di P.Giovanni Cavalcoli, OP
E’ nota a tutti la questione sollevatasi a partire dalla fine del Concilio Vaticano II, presso alcuni ambienti cattolici, ma poi riecheggiata in tutta
Può destare sorpresa che questa grave questione, che tocca la continuità e l’immutabilità della verità di fede, sia sorta in seno ad un’area della stessa Chiesa cattolica - la famosa comunità di Mons.Marcel Lefèbvre, che era stato uno dei Padri del Concilio -, quando ogni cattolico sa che i decreti dottrinali di un Concilio ecumenico - si tratti o non si tratti di dogmi solennemente definiti - sono infallibili, in quanto formulati con l’assistenza dello Spirito Santo.
Eppure fu proprio questa l’angoscia e la delusione di questi cattolici, i quali interpretarono o credettero di dover interpretare alcuni documenti conciliari - soprattutto quelli concernenti la natura della Chiesa, il concetto di Rivelazione, l’evangelizzazione, l’ecumenismo, il dialogo con le altre religioni e il decreto sulla libertà religiosa - come se questi contenessero proposizioni di carattere “modernistico”, che, come tali, non potevano evidentemente comporsi con la tradizione precedente.
Su cosa potè poggiare tale interpretazione del Concilio? Su tre fattori:
1. sul fatto che effettivamente alcune sue espressioni non erano del tutto chiare e davano appunto ansa a quell’interpretazione;
2. sul fatto che il Concilio appariva piuttosto blando nel condannare gli errori moderni;
3. sul fatto che alcuni teologi famosi, che avevano dato un contributo all’elaborazione dei documenti conciliari, negli anni seguenti sostennero un’interpretazione modernistica del Concilio che non incontrò condanne significative da parte della Chiesa ed anzi ottenne un enorme successo in vasti ambienti non solo della cultura cattolica, ma anche dello stesso episcopato e degli ambienti teologici ufficiali ed accademici della Chiesa.
I lefevriani, per sentirsi autorizzati a rifiutare le novità dottrinali del Concilio, hanno preso a pretesto il suo carattere “pastorale”, sapendo che su questo piano
I Papi del postconcilio e molti interventi della Congregazione per
Il Papa attuale, col garbo e col tatto ma anche con la fermezza e il coraggio che caratterizzano la sua azione pastorale, sta tentando di risolvere una buona volta questa situazione scandalosa, - lo scandalo non è solo quello della pedofilia - che comporta di fatto, anche se non sempre apertamente, una grave ed intollerabile divisione nella Chiesa che tocca ciò che
In questa situazione agitata, ma non priva affatto di “sentinelle”, di germi di speranza e di fari luminosi, emerse alla ribalta della teologia cattolica negli anni ottanta del secolo scorso, una luminosa figura di teologo domenicano, prematuramente scomparso, il Padre cecoslovacco Tomas Tyn, rifugiatosi nel
Padre Tomas si professava apertamente “tradizionalista”, pur non avendo nulla a che fare col movimento scismatico di Mons.Lefèbvre e senza per questo rifiutare in nulla gli insegnamenti del Concilio, anzi insegnandoli e lodandoli apertamente. Padre Tomas aveva saputo interpretare il Concilio secondo quella “esegesi di continuità nel progresso”, che è quella chiave di lettura che più volte ci ha offerto Papa Benedetto XVI.
Su questa linea sono stati e sono studiosi di alto livello e vasta cultura, appartenenti a un sano “tradizionalismo”, come l’illustre teologo romano Mons.Brunero Gherardini e il grande storico del pensiero cattolico Romano Amerio, scomparso qualche decennio fa.
Per vedere la continuità del Concilio con
Lo stesso magistero vivo della Chiesa (Vescovi uniti al Papa), dunque, lungo i secoli, è l’interprete infallibile sia della Tradizione che della Sacra Scrittura, avendo Cristo affidato a lui la custodia, l’interpretazione, la trasmissione, la diffusione e la difesa della verità del Vangelo. Per quanto concerne in particolare la questione di discernere tradizioni umane, opinabili e caduche dalla Sacra Tradizione, il cattolico ha nel Magistero il criterio sicuro ed infallibile.
Su questa linea è stato Padre Tomas, e pertanto il suo esempio e il suo insegnamento sono oggi di particolare affidabilità e utilità per sbrogliare l’intricata matassa nella quale
Ma Padre Tomas non è certo l’unico in questo quadro di chiarificazione, di vero rinnovamento e di avanzamento della Chiesa nella speranza, nella pace e nella concordia. Nuovi movimenti sono recentemente sorti e stanno sorgendo - si pensi anche ai nuovi siti web cattolici - , mentre Ordini antichi, come quello Domenicano, al quale ho l’onore, la gioia ed anche la responsabilità di appartenere, l’Ordine che ha accolto, educato e formato nel suo seno un Padre Tomas Tyn, porta anch’esso i germi della speranza per
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