IL BLOG DI RISCOSSA CRISTIANA

IL COLPO DI STATO E’ GIA’ IN ATTO



di Paolo Deotto


Le prime rilevazioni ci dicono che quest’anno, in barba alla crisi economica, è aumentato il numero degli italiani che va in vacanza. Bene, buon per loro, purché non sia solo una distrazione, un ultimo ballo mentre il Titanic affonda.

In vacanza ci si distrae – giustamente – non si vogliono avere pensieri – giustamente – e così capita che non ci si accorga di quanto sta accadendo, e magari ci si ritrovi fregati. Di cosa? Della propria sovranità, della propria dignità, e in ultima analisi, della libertà.

La sovranità appartiene al popolo, così dice la Costituzione, alla cui strenua difesa si sono auto-eletti da anni tutti quanti, più o meno capaci, più o meno frustrati, eccetera, sono accomunati da una monomaniacale avversione per Berlusconi, e per tutto ciò che da lui deriva, governo e PdL.

Insomma, cari signori, ho il piacere di ricordarvi, anche se vi state già rilassando su qualche spiaggia, o nella frescura delle montagne, che in Italia, che è la vostra Patria, è in atto un colpo di Stato, fatto anch’esso “all’italiana”, ma non per questo meno pericoloso. Anzi, è ben più subdolo e insidioso del classico colpo di Stato, con sferragliare di cingolati che riempiono di suoni sinistri città bloccate dal coprifuoco, con scontri armati, sangue, guerra civile.

E con l’occasione è bene ricordare che la “sovranità”, ossia quella cosina da cui discende la legittimità dello Stato, appartiene al popolo, come appunto recita l’osannata Costituzione. Ed è altresì bene ricordare che questo popolo sovrano ha mandata due anni fa a casa una congrega di pasticcioni che avevano dato vita a quella strana accozzaglia che era il Governo Prodi. Il popolo sovrano ha detto chiaramente a chi voleva affidare il governo: a Berlusconi.

Poi è capitato che l’anno successivo le elezioni europee hanno confermato la maggioranza del centro-destra e che nel marzo di quest’anno le elezioni amministrative hanno riconfermato, e in modo pesante, la scelta degli italiani.

E partiamo proprio da queste ultime elezioni. La sinistra, che in un singolare rigurgito di lucidità aveva capito che si apprestava a fare l’ennesima figuraccia, tirò fuori un astuto asso dalla manica: ricorsi, invalidazioni di liste, cavilli procedurali e burocratici, di fronte ai quali trovò una magistratura, ma guarda che caso!, comprensiva e insolitamente celere. Ricordate? In Lombardia e in Lazio si rischiò di andare alle elezioni con lista unica (di sinistra, ovviamente…). Il colpaccio però non riuscì fino in fondo, e Formigoni e la Polverini conquistarono Lombardia e Lazio. Per libera volontà degli elettori.

È bene anche ricordare che, nel marasma del prima - elezioni, il Governo emanò un decreto-legge con l’interpretazione autentica delle norme elettorali. Scopo del decreto (firmato da Napolitano) era quello di garantire a TUTTI il diritto di voto.

Apriti cielo! La sinistra, al rimorchio dell’invasato Di Pietro, insorse ululando all’attentato alla Costituzione. Questo ci sarebbe stato, semmai, privando i cittadini del loro irrinunciabile diritto di voto. Ma la manovra di andare alle elezioni con lista unica era fallita, e la sinistra perse le staffe, anche per l’abulia di un Bersani, ostaggio dei più estremisti e suonati membri dell’opposizione.

Così, alla terza dimostrazione in tre anni della propria inconsistenza elettorale, la sinistra, che del diritto di voto del popolo sovrano se ne strafrega, ha iniziato un tipo diverso di assalto a quel potere che il popolo non le vuole dare.

Abbiamo così avuto (mi limito a citare a memoria) l’infangamento di Bertolaso, poi le falsificazioni sulla situazione dell’Aquila, dove con velocità ed efficienza era stata ridata un’abitazione a migliaia di terremotati, poi il martellamento di inchieste su personaggi del centro destra, dovute anche al fatto che ormai le inchieste su Berlusconi non fanno più scalpore, essendo l’uomo più indagato del mondo.

Solo per fare un esempio dell’efficacia delle falsificazioni: a Roma, come sappiamo, si sono verificati di recente scontri con i manifestanti venuti dall’Aquila, respinti dalla Polizia poiché avevano organizzato un corteo non autorizzato. Ora, pochissimi giornali hanno dato spazio a due notizie: la prima che il povero giovine fotografato col volto insanguinato è un pregiudicato per diversi reati. Insomma, un mestierante della violenza; la seconda notizia riguardava una dichiarazione del sottosegretario Giovanardi, che invitata il sindaco dell’Aquila a stare al suo paese e a fare il sindaco, perché da mesi e mesi non aveva ancora fornito i piani per la ricostruzione, per i quali peraltro il governo ha da tempo stanziato i fondi.

Orbene, uno di quei giornaletti gratuiti, purtroppo ormai diffusissimi, pochi giorni fa scriveva che a Roma i manifestanti dell’Aquila “che protestavano perché vivevano ancora nei camper” erano stati respinti a legnate dalla Polizia… Come tutti possono vedere, si era creato il clima per far passare una bugia totale, omettendo ovviamente di pubblicare le due notizie che citavo sopra…

Domandina “en passant”: organizzare una giterella di circa cinquemila persone non è cosa da nulla. Chi ha messo i quattrini?

Ma arriviamo alla cronaca di questi giorni: la solerte magistratura scopre che esiste una P3, che come vuole la matematica, è la naturale erede della P2, la famosa “loggia coperta” di Licio Gelli. Che le prove siano poche e confuse, poco importa; intanto si buttano un po’ tutti nel calderone, e un procuratore della Repubblica, con una concezione molto particolare della correttezza, si affretta anche a rilasciare dichiarazioni in televisione, dimenticando, a quanto pare, che le condanne si danno dopo il giudizio, e non in fase di indagine.

Ed ecco che spunta un nome eccellente: Formigoni! Evviva! Ci ha fregato la Lombardia, ora lo freghiamo noi. Come? Condannandolo? Ma questo non ha la minima importanza! L’essenziale è infangare, qualcosa resterà… e poi, l’esperienza di Tangentopoli ha dimostrato che ormai i processi si fanno in televisione, li fanno i giornalisti conformisti alla Santoro o alla Travaglio, poi quasi mai si arriva a giudizio.

Nel frattempo, altra singolare coincidenza, la signora Mercedes Bresso, già mandata a casa dagli elettori, che le hanno preferito Roberto Cota, presenta un ricorso tardivo chiedendo il riconteggio dei voti. È da ricordare che la signora Bresso era stata “ricompensata” della sconfitta elettorale con un lucroso incarico in Europa.

Anche in questo caso la magistratura è solerte e velocissima, e accoglie il ricorso. Solo per inciso, ricordiamo che MAI si addivenne al riconteggio dei voti nelle elezioni vinte dal prof. Mortadella nel 2006, quando uno scarto di poche migliaia di voti lo portò al Governo… Ma la magistratura aveva altro da fare che occuparsi di queste sciocchezze!

Ultima cosina, solo in apparenza estranea a questi discorsi: pochi giorni fa uno dei nostri più brillanti investigatori, noto anche in campo internazionale, il Generale dei Carabinieri Ganzer, è stato condannato a 14 anni di reclusione. I soliti solerti magistrati hanno deciso che un investigatore non debba fare infiltrazioni, azioni segrete, insomma ciò che fanno tutte le Polizie del mondo. Forse dovrebbe citare in Gazzetta Ufficiale il nome dei suoi collaboratori infiltrati in una banda di trafficanti droga… non si sa. Ma l’essenziale era condannarlo, per dimostrare chi comanda in Italia. Non certo la legge, non certo il popolo sovrano…

E allora esagero se parlo di colpo di Stato? Si sta facendo di tutto per sovvertire l’esito del voto. Col che non voglio disconoscere anche le colpe del centro-destra, che sta facendo il possibile per farsi del male. Ma la questione è politica e come tale andrebbe affrontata, accelerando anche la riforma del sistema giudiziario, visto che l’attuale ordinamento ha ormai creato un “corpo” di potere non legittimato da alcun voto popolare, ma che fa tutto il possibile per esercitare pesanti pressioni sulla politica e sulle scelte degli elettori.

Ci si può solo augurare che il Presidente Berlusconi sappia prendere le misure necessarie e urgenti per evitare che in Italia si consumi quello che è, piaccia o meno il termine, un colpo di Stato.

PS: piccolo pro memoria storico: in NESSUNO dei Paesi che dopo la guerra patirono oltre quarant’anni di regime comunista, il Partito Comunista era maggioritario. Uno degli strumenti principali per arrivare al potere fu costituito proprio dalle accuse a membri della maggioranza di vari gravi reati. Con una magistratura molto solerte…


Vuoi scrivere un commento su questo articolo? Clicca qui

Vuoi tornare a RISCOSSA CRISTIANA – home? Clicca qui