IL BLOG DI RISCOSSA CRISTIANA

NEO – DESTRA, PASTICCI VECCHI



proposta di logo per "Futuro e Libertà"

di Piero Vassallo e Paolo Deotto


La corsa sempre più veloce con cui il nostro Paese si avvicina al caos morale e intellettuale impone alcune serie riflessioni, senza rispetto per alcuno se non per la Verità.

Anzitutto è lecito chiedersi quanti abbiano afferrato fino in fondo una realtà drammatica: che si vada o meno alle elezioni anticipate, quella in cui ci troviamo non è una delle tante “crisi politiche” (frase che fin troppo spesso cela la più veritiera “crisi di botteghe”), ma è il redde rationem dello Stato laico che ha voluto divenire laicista, dell’uomo moderno che ha voluto divenire figlio di nessuno, della società, che urlando che la libertà è il massimo dei valori, ha costruito e sta costruendo una dittatura ben più fosca di quelle che già hanno travagliato il recente passato. Troviamo in molti, cattolici compresi, una sorta di anestesia, che pare abbia tolto ogni facoltà di rendersi conto della realtà, sicché si accettano ormai come dati acquisiti (o cambiamenti, sociali, epocali, o quello che volete voi) i passi avanti che si fanno verso il disastro e che porteranno (questi sì, non le diaboliche macchinazioni governative che esistono nelle crisi psico-motorie di un Di Pietro et similia) a un “nuovo ordine”, realizzando finalmente il sogno di Lenin, di Hitler e di Pol Pot di costruire una società radicalmente nuova, dove tutto ciò che finora ha regolato, pur con mille difetti, la nostra convivenza civile, lascerà spazio alla legge della jungla, che prevede il dominio del più forte, non certo del più bravo.

In questi tempi, data la ricorrenza storica, si stanno rileggendo molte pagine circa le modalità con cui si attuò l’unità d’Italia, e potremmo dire che una vera “unità”, non si è ancora realizzata, sicché si sta cercando di dare l’affondo finale, né la cosa sembra difficile in una Società sempre più povera di valori e svirilizzata.
La costante di furioso anticristianesimo contraddistinse il “risorgimento” L’espansone di uno degli Stati italiani, il Regno di Sardegna, a scapito degli altri, sottomessi con la forza, aveva i suoi interessati sponsor nei grandi gruppi capitalistici, nella massoneria, nei gruppi liberali per i quali (alla pari dei marxisti) l’uomo è solo una macchina per produzione. La Chiesa cattolica era il maggior nemico di questa visione politica, e infatti fu regolarmente perseguitata, e alla fine aggredita anche militarmente, con l’apoteosi del 20 settembre.
Poi qualcosa andò male. Già, perché se facciamo un velocissimo excursus sulla Storia nazionale vediamo che il sentimento religioso, radicato a livello popolare con grande forza, aveva sempre impedito la realizzazione totale della società atea e distruttiva.
Nel secondo dopoguerra, il tentativo marxista di fagocitare la Società, già brillantemente iniziato nella Guerra Civile, fu frustrato da quella Democrazia Cristiana alla quale è oggi di moda attribuire tante colpe (e ne ha, senza dubbio), ma che fu, dal 18 aprile del 1948, l’argine alla rovina del Paese. Poi si ritentò con il centro-sinistra, damnatum coitum tra forze inconciliabili, peraltro finito nella tragicommedia di Tangentopoli. Ci furono i generosi tentativi di demolizione sociale dei vari governi Amato, Prodi, D’Alema e altri, ma ormai la realtà politica, sempre più sfilacciata, esprimeva solo figure di indubbio spessore criminale, ma di modestissima levatura intellettuale.
E arriviamo ai giorni nostri, con l’irruzione sulla vita pubblica di Berlusconi, con il radicale cambiamento nelle prassi politiche, con un contatto popolare, grazie anche alla Lega, ben più forte di prima. Berlusconi in prima istanza, e Bossi, divenivano i due nemici da annientare, distruggere, vaporizzare. Berlusconi soprattutto, perché, con tutte le intemperanze e i difetti che ha, tuttavia è l’uomo che, appoggiandosi su un grande carisma personale, può impedire la deriva totale della Società. E ciò non perché abbia necessariamente le idee chiarissime neanche lui, ma perché proviene da un’educazione e da una tradizione cattolica, e questo è un fatto, che supera tutte le eventuali esuberanze sessuali che è di moda attribuirgli (e che, sia detto senza offesa, appaiono un po’ romanzesche, non foss’altro per inesorabili ragioni anagrafiche).

Chi vigila “paternamente” sulla nostra Storia nazionale, e non solo sulla nostra (Massoneria, onnipotenti banche, capitalisti sfrenati) aveva ed ha sempre terribilmente bisogno di una società scristianizzata, perché quanto più si vive nell’idiozia dell’edonismo, tanto più si diviene perfette macchine per alimentare il ciclo consumo – guadagno – produzione, che non può certo durare all’infinito, ma che intanto consente un dominio sempre più forte da parte di gruppi ristretti, per nulla lungimiranti, ma di sicuro insaziabilmente avidi come ogni bestia che si rispetti.
I paterni tutori della nostra felicità terrena hanno cercato per anni nel parco demolizioni degli “ex” di professione i loro killer, ma hanno trovato materiale umano così scarso da restarne sconfortati. La sinistra degli ex e meno ex, privata delle favole marxiste, ha dimostrato sempre più la propria nullità totale, il vuoto assoluto, riempito di blateramenti sul “nuovo”: nuovo partito, nuova società, nuovo tutto, anche se nessuno mai ci ha spiegato dove siano tante novità.
E intanto, si guardi all’ultimo triennio, il centrodestra continuava a trovare riconferme da parte dell’elettorato: politiche del 2008, e poi europee, e poi amministrative.

Inconsistenti e pasticcioni i nemici, bisognava trovare un killer tra gli “amici” del centrodestra, tra gli “amici” di Berlusconi. E si può dire che la scelta, questa volta, è stata quanto mai azzeccata, perché un uomo come Gianfranco Fini, il nulla morale e intellettuale che riesce però a camminare eretto sulle zampe posteriori, è davvero il personaggio che ci voleva. Quindi, dato il fallimento della sinistra, creiamo la “Nuova Destra”. Cos’è la Nuova Destra? Boh ! E’ uno di questi misteri come la Nuova sinistra, in un Paese in cui tutti vogliono proporre nuovo, riforme, salti nel futuro, e mercanzia consimile.

Ma cosa sia la neodestra è in fondo marginale, per lo meno dal punto di vista pratico. Sta di fatto che è il killer che mancava ai grembiulini londinesi, e ai loro amici sparsi per il mondo, guidata da un uomo (beh…) che più adatto non poteva essere.

Gianfranco Fini: idee: zero. Cultura: sottozero. Lealtà: sotto il livello del sottozero. Intendiamoci: l’uomo saggio è sempre disposto a rivedere le proprie idee, ma questo processo in genere si svolge grazie a una maturazione intellettuale e culturale, che segue quindi un cammino logico. Ben diverso è il caso di chi, con la massima agilità, riesce oggi a dire il contrario assoluto di ieri, in attesa di dire domani il contrario del contrario. Per utile pro-memoria: il Fini giovane fascista (e già in questo con le idee confuse, perché il MSI non nacque affatto come “partito fascista”), è lo stesso che arriva a dire che il Fascismo fu il “male assoluto”. Una cretinata senza limiti, ma evidentemente ne sa di più lui di uno storico del livello di De Felice (non certo filo-fascista). Sul tema della difesa dell’identità nazionale il Fini anni ’90 ricorda che gli immigrati sono “ospiti”, con tutti i relativi doveri. Dopo pochi anni è pronto a dire che bisogna riconoscere ad essi il diritto di voto. Sulle grandi questioni morali (dall’aborto, all’eutanasia, alla procreazione) Fini assume toni sempre più sfumati, fino a considerarle come fattori in fondo non qualificanti di una politica. E qui gioca l’abborracciamento culturale di un uomo che ha mal digerito quel miscuglio di deliri paganeggianti che ha inquinato l’anima del vecchio MSI con la presa di potere di Almirante. Nato come partito che si riconosceva comunque nei valori cattolici, il Movimento Sociale scivolò sempre più verso il nullismo anarcoide Continuatori di Evola furono Plebe e De Benoist, in un crescendo di quel concerto di idee anarcoidi e paganeggianti che dettarono giudizi sconcertanti sul sessantotto, fenomeno eversivo e anticristiano

In questa confusione Fini ingrassa. Idee non ne ha, né può averle. Sarebbe come imporre a uno zoppo di correre i centro metri. Ha, questa sì, l’idea dominante di essere finalmente “qualcuno” e così non ha ritegno a tradire l’uomo che lo ha smarcato dal ghetto del famoso e idiota “arco costituzionale”. Senza Berlusconi Fini non sarebbe mai arrivato alle poltrone di “statista”; ma del resto lo stesso Fini è stato eletto sotto le insegne di un PdL che correva alle politiche per “Berlusconi presidente”. Ergo, i traditi sono anche gli elettori. Ma che importa? Ora il Gianfranco può finalmente essere l’uomo della intervista quotidiana, può dettar condizioni per non far cadere il Governo. E fonda il suo partituccio, in nome della “libertà”, il che ha un irresistibile sapore comico per chi ricorda come Fini gestiva AN, da vero dittatore.

La mancanza di idee e di valori di riferimento spinge sempre più questa “neodestra” ad essere l’ennesima replica di un vuoto bla-bla sinistrorso da radical chic, tant’è che Fini può baloccarsi tra le aperture di un Bersani, i colloqui con un paio di altri eterni sbandati come lui (Rutelli e Casini), i vaneggiamenti su un nuovo centro, e via delirando. Ormai è scatenato. È lui che esprime la “vera” destra, quella che, non essendo più custode di una Tradizione su cui costruire la Società, non si capisce davvero che ci stia a fare. o meglio, si capisce benissimo. La neodestra non dovrebbe che essere il trampolino di lancio delle fortune di questo frustrato, passato dal fare la spesa insieme alla signora Almirante e dal farsi accettare rachitici articoli dal “Secolo d’Italia” alla ribalta politica come “l’uomo nuovo”.

Di nuovo non ha molto. La brutta faccenda di Montecarlo, il “piazzamento” di familiari e amici, non sono che l’eterna ripetizione del famoso adagio che recita “a che ti serve il potere se non ne abusi?”. E, in fondo, fa un po’ pena vedere questo quasi sessantenne che sfida il ridicolo facendosi infinocchiare da una giovin signora che per ragioni anagrafiche potrebbe essere sua figlia, ma che, a quanto pare, conosce bene l’arte. Et qui habet aures audiendi, audiat.

Nella convinzione che Berlusconi sia politicamente finito, alcuni stanno trasferendosi sull’incerto battello di Futuro e Libertà. L’ultima in ordine di tempo è stata la signora Maiolo, che ha una certa esperienza in traghettamenti, essendo già passata per altri tre partiti. Poi ce ne saranno di sicuro ancora altri.

Ma saranno le elezioni a dirci il destino di Fini. L’elettorato ha dimostrato in questi ultimi anni di essere molto più intelligente di quanto pensino in nostri ineffabili politici, e non sarebbe davvero strano se questo eterno voltagabbana venisse mandato a casa. Staremo a vedere.

In ogni caso, il danno lo ha già creato, perché ha portato confusione e divisione in una alleanza di Governo che aveva tutti i numeri per condurre la legislatura e per portare avanti le riforme di cui il Paese ha una drammatica urgenza (prima fra tutte, il ridimensionamento del potere della cricca dei magistrati). Se l’azione di disturbo di Fini e dei suoi cani sciolti avrà qualche rimarchevole risultato elettorale (cosa di cui, ripetiamo, dubitiamo fortemente), a patirne sarà solo l’Italia, che rischia l’ingovernabilità. Ma questo riaprirebbe la strada a chi, sulla nostra pelle, ha progetti ben precisi.

Non è infatti un caso l’articolo comparso lo scorso 5 agosto sull’Economist, organo della massoneria inglese, in cui Fini viene presentato, con totale sprezzo del ridicolo, come uno dei più abili statisti italiani, un vero “liberal”, che ha, tra gli altri meriti, la capacità di limitare l’infausta influenza della Chiesa cattolica sulla politica italiana. Vedi anche quanto pubblicato su Riscossa Cristiana, cliccando qui   

 Fini massone? Forse, ammesso che sappia cosa vuol dire. Di sicuro, Fini dalla massoneria è usato. E quando avrà finito il suo servizio, verrà messo nel cestino della carta straccia perché i traditori, non scordiamolo, suscitano solo disprezzo, anche nei loro padroni pro-tempore.

I cattolici non hanno nulla a che fare con questa neodestra, agglomerato di voltagabbana che ormai tengono gli stessi discorsi di una neosinistra, avendo come luoghi comuni l’anticlericalismo, il relativismo, e in fondo il vuoto.E a questo proposito vorremmo chiudere queste considerazioni citando una frase di un illustre studioso, il politologo Giulio Alfano, docente dell’Università Lateranense”: "la concezione cristiana dell'uomo è l'unica antropologia che valorizza tutte le dimensioni dell'umano, integrandole in una visione unitaria e armonica che ha il proprio centro nella relazione con Dio".



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