IL BLOG DI RISCOSSA CRISTIANA

IL PARADOSSO DELLA DESTRA SESSANTOTTINA



idee poche, ma ben confuse
di Piero Vassallo


   Per trovare il filo conduttore della commedia progressista, recitata con ostinazione dagli esponenti della destra futurista occorre rammentare l'influsso  della filosofia francofortese e californiana - ossia il prodotto scientifico del fallimento comunista  - negli stati d'animo e nelle effervescenze dei cortei di una gioventù che si definiva contestatrice dell'esistente.
  Tale suggestione, dal timbro inequivocabilmente anarco-nichilista, era diffusa da importanti case editrici, come Einaudi e Adelphi, da periodici radical-chic e da club esclusivi operanti nel Pci (al proposito non si può dimenticare il decisivo contributo di un agente del Kgb, Alexandr Kojève, alla svolta nichilista della rivoluzione socialista).
  I lugubri coreografi e registi della spensierata danza sessantottina hanno realizzato un vero capolavoro, organizzando l'incontro del disagio e dell'insofferenza giovanili con l'anarchismo scientifico elucubrato dai francofortesi.
   Nei settori della destra priva di basi culturali serie, la suggestione anarco-nichilista penetrò attraverso il fascino emanato dal Nietzsche riveduto, corretto, riabilitato e rilanciato da Giorgio Colli e Mazzino Montinari
  Nel 1968 era difficile (e per gli apprendisti nicciani impossibile) risalire alle radici tossiche (ultra marxiane, anarchiche e nichiliste) delle filosofie francofortesi e californiane: Benjamin, Scholem, Adorno, Horckheimer, Bloch, Taubes.
  Inebriati dalla discesa fulminante lungo il taboga superumano, gli esponenti della fragilità mentale a destra scoprirono anticipazioni francofortesi nell'opera di Evola e rutilanti evolismi negli scritti francofortesi.
   La battuta di Giano Accame, che paragonava Evola a Marcuse, accese la fiamma della passione inutile, che aspirava ad ottenere il visto d'ingresso nel paese dei balocchi ultra comunisti.
   E' escluso che Giano Accame avesse una chiara nozione delle idee ispiravano i testi di Marcuse, ultimo anello della catena ultra-comunista. Giano Accame non fu marcusiano e di Marcuse ebbe una conoscenza molto superficiale. Nel 1968, peraltro, egli militava nella pacciardiana Nuova Repubblica, un movimento che proponeva l'unione delle forze anticomuniste. Inutile rammentare che dell'ideologia francofortese i neodestri capivano poco o niente. Più niente che poco.
  La risposta comunista all'entusiasmo della destra sessantottina, ad ogni modo, fu un grido sprezzante e minaccioso: fascisti carogne tornate nelle fogne! Ritorno che fu puntualmente incoraggiato da sonore sprangate e da incendi pedagogici.
    Sulla ridicola storia della destra sessantottina non ci sarebbe altro da dire. Se non che l'ebrezza del taboga nietzschiano non abbandonò l'eletta squadra dei mutanti, ai quali il francese Alain De Benoist rivelò la formula d'ingresso nell'allucinazione appagante: et destra et sinistra. Et una cosa et il suo contrario. In una festosa uscita dal solco dell'odiata ragione.  
  Ora il tragico risultato del movimento sessantottino è sotto gli occhi di tutti: la catastrofe antropologica, che è misurata dall'enorme numero dei feti abortiti, dei matrimoni mandati all'aria, dei soggetti drogati, dei delitti in famiglia, delle unioni pederastiche, delle morti sulle strade del sabato sera.
  Ubriacati dalla lettura di Nietzsche, i sessantottini di destra non compresero che i contestatori agivano obbedendo a una devastante intenzione anticristiana. Ma la loro ostinazione fu ed è invincibile, al pari della loro refrattarietà alla studio.
  La caparbia fedeltà alla chimera li mantiene nell'obbedienza alla sgangherata dottrina dell'et .. et.., l'utopia fondata sull'ignoranza degli oggetti. Un delirio che ha vanificato e disperso un'intera generazione di militanti di destra (solo Marcello Veneziani e pochissimi altri sono scampati al naufragio in acque torbide e aliene).
  La presenza massiccia di reduci neodestri nella squadra dei guastatori finiani attualmente al servizio del disordine politicante, indirizza alla riflessione sulle fonti dell'ideologia francofortese ossia la risalita ai poteri forti (finanza iniziatica, fondazioni miliardarie, lobby pederastica, lobby malthusiana & abortista, massonerie di vario malaffare ecc.) che promuovono la dissoluzione della civiltà cristiana.
   Si tratta di capire che Fini, prima che l'invidioso avversario di Berlusconi, è lo strumento cieco usato dai nemici della Cristianità.
  

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