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“VITA E FAMIGLIA SARANNO IL PROPULSORE DELLA MIA REGIONE” - intervista a RENATA POLVERINI - di Luca Marcolivio


Ringraziamo Antonio Gaspari, direttore de L’Ottimista, che ci ha consentito di pubblicare questa intervista


La candidata presidente del centrodestra nel Lazio illustra il suo programma elettorale



di Luca Marcolivio - da L’Ottimista,
www.lottimista.com

Determinata, pragmatica e, soprattutto, fermamente convinta di poter vincere le elezioni. La candidata del centrodestra alla presidenza della Regione Lazio, Renata Polverini ha spiegato all'Ottimista i punti cardine del suo programma di governo, dalla sanità alla famiglia, dalla viabilità all'ambiente, dal lavoro ai trasporti: un ritorno alla politica del 'fare', contro gli sprechi e le mancate promesse dell'uscente Giunta Marrazzo, rispetto alla quale la candidatura di Emma Bonino sembra essere in perfetta continuità.

Come dirigente sindacale prima e poi come candidato Governatore lei si è battuta per l'applicazione del 'quoziente familiare'. Può spiegarci in che cosa consiste e come pensa di applicarlo nel Lazio?


Più figli meno tasse è la base del quoziente familiare, un sistema fiscale che intervenendo sul sistema contributivo, permette di invertire la tendenza che vede l’Italia tra i Paesi con la più bassa natalità al mondo. Gli interventi a sostegno delle famiglie non sono solo basati su politiche fiscali, che peraltro dipendono da scelte del governo nazionale.
La Regione intraprenderà un sistema di bonus, voucher e carte sociali, anche sulla base dei componenti del nucleo familiare.

Lei ha affermato che alla base del suo programma elettorale c'è la difesa della vita e della famiglia. Il Lazio è una delle regioni d'Italia con il più alto numero di aborti e di separazioni e divorzi. Come pensa di poter migliorare la situazione?


Io spero sempre che in questo Paese nascano tanti bambini, farei di tutto per convincere una donna a non abortire ma per fare questo bisogna creare dei programmi di aiuto e di sostegno efficaci. La centralità di valori come la vita e la famiglia devono essere il propulsore di questa Regione, più la famiglia viene messa in condizioni di vivere serenamente più è facile che duri. Creeremo le condizioni affinché i giovani possano costruirsi una famiglia e guardare con ottimismo al futuro.

Il Lazio ha il poco invidiabile primato nazionale del maggiore buco di bilancio della sanità e in passato non sono mancati gli scandali. Di cosa ha più bisogno il sistema sanitario regionale, di nuovi e più qualificati dirigenti o piuttosto di strutture più moderne ed efficienti e di nuovi "poli d'eccellenza"?


La situazione è tale che i campi in cui bisogna intervenire sono molteplici. Senza dubbio la politica deve fare un passo indietro nella gestione della sanità. È prioritario ridurre i costi ed eliminare le inefficienze per dare il giusto premio al merito e alla competenza.
Riorganizzeremo la sanità in modo che sia veramente vicina alle persone. La carenza di servizi alternativi comporta un ricorso eccessivo all’ospedalizzazione. Troppo spesso oggi ci si reca in ospedale semplicemente perché non ci sono servizi alternativi. Più presidi sul territorio e una maggiore assistenza domiciliare per le malattie croniche o quelle della terza età alleggerirebbero il carico e i costi della sanità.

Crisi, disoccupazione e precariato attanagliano il Lazio come e più delle altre regioni. Che tipo di incentivi apporterà la sua giunta sul fronte occupazionale e della formazione al lavoro, in particolar modo per i più giovani?


Il lavoro è una delle parole chiave del mio programma per
la Regione. La formazione gioca un ruolo fondamentale per favorire e sostenere l’occupazione. Questo significa coinvolgere non solo le imprese ma anche le università, creando un rapporto stretto tra formazione, centri di ricerca e impresa.

Il peso politico, economico e amministrativo di Roma ha ridotto di molto l'attenzione alle altre province laziali. Cosa pensa di fare per favorire lo sviluppo non solo della capitale ma anche delle province?


Roma deve essere il volano per spingere i turisti ma anche i capitali ad andare nelle altre province. Per farlo, però, abbiamo bisogno di migliorare le vie di comunicazione come strade e superstrade, linee ferroviarie e porti. Per quanto riguarda Rieti l'ammodernamento della via Salaria; la via Pontina, in provincia di Latina; il completamento della trasversale nord Civitavecchia-Viterbo ed un sistema infrastrutturale nel caso sorgesse l'aeroporto di Viterbo. Riguardo la provincia di Frosinone urge il completamento della bretella Sora-Ferentino. È necessario, inoltre, rilanciare i campeggi del Lazio, le località termali, il turismo congressuale e i percorsi religiosi ed enogastronomici già esistenti. Più in generale il nostro programma prevede che, a fronte della riforma relativa a Roma Capitale, ci impegneremo per avere una Regione Lazio a statuto speciale, anche per meglio tutelare le altre quattro provincie.

La condizione del sistema dei trasporti ferroviari regionali è molto carente. Le tantissime persone che arrivano nella capitale ogni giorno sono costrette a viaggiare in condizioni deplorevoli. Cosa pensa di fare per migliorare le infrastrutture ferroviarie e dei trasporti in generale?


Il Contratto con Trenitalia, senza dubbio, va rivisto su molti aspetti. Bisogna verificare che l'importo per l'autofinanziamento del materiale rotabile non sia sottostimato e che la tipologia di materiale ordinato dalla Regione sia effettivamente quella più adatta alle necessità dei pendolari del Lazio. Rivedremo anche l'Accordo di Programma con
la Rete Ferroviaria Italiana e il Protocollo d'Intesa del 2006 con il Gruppo FS. La questione dei pendolari è una priorità assoluta. Negli ultimi cinque anni c’è stato un costante peggioramento dei servizi ferroviari, in termini di puntualità, regolarità e pulizia. La Giunta Marrazzo non è stata in grado di gestire la situazione sotto nessun aspetto.

Pur essendo la seconda Regione del Paese per prodotto economico il Lazio risente di una notevole carenza infrastrutturale nel campo della viabilità (vedi inadeguatezza della Pontina), trattamento rifiuti (vedi situazione di Malagrotta e mancanza di termovalorizzatori) di proposte che vadano nella direzione della green economy. Cosa prevede il suo programma elettorale e in che modo cercherà di accelerare lo sviluppo del Lazio?


La prima cosa da fare per il trattamento dei rifiuti è individuare un sito alternativo a Malagrotta, cosa che la 'regione del buon governo' non è stata in grado di fare. Ma bisogna anche definire la filiera per ridurre la produzione di rifiuti e andare verso una quota significativa di raccolta differenziata. La nostra sarà una politica dell’ambientalismo del fare e del fare bene. Alla base di questa politica ci sarà una particolare attenzione verso la bioedilizia e l’efficienza energetica, avendo come bussola gli obiettivi comunitari del 20-20-20.

La lista del PdL è stata definitivamente esclusa. Come proseguirà la sua campagna elettorale? C'è il rischio che gli elettori del primo partito regionale rimangano a casa o è comunque fiduciosa nella loro mobilitazione?


Sono e resto il candidato della coalizione di centrodestra e sono sempre stata determinata a impegnarmi nella mia campagna elettorale. Il presidente Berlusconi e tutti i dirigenti del Popolo della Libertà mi hanno ribadito il loro massimo sostegno. Sono sicura che il mio impegno, la serietà e la competenza con cui voglio riscattare
la Regione Lazio dal declino degli ultimi cinque anni spingerà gli elettori del PdL a recarsi alle urne.

Può indicarci quali sono le ragioni del suo ottimismo?


Emma Bonino rappresenta la continuità con la fallimentare giunta uscente. La situazione disastrosa della sanità, le politiche onerose, lo sperpero di denaro pubblico, l’indecisionismo sugli impianti di smaltimento dei rifiuti sono tutti elementi della gestione Marrazzo. Noi rappresentiamo il punto di rottura con il recente passato che ha dimostrato il vuoto di idee del centrosinistra per lo sviluppo nella nostra regione.

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