quelle. Alberto aveva creduto, da giovine, che la forza reggesse gli uomini; poi la giustizia; adesso gli pareva che fossero l'amore e la pietà, la quale è la forma più alta dell'amore” (pag.439).

Ilia e Alberto è un grande romanzo, di un grande autore e, sinceramente, ve lo consiglio. Eppoi, sciacquarsi ogni tanto la bocca con un italiano bello e rotondo come quello del Gatti è un piacere raro! Vi lascio alla lettura.

Il prossimo autore sarà, come al solito, a sorpresa. Ecco gli indizi: italiano, medico, contemporaneo.

A voi indovinare!


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