IL BLOG DI RISCOSSA CRISTIANA

IPOCRISIA, MALAFEDE, MENZOGNE, DIFFAMAZIONI. LA CLOACA STRABOCCA. E PUZZA



di Paolo Deotto


Non ho il piacere di conoscere il signor Eric Frattini, e ciò nonostante ho superato i sessant’anni senza particolari traumi. Ma questo signore, per quanto non italiano, potrebbe essere arruolato “honoris causa” nella nostra sinistra; infatti, con pressapochismo e malafede, ha cercato di diffamare il Papa. Quindi vale la pena parlarne, seppur brevemente. Dunque, il signor Frattini, che ci dicono che sia docente di giornalismo all’Università di Madrid, arriverà tra pochi giorni in Italia, e, poiché presenterà un libro che contiene delle falsità contro la Chiesa cattolica e contro il Papa, si può star certi che avrà successo e troverà ampie recensioni laudative sulla buona stampa conformista, la stessa che attualmente si lacera le vesti perché l’orribile disegno di legge sulle intercettazioni cerca di limitare l’esercizio dell’infangamento del nemico di turno. Trattasi di quella attività che la stessa buona stampa conformista chiama “diritto all’informazione”.

Ma andiamo per ordine. In un libro dal titolo “I papi e il sesso” (e ti pareva…), libro “documentatissimo”, come dice l’ardimentoso che ha scritto la quarta di copertina, compare una foto del Papa giovane, con le vesti sacerdotali, e il braccio destro teso verso l’alto. Folgorazione: il Papa fa il saluto nazista! Ora, a prescindere dal fatto che qualcuno dovrebbe spiegare il nesso tra l’oggetto del libro (l’immancabile, ossessivo, “sesso”) e il saluto nazista, chiaramente si insinua che il Papa era così nazista ma così nazista da fare il saluto a braccio teso anche con le vesti sacerdotali.

Ma il signor Frattini è destinato ad avere il naso lungo, e non sappiamo se ci sia una fatina dai capelli turchini a dargli una mano. Nel “Giornale” di oggi, sabato 12 giugno 2010, Andrea Tornielli fa presente alcune cosucce che un “docente di giornalismo” avrebbe dovuto approfondire. Orbene, il Papa è stato ordinato sacerdote nell’anno 1951, e anche i bimbi sanno che all’epoca il nazismo non c’era più. Ma non è finita: la foto pubblicata è semplicemente tagliata. Sullo stesso articolo Il Giornale pubblica la foto completa, in cui si vedono due giovani sacerdoti (i fratelli Ratzinger) con entrambe le braccia tese, nel gesto di benedizione verso i fedeli. Povero signor Frattini! Non si era accorto che la foto sul suo documentatissimo libro tagliava fuori (chissà perché…) il braccio sinistro dell’attuale Papa, nonché, sulla destra, l’immagine dell’altro giovane prete.

Infortuni sul lavoro. Ma chi se ne frega? L’importante non è narrare la realtà e documentarsi sulla stessa. L’importante è sbranare il nemico di turno, diffamarlo, coprirlo di fango. Si è sicuri di vendere e magari si creano le condizioni perché qualche mentecatto, esaltato da calunnie martellanti, compia un attentato…

Dicevo che il presunto documentatissimo signor Eric Frattini merita l’arruolamento honoris causa nella sinistra italiana. Infatti il nostro disgraziato Paese sta attualmente assistendo a uno spettacolo così sconcio da far rivalutare le attività giovanili della signora Staller. La stessa sinistra che, col Governo Prodi, progettava una normativa per limitare le intercettazioni (“Le intercettazioni alimentano un clima di scontro”, parola di Mortadella; oppure “Legge necessaria per evitare il mercato nero di materiale riservato”, parola della signora Finocchiaro; o ancora “Vanno previste sanzioni per tutelare la privacy”, parola del Ruspante Di Pietro. E poi potremmo citare Veltroni, D’Alema, Franceschini…), la stessa sinistra, dicevamo, ora cerca di scatenare la piazza, si esibisce in clownesche “occupazioni” del Senato, e presto replicherà alla Camera. Si invoca la difesa della Costituzione, anche se in nessun articolo della stessa è stabilito il diritto a divulgare fatti personali, ad emettere condanne sui giornali in base a trascrizioni di conversazioni telefoniche che, chissà perché, arrivano sempre ai giornali “giusti”… eccetera. E la buona stampa conformista si allinea. Vanno capiti. Pubblicando di tutto e di più, senza la minima preoccupazione di rovinare magari la vita a qualcuno, si vende di più, e tutti i quotidiani sono col fiato corto. Sicché nella giornata di oggi i capofila della buona stampa, Repubblica e L’Unità, escono o con pagine bianche in segno di protesta, o con pagine listate a lutto. La Stampa, per non essere da meno, si associa alla Repubblica gridando al “golpe”. Siamo alle patologie psichiatriche conclamate. Ma c’è di più: apprendiamo con angoscia che è in pericolo la pubblicazione del libro della signora D’Addario, libro basato sulle registrazioni (vere o presunte) che la stessa faceva di nascosto nei suoi incontri (veri o presunti) col Presidente Berlusconi. Già, perché la turpe legge vuol mettere un limite anche alle cosiddette “intercettazioni ambientali”.

Orrore: la libertà di informazione è minacciata. È infatti notorio che una puttana (scusate il linguaggio da caserma, ma giova ricordare la professione della signora D’Addario) è una persona attendibile, seria e che, per parlare con stile, “fa cultura”. Fa anche dell’altro, ma non stiamo ad approfondire.

In tutto questi circo poteva mancare l’esibizione della magistratura? No di certo! Ed ecco l’ANM, alias Associazione Nazionale Magistrati, che sostiene che senza lo strumento delle intercettazioni la criminalità dilagherà. Come se non facesse già quello che vuole…

Ci si astiene dal chiarire che le tanto discusse norme non aboliscono le intercettazioni, semplicemente le regolano, per uscire da un caos in cui finora hanno sguazzato, e guadagnato, i giornalisti moralmente di terz’ordine e i magistrati incapaci di condurre un’indagine (nella più benevola delle ipotesi). Anche il gatto sa che nel caos delle intercettazioni è fiorito il ricatto e il mercato nero. Le angosciate toghe della ANM ci spieghino come mai una volta si poteva indagare, ottenendo risultati, e usando solo eccezionalmente lo strumento delle intercettazioni. Magari sarebbe bello dare ascolto al Capo della Polizia, Manganelli, che ancora di recente invocava più poteri di iniziativa e di indagine per gli organi di polizia. Già, perché l’investigazione si faceva con anni di esperienza, con tenacia, coraggio, intuizione. Dalla riforma del codice di procedura penale del 1989 la Polizia è diventata solo una longa manus delle Procure, dove personale impreparato, o politicamente orientato, ha presto adottato la tecnica dello “sparare nel mucchio”. Qualcosa verrà pur fuori, e pazienza se si rovina la vita a qualcuno che non c’entra nulla. Magari poi è proprio quello che si voleva…

Come sarebbe bello se ognuno tornasse a fare con correttezza il proprio mestiere! E come sarebbe bello se, anziché invocare a ogni piè sospinto la Costituzione (ma poi, in quanti l’hanno letta?), ci si ricordasse un principio fondamentale della civiltà, ancor prima che del diritto: la mia libertà finisce dove inizia la libertà dell’altro. La saggezza latina ci diceva che i principi del diritto sono: “Honeste vivere, alterum non ledere, suum quique tribuere”. Nel clima attuale si è prodotto un aggiornamento: “Vivere come capita, purché convenga; ledere o meno gli altri, a seconda della convenienza, dare a ognuno il suo, purché convenga”.

Per fortuna, in questo clima di divisioni radicali ed esacerbate, gli stessi magistrati ci daranno un esempio di compattezza il 1° luglio, quando sciopereranno. In questo caso non difenderanno la Costituzione, ma le loro tasche. Infatti la manovra finanziaria prevede anche dei tagli ai loro emolumenti (i più alti tra i dipendenti dello Stato. Ma non sta bene dirlo). Il poeta Alberto Cavaliere scrisse, tanti anni fa: “Miracoli sono questo della greppia / bestie diverse facilmente accoppia”.

Una curiosità: i magistrati scioperanti, poiché l’azione penale è obbligatoria, si denunceranno a vicenda per abbandono di servizio pubblico? Dubbio titanico. Vedremo.

Mesi fa ebbi a scrivere che “La cloaca nazionale stava per straboccare”. Mi ero sbagliato, lo ammetto. Infatti è già straboccata, basta sentire i mefitici odori per rendersene conto.

PS: però ci sono anche motivi di ottimismo. Se infatti “Repubblica” volesse continuare a oltranza la sua protesta, continuando a pubblicare pagine bianche, almeno avremmo qualche castroneria in meno da leggere…


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