
di Lucio Lami
Pubblicato sul quotidiano “Il Foglio” del 16 settembre 2010.
Sempre più spesso l’idea di una futura Europa musulmana viene rilanciata da personalità del mondo islamico, provocando in Occidente reazioni contrastanti. C’è chi teme una catastrofe sociale e chi accetta l’idea come ineluttabile, convinto di una possibile pacifica convivenza. Le analisi serie sulle cause e sugli effetti di un simile cambiamento sono poche: più che l’esperienza storica e l’approccio scientifico valgono le mode: quella del rigetto totale e xenofobo o quella di un buonismo acritico, sentimentale e suicida.
Poiché l’espansionismo musulmano avviene sotto le bandiere della religione islamica, la più interessata al fenomeno dovrebbe essere
L’ipotesi di un’Europa maomettana, più che dall’integralismo musulmano sembra resa plausibile da un clero cattolico spesso rinunciatario, burocratizzato, politicizzato, al quale tutto si può chiedere eccetto che il distacco dal laicismo, la cura delle anime, lo spirito di sacrificio, la consapevolezza di lavorare soprattutto per l’al di là. Un clero indaffarato che talvolta appare ai credenti come la sbiadita imitazione dell’Alto Commissariato Onu per i diseredati e i rifugiati. Un clero sempre più utile dal punto di vista umanitario e sempre più inutile, dal punto di vista religioso e per questo anche numericamente in crisi.
Un’immagine vistosa di questo stato di cose la offrono le chiese abbandonate. Nei giorni scorsi, l’inserto del Corriere della Sera, Io Donna, ha pubblicato una raccapricciante serie di fotografie di grandi chiese trasformate in ristoranti, pizzerie, cinema, officine meccaniche, laboratori industriali, elencando altri templi cristiani trasformati in sale per film a luci rosse, mense, centri merceologici….Non si tratta di casi circoscritti: la svendita di chiese dilaga in tutta Italia. E’ un mercato che ne genera un altro, quello degli oggetti del culto. Nei mercatini dei rigattieri, soprattutto in provincia, si trova di tutto: tovaglie sulle quali si è consacrato, calici, pissidi, acquasantiere, quadri di santi, paramenti, messali e testi miniati. Nel visitarli, specialmente lontano dai grandi centri, si ha l’impressione di trovarsi di fronte ad una Chiesa in liquidazione e ad un clero ignoto di venditori che hanno scansato senza fatica i censimenti patrimoniali voluti dal Vaticano.
Sull’onda delle nuove mode postconciliari, ad esempio, c’è una massa di vecchi paramenti finiti sul mercato del piccolo antiquariato che ha dato il via a un vintage di tipo chiesastico, in diretta concorrenza con l’esportazione clandestina di vecchie pianete, spedite in Africa dove le nuove mode sono meno sentite.
Tutto questo mercato, un tempo chiamato simonia, offre al mondo islamico l’idea che basti aspettare, e che l’Europa si stia preparando da sola ai nuovi stendardi. Forse, l’idea di un’Europa musulmana viene dal lontano Oriente, ma si è consolidata in Occidente di fronte a tanta decadenza.
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