IL BLOG DI RISCOSSA CRISTIANA

VISTA SENZA PARAOCCHI SUL RISORGIMENTO



di Piero Vassallo


Tommaso Romano, guastatore della squallida festa



   La dispendioso collocazione a Genova di marmi sopra i quali sono scolpiti i nomi dei garibaldini partecipanti all'invasione del Regno di Napoli e la desolante cerimonia organizzata per l'incensamento (sempre a spese dell'erario) dell'aggressione piemontese alla pacifica Roma di Pio IX, annunciano e prefigurano la cagnara celebrativa in preparazione e gestazione per l'anno centocinquantesimo del regno dei Savoia. 
   Prima che il vaniloquio dei carristi ex sovietici e dei rappresentanti della destra ridotta a cascami inondi la cronaca della futilità italiana, da Firenze a da Palermo si sono levate le animose voci del dissenso tradizionalista.
    A Firenze i sagaci Pucci Cipriani e Ascanio Ruschi hanno organizzato una cerimonia intesa a onorare la memoria del Beato Pio IX e delle vittime dell'aggressione piemontese del 1870. Una maramaldesca impresa, condotta dai Savoia con il patrocinio e sotto i vessilli della fellonia massonica.
   A Palermo Tommaso Romano ha dato alle stampe un suo magnifico saggio, Dal Regno delle Due Sicilie al declino del Sud, scritto per rammentare le devastazioni e le miserie prodotte dal c. d. risorgimento.   
   Opportunamente Romano rammenta che la revisione della storia intorno al c. d. risorgimento fu avviata nel 1928 da un esponente della cultura di destra, il napoletano Lorenzo Giusso (1900-1957).
  Filosofo anticonformista e interprete controcorrente della scienza nuova vichiana, Giusso si era fatto apprezzare per il coraggio con cui aveva contestato la dottrina storicista del mostro sacro Benedetto Croce.
   Nel saggio Le dittature democratiche dell'Italia, Giusso aveva osato addirittura sfidare l'opinione idolatrica, in allora condivisa da tutti gli storici italiani. Quasi insorgendo contro le voci massoniche e sabaude che si levarono per ostacolare il disegno del concordato, Giusso sostenne che "la storia dal risorgimento in poi è avvolta dai travestimenti pomposi, dai paludamenti barocchi, dai grotteschi pompeggiamenti d'una retorica democratica, radicale e giacobina".
  Il fine perseguito da Giusso era confutare la mitologia liberale fiorita intorno all'immaginario grido di dolore alzato dal popolo del mezzogiorno per invocare l'intervento del redentore sabaudo: "Per una bizzarra trasfigurazione giacobina, tutti i movimenti emancipatori che dal 1821 attraverso il 1830, il 1848, il 1860 e il 1870 trassero impulso da minoranze selezionate, da élites d'intellettuali e patrioti, a gruppi sparsi e sconnessi d'individui, sono rappresentati come risvegli della volontà popolare, come vaste insurrezioni della masse, come conquiste della coscienza unitaria e di altri personaggi fantastici che se campeggiano nei trattati scolastici non si sono mai rilevati allo storico disinteressato e obiettivo". 
    Romano,  autentico erudito e autorevole protagonista dei convegni promossi dall'associazione dei giusnaturalisti cattolici negli anni Settanta, stabilisce un rapporto di continuità tra la polemica antirisorgimentale iniziata da Giusso nel lontano 1928 e la teoria sulle radici tradizionali dell'unità italiani che fu elaborata da Francisco Elias de Tejada, Silvio Vitale e Paolo Caucci von Saucken. 
  Inoltre arricchisce con nuove e inedite notizie la memoria che alimenta le ragioni della storiografia revisionista. Ad esempio i dati ufficiali (ma censurati dagli storici conformisti) sulle sciagure prodotte dai piemontesi nel solo anno 1862: 37 paesi rasi al suolo, 15665 fucilati, 20000 morti in combattimento, 47700 incarcerati per motivi politici e 40000 senza tetto. Senza contare i danni patiti da un'economia fiorente disastrata dai saccheggi e dalla riforme compiute dai liberali.
   Il saggio di Romano rappresenta un'opportunità di riflessione offerta agli italiani che desiderano trascorre il 150° anniversario della mala unità senza farsi trascinare dalla strombazzante retorica intorno alla felicità procurata dall'ideologia liberale e dai suoi scagnozzi sabaudi.
                               


il libro 110 pagine euro 10
può essere ordinato telefonando
al 3493896419
o direttamente sul sito di Tommaso Romano

  

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